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Legge di stabilità. Un coro unanime: niente tagli, la Sanità ha già dato

Il tam tam delle ipotesi e delle indiscrezioni sulle scelte che compirà il Governo, che comunque dovranno passare al vaglio del Parlamento, è iniziato da un pezzo. L’ultimo annuncio in ordine di tempo è venuto dal Presidente del Consiglio che ha parlato del 16 dicembre 2015, giorno in cui si pagherà per l’ultima volta la seconda rata della tassa sulla prima casa. Il Premier ha detto che quel giorno sarà il funerale di questa tassa. Inevitabili le reazioni e contro reazioni ad un annuncio del genere. Ma questa è cronaca.

Sta il fatto che la spesa sanitaria pubblica in Italiasi attesta sui 112 miliardi di euro all’anno, un dato stabile nell’ultimo quinquennio, pari a circa il 7 per cento del PIL, in linea con l’andamento europeo, con lievi oscillazioni tra uno Stato e l’altro. Pertanto, sulla spesa‘storica’ complessiva, c’è poco da tagliare. Su questo punto, il giudizio è unanime da parte di molti soggetti istituzionali. A più riprese, il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha detto: “La Sanità ha già dato”. Analoghe le prese di posizione della FNOMCeO, dei sindacati medici e dei sindacati confederali CGIL-CISL-UIL, nonché di autorevoli istituti di ricerca economica e sociale, e di singoli esponenti politici. Ad oggi, in attesa di conoscere il testo della legge di stabilità che uscirà da Palazzo Chigi, non dovrebbero esserci tagli lineari sulla Sanità, visto che nel 2015 le Regioni sono state costrette a rinunciare all’aumento di 2.300 miliardi. Pertanto il previsto incremento di 3 miliardi nel 2016 appare ai Presidenti delle Regioni irrinunciabile. Ma su tutto questo si potrà ragionare soltanto quando si avrà conoscenza del testo di Palazzo Chigi.

Esclusi, almeno in teoria, i tagli lineari, si parla da più parti di efficientamento della spesa, vale a dire di misure volte a ridurre gli sprechi a vantaggio di una maggiore efficienza dei servizi forniti aicittadini. Ovviamente, sarebbe cosa buona e giusta: se ne parla da anni, si sono formulate varie ipotesi, ma di concreto non si è visto granché. Eppure questa sarebbe la via da seguire, come indicato chiaramente dall’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli,il quale comunque sosteneva che andamento e controllo della spesa sanitaria in Italia sono forse migliori di Germania e Stati Uniti, pur potendo migliorare le performances del sistema. Cottarelli ha pubblicato dati e riflessioni sul lavoro da lui svolto in un libro (maggio 2015. Feltrinelli), dove è tutto chiaro: “La lista della spesa. La verità sulla spesa pubblica italiana e su come si può tagliare”. Illuminante. Il fatto è che Cottarelli ha dovuto lasciare il suo incarico ed è tornato al Fondo Monetario Internazionale. Ma il suo lavoro resta e tutti i soggetti istituzionali che si occupano di spesa pubblica dovrebbero tenerne conto.

A proposito di tam tam sulla legge di stabilità, adaprire il dibattito sul tema della Sanità ci ha pensato Yoram Gutgeld, il nuovo commissario per la spending review e parlamentare Pd. Lo ha fatto il 30 luglio con un’intervista a Repubblica, in cui sosteneva che l’obiettivo della legge di stabilità è di 10 miliardi (questa cifra si è dimostrata essere nei giorni successivi ballerina e tendente all’aumento, fino a ipotizzare una manovra di 35 miliardi) e che neitagli entrava a pieno titolo la Sanità. Per fortuna, in quell’intervista, Gutgeld sosteneva che le misure vanno comunque concordate con la Conferenza Stato-Regioni. Per fortuna, perché la posizione dei Presidenti di Regione è nota e non solo esclude tagli alla Sanità, ma pretende l’aumento dei tremiliardi nel 2016. Si vedrà, perché la partita è aperta e si giocherà da qui a Natale. Quell’intervista ha suscitato allarme e polemiche, forse anche per la tempistica: un’anticipazione di quel genere di oltre un mese, con agosto di mezzo, ha indotto molti, specialmente i professionisti e gli operatori della Sanità, a manifestare preoccupazioni. C’è da sperare che si possa prendere per buona un’affermazione di Gutgeld: “Vogliamo dare servizi di maggiore qualità, non vogliamo fare macelleria sociale”.
Ci sarà un’osservazione attenta dell’iter parlamentare della legge distabilità, fino alla sua approvazione definitiva da parte del Parlamento.

Autore: Redazione FNOMCeO

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