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Lettera di Amedeo Bianco ai Presidenti delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera dei Deputati sul ddl Sicurezza

On. Donato Bruno
Presidente Commissione Affari Costituzionali                      

On. Giulia BONGIORNO
Presidente Commissione Giustizia

Onorevole Presidente,

    come noto alla S.V. è in discussione in sede referente alle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia il disegno di legge recante “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica” – Atto Camera N. 2180.
    L’art. 45, comma 1, lett. t), del provvedimento sopra citato, già approvato dal Senato in prima lettura,  dispone l’abrogazione dell’articolo 35, comma 5, del decreto legislativo n. 286 del 1998, che attualmente recita: “l’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino straniero”.
    In qualità di Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Ente ausiliario dello Stato,  non posso non esprimere la forte e legittima preoccupazione dei medici e degli odontoiatri italiani qualora tale norma fosse licenziata definitivamente anche dalla Camera dei Deputati.
    Ciò che vale la pena di rimarcare è che, ferma restando la comprensibile e condivisibile attenzione che a livello statuale deve essere posta riguardo al problema sicurezza, quale valore positivo della  comunità, è pur vero che eguale attenzione e pari dignità rivestono i principi di solidarietà, accoglienza e tutela della salute che fanno parte del codice genetico del nostro Paese.
    I medici e gli odontoiatri infatti, stante alcune autorevoli interpretazioni di tale norma, si potrebbero trovare nelle condizioni di dovere denunciare i clandestini bisognosi delle loro cure. In caso contrario, essendo incaricati di un pubblico servizio, potrebbero addirittura incorrere nel reato di omessa denuncia (art. 362 c.p.)
    Peraltro la prevista segnalazione e/o denuncia contestuale alla prestazione sanitaria indurrebbe, certamente, soggetti irregolari ad una “clandestinità sanitaria” pericolosa per l’individuo ma anche per l’intera comunità.
    Quale medico, rappresentante dei medici, non posso non sottolineare la violenza del conflitto che si andrebbe a determinare in carico al singolo professionista diviso tra il rispetto della normativa e i principi etico/deontologici che è tenuto a rispettare e che ci tengo a ricordare hanno una valenza universale.
    Un conflitto tra questi due imperativi sarebbe lacerante e mi sembra doveroso sottolineare, quale esponente di una categoria professionale fortemente radicata nel tessuto sociale, altamente destabilizzante.
    La legittima preoccupazione di far fronte alle richieste di sicurezza sul territorio deve avere altre differenti risposte che non determinino ulteriori disorientamenti, che non inducano ad arretrare su principi già base della nostra cultura nazionale, che non determinino lacerazioni nel professionista medico, da un lato tenuto ai sensi dell’art. 3 del Codice di Deontologia Medica “ alla tutela della vita, della salute fisica e psichica dell’Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana, senza distinzione di età, di sesso, di etnìa, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia, in tempo di pace e in tempo di guerra, quali che siano le condizioni istituzionali e sociali nelle quali opera”, e dall’altro quale cittadino al rispetto delle leggi.
    Pertanto, stante quanto suesposto, la scrivente Federazione chiede che il comma sopra citato sia soppresso.
    Certo della Sua sensibilità ed attenzione, Le invio cordiali saluti.

Amedeo Bianco

Autore: Redazione FNOMCeO

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