Report n. 83/2010
L’ITALIA E LE DROGHE: NUMERI A CONFRONTOConsumo di stupefacenti in Italia: -25,7% in un anno. Vuol dire circa 1 milione di consumatori in meno nel 2009: 2.924.500. Nel 2008 la cifra era stimata in circa 3.934.450. Sono questi i due dati che più colpiscono nella Relazione al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze nell’anno 2009.
Ovviamente, vengono attribuiti questi risultati a diversi fattori come l’aumento di interventi di prevenzione, con maggiori investimenti sul settore delle campagne educative, l’incremento delle politiche deterrenti come i drugtest per lavoratori e i maggiori controlli stradali.
Ma sullo sfondo c’è un altro fattore che pesa: è la crisi economica. A dimostrazione di ciò, la Relazione evidenzia l’aumento del consumo di alcol del 18,2% nel periodo 2007–2009. L’alcol, infatti, ha il vantaggio di costare relativamente poco e di farsi trovare ovunque. Non c’è bisogno di un’enoteca, basta un supermercato, un bar, un qualsiasi luogo di ritrovo per avere a disposizione birra, vino e superalcolici. Come dall’altra parte avviene per l’altra droga legale, il tabacco, o per le “insidie” che viaggiano via internet.
Secondo la Relazione, le percentuali di persone che nella popolazione generale contattata (su un campione di 12.323 soggetti di età compresa tra i 15-64) hanno dichiarato di aver usato almeno una volta nella vita stupefacenti, sono risultate rispettivamente di 1,29% per I’eroina (1,6% nel 2008), 4,8% per la cocaina (7% nel 2008), 22,4% per la cannabis (32% nel 2008), per gli stimolanti, anfetamine e ecstasy il 2,8% (3,8% nel 2008), per gli allucinogeni 1,9% (3,5% nel 2008). Percentuali che variano nella popolazione studentesca contattata su un campione di 34.738 soggetti di età compresa tra i 15-19 anni e sono l’eroina 1,2% contro il 2,1% nel 2008, per la cocaina 4,1% contro il 5,9% nel 2008, per la cannabis il 22,3% contro il 31,5% nel 2008, per gli stimolanti, anfetamine e ecstasy, il 4,7% che conferma il dato del 2008. Gli allucinogeni al 3,5% contro il 4,7% del 2008.
Dati da tenere bene a mente, che, secondo la Relazione, delineano il seguente quadro: "La stragrande maggioranza degli italiani non ha mai assunto alcun tipo di droga. Per quanto riguarda l’eroina sono il 98,7%, contro l’1,3% che I’ha assunta almeno una volta nella vita. Solo lo 0,16% l’ha consumata negli ultimi 30 giorni. Per la cocaina la percentuale di chi non l’ha mai usata scende a 95,2%, contro il 4,8% che l’ha usata almeno una volta nella vita e lo 0,4% negli ultimi 30 giorni con una maggiore prevalenza tra i soggetti tra i 15 e i 34 anni. Per la cannabis, la percentuale di chi non ha mai assunto la sostanza scende ulteriormente arrivando al 77,6% della popolazione, contro il 22,4% che l’ha usata almeno una volta nella vita e il 3% negli ultimi 30 giorni".
Dimezzati in dieci anni i decessi legati all’uso di droghe: da 1.002 nel 1999, lo scorso anno sono stati 484, mentre rispetto al 2008 (517 decessi) c’e stata una riduzione della mortalità per overdose del 6,4%. Il problema è che gli effetti devastanti dei consumi di droghe illecite e legali non si misurano soltanto con il numero dei morti, visto che Ie implicazioni familiari e sociali sono quasi sempre drammatiche e si tratta di effetti di lungo periodo sia per gli assuntori di sostanze sia per Ie persone che hanno intorno, se Ie hanno. Si pensi che le morti alcol correlate si attestano oltre le 24 mila all’anno quindi di più rispetto ai morti per stupefacenti.
Ecco perchè, a fronte del compiacimento per la riduzione dei consumi, sono emerse perplessità sulle chiavi interpretative della Relazione. Alfio Lucchini, Presidente di Federserd, la Federazione dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze, è uno psichiatra che da trent’anni “stà suI campo”, come si dice, e la sua valutazione è equilibrata e articolata. "Esprimerei felicità per la stima della diminuzione dei consumatori e preoccupazione per la persistenza e anzi l’aumento delle persone malate per problemi di droga – afferma Lucchini – ma bisogna fare una prima distinzione: i consumatori si stimano e i malati in buona misura si contano (e si vedono).
Quest’anno la metodologia utilizzata è in parte cambiata e sicuramente è cambiata l’Agenzia di ricerca incaricata dello studio. Problemi non da poco dal punto di vista metodologico. Diciamo che tutti sono d’accordo su una diminuzione dei consumatori, colpisce francamente il dato del 25% in meno scritto sulla relazione. Riportare alIa intensa azione preventiva del Governo questo buon esito è comprensibile nella comunicazione politica – prosegue Lucchini – ma estraneo all’incidenza delle politiche di contrasto su fenomeni complessi come quelli affrontati, difficilmente valutabili in tempi inferiori ai 5 – 10 anni".
Lucchini entra poi nel merito dei problemi: "i SerT sono pieni di persone con problemi di abuso e dipendenza: da venti anni la domanda di cura è in aumento in questo Paese. Da questo punto di vista la relazione al Parlamento riporta dati reali, frutto delle ricognizioni degli oltre 500 SerT italiani e delle Regioni. Complessivamente, quasi 200mila cittadini italiani si sono rivolti nel 2009 ai SerT, che confermano la loro capacità attrattiva non solo per la cura della tossicodipendenza classica da eroina (stabile nella numerosità) ma anche per persone con abuso e dipendenza da cocaina, alcol e cannabis. Aumentano i pazienti in cura per stimolanti (cocaina e anfetaminici) e prosegue il trend di avvicinamento ai luoghi di cura delle persone con problemi per I’alcol. Nuove droghe sintetiche e naturali continuano ad affacciarsi sul mercato e il fenomeno del policonsumo di sostanze è riconosciuto dal rapporto in crescita e molto complesso.
P.S. Come sempre chi fosse interessato ad approfondire, la documentazione completa è a disposizione presso il Centro Studi e Documentazione della FNOMCeO.
Roma 02/09/2010
Autore: Redazione FNOMCeO