Universalismo, Equità, Solidarietà: i principi fondanti il nostro Sistema Sanitario Nazionale assumono, in queste ore di lutto ma anche di cure alacri e di speranza, un significato, se possibile, ancora più profondo.
Così come si caricano di senso i termini “Integrazione”, “Collaborazione”, “Salute Globale”, che – oggi pomeriggio e domani – saranno trattati da tutti gli attori della Cooperazione sanitaria internazionale, riuniti dalla FNOMCeO a Roma, presso l’Auditorium del ministero della Salute (Viale Ribotta 5), nel Convegno “Promozione della Salute e Cooperazione Internazionale”.
E il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, non ha voluto rinunciare a far arrivare il suo saluto a tutti gli operatori sanitari impegnati nella Cooperazione, anche a quanti non potranno essere presenti, magari perché in missione di pace e di aiuto.
Ministro Lorenzin, la vigilia del nostro Convegno sulla Cooperazione Internazionale è stata funestata da questa nuova, grande tragedia di Lampedusa. Quali sono le linee d’azione del suo ministero?
Sono immensamente addolorata per quanto avvenuto nelle nostre acque lampedusane, ed esprimo ancora una volta la mia vicinanza ai feriti e alle famiglie così profondamente colpite da questo dramma. Vicinanza che non si manifesterà solo a parole: ho immediatamente attivato il ministero della Salute, per dare la massima collaborazione alle autorità della Regione Sicilia – con le quali sono in contatto costante – per fornire assistenza sanitaria e tecnica per la gestione dell’emergenza.
In questi contesti di crisi, è essenziale l’opera del volontariato medico e sanitario. Come si inquadrano i volontari nel nostro Sistema Sanitario?
Il volontariato è fondamentale per la sussistenza e la sostenibilità del sistema del welfare italiano. E non parlo solo di cooperazione internazionale o delle missioni di salute e di pace. Anche nei territori del nostro Paese, dove oggi si pensa a integrare i medici e gli ospedali, a incentivare l’assistenza domiciliare, le strutture di volontariato sono state, e saranno sempre più nel futuro, un elemento prezioso di cura integrata alla persona.
Infine, come commisurare il diritto di tutti all’assistenza sanitaria, secondo il principio dell’Universalismo e quello dell’Equità delle cure, con un Sistema Sanitario dalle risorse limitate?
È proprio nei momenti di crisi economica che cresce il bisogno di welfare da parte dei più deboli:il welfare va dunque sostenuto, non demolito.
Io per prima, d’altra parte, ho più volte parlato di “universalismo” mitigato. Se un tempo la Sanità poteva erogare "tutto a tutti", oggi non è più così. Dobbiamo cercare di lavorare a un sistema sanitario in cui si pianifica per avere effetti a lungo termine. Per questo, ho pronta una proposta che avanzerò di fronte al Consiglio dei ministri e al Parlamento: destinare alla Sanità due dei sette miliardi di margine che si realizzerebbe nel 2014 se venisse mantenuto l’andamento dei conti pubblici fotografato nella nota al Def. Questo permetterebbe di investire in infrastrutture, negli ospedali, nella sicurezza delle cure.
Autore: Redazione FNOMCeO