La ricerca nel settore della salute ha una portata globale: gli scienziati condividono le loro conoscenze con i colleghi di tutto il mondo e la ricerca sulle malattie rare è un ottimo esempio di questa collaborazione. Anche se le malattie rare interessano quasi 30 milioni di europei, per il semplice fatto di essere così numerose e così diverse – se ne contano ben 8mila – nessun paese riuscirebbe da solo a studiarle, diagnosticarle e curarle correttamente.
Per questo motivo l’UE ha deciso di lanciare un’iniziativa internazionale senza precedenti il Consorzio internazionale per la ricerca sulle malattie rare (IRDiRC)
– – per sviluppare 200 nuove terapie e gli strumenti necessari per diagnosticare la maggior parte delle malattie rare entro il 2020. Attualmente, all’iniziativa partecipano 22 organizzazioni provenienti da Australia, Canada, USA e diversi Stati membri che investono nella ricerca in questo settore. Molte altre dovrebbero aderire in futuro. Entro il 2013 l’UE avrà investito oltre 420 milioni di euro nella ricerca per realizzare gli obiettivi del consorzio.
Il 29 febbraio, in occasione della Giornata Internazionale 2012 delle Malattie Rare (link), saranno annunciati i nomi degli esperti internazionali che parteciperanno ai primi comitati scientifici dell’IRDiRC. Provengono da settori diversi, fra cui università, industria e associazioni di pazienti, a dimostrazione della necessità di coinvolgere tutte le parti in causa per conseguire i progressi desiderati. Resta ancora molto da fare ma, visto l’attuale entusiasmo per l’IRDiRC, gli obiettivi fissati sono chiaramente a portata di mano.
Autore: Redazione FNOMCeO