Luigi Conte: la FNOM a Cernobbio da protagonista

Tutta la sanità italiana guarda a Cernobbio, dove lunedì 18 ottobre si apre la Seconda Conferenza Nazionale sulla Formazione Continua, organizzata e proposta dal Ministero della Salute in collaborazione con l’Agenas. Come già precisato nei giorni scorsi, la Federazione sarà presente con un proprio stand, ma soprattutto con una serie di interventi e moderazioni autorevoli, sottolineatura indicativa del ruolo che la FNOMCeO ha assunto da tempo nello sviluppo equilibrato e coerente dei percorsi formativi dei professionisti della salute. Abbiamo rivolto a Luigi Conte, presidente dell’Ordine di Udine e coordinatore della quarta sezione della Commissione nazionale per la Formazione continua, alcune domande per chiarire il valore di queste giornate di lavoro nel seno del percorso della FNOMCeO.

Presidente Conte, si apre a Cernobbio la Seconda conferenza nazionale sulla formazione continua in medicina e la Federazione degli Ordini sarà presente in modo massiccio così come evidente dal programma dei lavori: come mai questa presenza così rilevante?
Il Presidente Bianco ha avuto un ruolo fondamentale e propulsivo nell’allestimento del nuovo sistema ECM ritagliando un’ampia fetta di responsabilità nella gestione e nel controllo dell’efficienza del sistema ad Ordini e Collegi ed Associazioni in partnership con gli altri interlocutori istituzionali e con le Società scientifiche.
La FNOMCeO attribuisce grande valore al ruolo che l’ECM può svolgere nel migliorare la qualità dell’esercizio professionale in risposta alle istanze moderne che provengono dalla società. Inoltre si chiede all’ECM di essere il primo step verso uno sviluppo professionale continuo che insegni gestire un enorme bagaglio di conoscenze che da sole non possono essere sufficienti a rendere migliore un professionista in medicina laddove è invece richiesto un agire non banale o ripetitivo.

Da Cernobbio potrebbe uscire un messaggio chiaro da parte degli Ordini: la centralità ordinistica in ambito ECM, attuando con forza alcuni passaggi dell’accordo Stato-Regioni. E’ così?
Oggi non c’e organizzazione sanitaria, a qualsiasi livello, che non si sia posta il problema della formazione in medicina. In una logica evoluzionistica, l’aumento dei soggetti che si occupano di un problema aumenta la probabilità che nuove soluzioni intelligenti vengano proposte e sviluppate, ma esiste anche il rischio di una riduzione del livello medio e, soprattutto, della forte tendenza all’omologazione, alla standardizzazione acritica dei processi. La presenza vigile degli Ordini deve mirare a mantenere il sistema ai massimi livelli: più che organizzatori di eventi, essi dovranno essere i controllori del sistema ed i propositori degli aggiustamenti che in itinere si renderanno necessari.

Ma gli Ordini potrebbe anche essere soggetti di stimolo per una corretta identificazione degli obiettivi formativi….
Ovviamente gli obiettivi generali della formazione odierna del medico non possono più limitarsi a quelli che vengono affermati proprio come capisaldi fondanti dell’ECM: sapere, saper fare e saper essere. Ad essi ne vanno aggiunti almeno altri tre, altrettanto importanti: saper collaborare, saper apprendere e saper sapere. Il primo di questi tre obiettivi supplementari sancisce che la capacita relazionale del medico non può considerarsi esaurita nel rapporto con il paziente. In una medicina sempre più complessa e frammentata, un autentico spirito collaborativo è forse l’unica risorsa concreta che il singolo operatore ha per garantire efficacia ed efficienza alle cure. Per essere buoni medici è anche necessario mettere in atto uno sforzo continuo di apprendimento e autoapprendimento. Questo saper apprendere rimanda a competenze specifiche tutt’altro che banali o di facile disponibilità, che vanno quindi coltivate e sostenute. Oggi il medico è sottoposto ad un vero e proprio bombardamento incessante di conoscenze e informazioni, scientifiche e non, molte delle quali di scarsissima se non di nessuna validità. Ciò che si e appreso, inoltre, diventa spesso rapidamente sorpassato, obsoleto. Basti ricordare che solo sull’archivio bibliografico MEDLINE sono indicizzati circa 850.000 articoli all’anno. Ne consegue che uno degli obiettivi della formazione del medico deve essere focalizzato non solo sul tener vive le motivazioni all’apprendimento, ma anche sulla capacità di discriminare fra conoscenze utili e inutili, fra informazioni corrette e scorrette, fra novità vere o false, in modo da mettere in grado il medico di saper soddisfare con efficienza e cognizione di causa quelle stesse inalienabili motivazioni.

Ovviamente tutto questo è possibile se il rapporto tra FNOM e Ministero è chiaro e ottimale: il giudizio della Federazione su questa relazione tra Federazione e Dicastero?
Direi che riconosciuto il ruolo di partner istituzionale, autorevole e competente alla FNOMCeO ed agli Ordini, si va in una direzione condivisa con reciproca soddisfazione.

Tutto il SSN e il mondo professionale medico è in attesa di sapere se "questa volta sull’Ecm si fa sul serio". Sono terminati i periodi di mancanza di chiarezza strategica e prospettica?
Dopo aver, con indiscutibile capacità, promosso la diffusa e inedita consapevolezza dell’importanza della formazione continua in medicina che ha coinvolto la maggior parte degli operatori sanitari del nostro paese, è stato messo in campo un sistema più maturo, sulla base della decennale esperienza, per una formazione del medico più convincente, perché pedagogicamente fondata e quindi capace di generare nuove domande, in uno schema di riferimento ben più ampio di quello oggi dominante nella logica dei crediti ECM.
Non più solo formazione residenziale, ma Fad, Fad/bleded, Formazione sul campo, accreditamento diretto dei Provider, ruolo fondamentale per le società scientifiche, rapporti chiari e trasparenti con gli sponsor, record unico di registrazione dei crediti, adozione del dossier formativo individuale e di gruppo, osservatorio e comitato di garanzia, sono i temi innovativi introdotti nel sistema con regole ed indirizzi che possono essere riaggiustati all’emergere di specifiche ed impreviste criticità attraverso un monitoraggio continuo che garantisca il mantenimento di elevati livelli di efficienza. La sfida è impegnativa, ma la professione medica ci crede.

Autore: Redazione FNOMCeO

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