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Manovra, Anelli (FNOMCeO): “Cambiare si può, vincolare le risorse al potenziamento del personale per curare tutti, curare prima, curare meglio”

“Una finanziaria con luci e ombre. Una manovra che mette sulla sanità tante risorse, grazie all’impegno infaticabile del Ministro della Salute Orazio Schillaci. Ma che non ha la forza per invertire il declino del Servizio sanitario nazionale, per colmare le disuguaglianze di salute, per ridurre le liste d’attesa”.

Questo il giudizio del Presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, sui provvedimenti che riguardano la sanità inclusi nella Legge di Bilancio 2026, attesa ora in Senato.

“2,4 miliardi aggiuntivi per la sanità su una manovra di soli 18 miliardi – ammette Anelli – sono un segnale forte da parte del Governo, che accogliamo con favore. Tuttavia, analizzando il contesto – contesto che non nasce certo dall’oggi, ma che è frutto delle politiche degli ultimi 25 anni – non sono sufficienti per cambiare la nostra sanità. Una sanità sempre più delegata alle Regioni, che possono decidere, senza vincoli e senza un indirizzo forte, come impiegare le risorse, e, dunque, sempre più frammentata”.

“Ancora una volta – sottolinea – la manovra cristallizza la spesa storica delle regioni, senza le necessarie risorse per superare i divari. Ancora una volta il rischio è che le Regioni, non sottoposte a vincoli, utilizzino le risorse aggiuntive per colmare i “buchi” di bilancio, per coprire le spese e non per investire”.

“Anche l’impegno per potenziare il personale – aggiunge – è senz’altro lodevole nelle intenzioni, ma insufficiente per dare le risposte tanto attese. La previsione è di appena mille in medici in più, dieci per provincia: solo dall’Ordine di Roma si sono cancellati, quest’anno, mille giovani medici, diretti all’estero.  Mille medici da assumere in un Paese che avrebbe i medici in numero sufficiente e che sta formando, entro il 2029, 42mila specialisti, mentre saranno solo diecimila quelli che andranno in pensione. Mille medici che comunque andranno attratti in un Servizio sanitario nazionale che non ha molto da offrire: retribuzioni non adeguate alla media europea, condizioni di lavoro insostenibili proprio per la carenza di personale, rischio di aggressioni, di burnout, di denunce ingiuste. Condizioni che, anziché attirare nuovi professionisti verso il nostro Servizio sanitario nazionale, causano la fuga di coloro che ancora resistono: fuga verso l’estero, verso il privato, verso il pensionamento anticipato”.

“Ma senza professionisti – chiosa Anelli – non si può fare la sanità, non si possono garantire le prestazioni ai cittadini. Soprattutto se questi cittadini sono sempre più anziani e con maggiori necessità di cure e i professionisti nel Servizio sanitario nazionale sono sempre di meno. E così le liste d’attesa si allungano, i pronto soccorso si affollano, le disuguaglianze di salute si ampliano e sempre più cittadini sono costretti a rinunciare alle cure, o a curarsi quando è ormai troppo tardi”.

“Servono azioni forti – spiega ancora – per invertire la tendenza e dare riposte ai cittadini. Servono più medici, più professionisti, in ospedale e sul territorio, da ingaggiare attraverso una valorizzazione della loro professionalità e delle loro competenze. Dobbiamo snellire la burocrazia, migliorare il sistema, aumentare l’autonomia dei medici: un’azione semplice come l’abolizione dei piani terapeutici libererebbe, sin da subito, cinque milioni di visite specialistiche da mettere a disposizione dei cittadini”.

“Cambiare si può – conclude Anelli – e si può, e si deve, iniziare già da oggi a fare il primo, essenziale, passo: vincolare, durante il passaggio in Parlamento, le risorse aggiuntive, individuate grazie al Ministro Schillaci, al Ministro Giorgetti e a tutto il Governo, al potenziamento del personale. La tutela della salute oggi in Italia è il frutto dell’impegno delle donne e degli uomini che, ogni giorno, si spendono con passione per le persone che soffrono. Sono loro il fulcro della sanità e meritano rispetto e sostegno. Ingaggiare più professionisti, più motivati, più realizzati significa schierare una squadra vincente per giocare la partita cruciale, dove il goal è la salute individuale e collettiva, garantita a tutti senza distinzioni. Puntare sui professionisti significa poter curare tutti, ripianando le disuguaglianze, curare prima, abbattendo le liste d’attesa, curare meglio, mettendo le migliori competenze al servizio della salute”. 

Guarda la dichiarazione video per FNOMCeO Tg Sanitàhttps://youtu.be/oTBmmubZumM

Ufficio Stampa FNOMCeO
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24 ottobre 2025

Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO

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