“Occorre migliorare la sicurezza dei medici, degli operatori sanitari, dei luoghi di lavoro, in particolare nei pronto soccorso e nei reparti più a rischio, come quello di psichiatria, dove lavorava, con passione e orgoglio Barbara Capovani. Lo stesso orgoglio, la stessa passione che le valgono il riconoscimento della medaglia d’oro al merito della sanità pubblica, e che ne mantengono vivo in noi il ricordo e l’insegnamento”.
Così il Presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, all’indomani della cerimonia di consegna, al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Ministro Orazio Schillaci, delle medaglie al “Merito della Sanità Pubblica” e ai “Benemeriti della Salute Pubblica”.
Il massimo riconoscimento è andato, alla memoria, anche alla dottoressa Barbara Capovani, psichiatra, uccisa da un suo paziente. “Non ha mai agito per interesse personale, ma solo ed esclusivamente con l’obiettivo di fare stare bene i suoi pazienti” si legge nella motivazione.
“Questa medaglia si affianca a quella ricevuta – continua Anelli – sempre alla memoria, da Paola Labriola, anche lei psichiatra, e a quella al valor civile di Eleonora Cantamessa, uccisa mentre tentava di soccorrere un uomo vittima di aggressione. Questi riconoscimenti sono un valore per la comunità medica ma anche un monito per l’intera società civile”.
“La sicurezza degli operatori – osserva – è infatti il primo presupposto della sicurezza delle cure; così come la rischiosità della Professione è l’effetto collaterale della quotidiana attività di prossimità e vicinanza dei nostri medici ai disagi delle persone e delle comunità, spesso in qualità di primi se non unici testimoni di diritti elusi e negati. I nostri professionisti curano negli ospedali e negli ambulatori, entrano nelle case, nei quartieri, nelle comunità devastate da malesseri ambientali e sociali, sino a pagare il prezzo più alto per non poter che rispondere “sì” a chi chiede soccorso”.
“È questo che è successo – aggiunge – a Barbara e, prima di lei, a Paola ed Eleonora. È questo che è accaduto a Gianluigi Andrea Piegari, medico che operava sulle ambulanze del 118, deceduto per aver contratto il Covid a seguito di un intervento di emergenza su un paziente colpito da infarto, e anch’esso contagiato. Si è distinto, si legge nella motivazione, per aver salvato vite umane e anteposto la salute dei pazienti che soccorreva alla propria vita”.
“Ogni medico, ogni giorno, antepone la salute del paziente ad ogni altro interesse – conclude Anelli – compresa la propria vita. È questo che ci insegna il Codice di deontologia: che nostro dovere è curare ogni persona, in ogni condizione, perché per noi “ogni vita conta”. Ma lo Stato, in tutte le sue declinazioni, deve metterci nelle condizioni ottimali per farlo, proteggendoci e tutelandoci. Per questo siamo orgogliosi dei riconoscimenti conferiti ieri, nella Giornata mondiale della Salute, a tanti medici, a tanti volontari, a tanti pazienti, e con lo stesso orgoglio conserviamo la medaglia d’oro che è stata conferita, nel 2023, a tutte le Federazioni e Consigli nazionali degli Ordini delle Professioni sanitarie e sociosanitarie”.
Ufficio Stampa FNOMCeO
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8 aprile 2025
Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO