“È assolutamente necessaria e urgente la ridefinizione dell’attuale tipologia del rapporto di lavoro che i medici fiscali hanno con l’INPS, al fine di garantire agli stessi stabilità e certezza. La funzione terza del medico fiscale raffigura infatti un’insostituibile garanzia di equilibrio del sistema, così come la richiesta d’ufficio delle verifiche dell’INPS consente di evitare comportamenti impropri anche da parte dei datori di lavoro”.
È quanto ha auspicato oggi, 18 febbraio, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, convocata in Audizione nell’ambito dell’Indagine Conoscitiva della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati sull’attività dei medici fiscali. In rappresentanza della FNOMCeO, è stato ascoltato il suo vicepresidente, Maurizio Benato.
La FNOMCeO ha espresso “la speranza di addivenire a una rapida risoluzione della drammatica situazione venutasi a creare a seguito della sospensione e riduzione delle visite fiscali effettuate dai medici fiscali che operano per conto dell’INPS”.
Riassumiamo rapidamente la vicenda: a seguito dei “tagli” previsti dalla Legge di Stabilità 2013, l’INPS decise, dal 2 maggio scorso – “senza nessun preavviso e senza la consultazione della FNOMCeO e delle organizzazioni sindacali di categoria” – di sospendere le visite fiscali d’ufficio per i lavoratori del settore privato, lasciando operative solo quelle richieste dai datori di lavoro.
Questa risoluzione ha comportato la sospensione del rapporto di lavoro per circa millequattrocento medici fiscali, penalizzando soprattutto quei professionisti, dell’età media di 50-55 anni, che avevano scelto di dedicare all’attività INPS la totalità o la parte prevalente della loro attività, viste anche le regole di incompatibilità, per i quali era pressoché impossibile ricollocarsi nel mercato del lavoro.
“Di fatto – è il commento della FNOMCeO – il provvedimento ha determinato il sostanziale licenziamento dell’intera categoria dei medici fiscali”.
Le visite sono state poi ripristinate, ma con un budget di soli 12 milioni di euro, “del tutto insufficiente per un corretto controllo dello stato di malattia”: tradotto in cifre, tale somma permette infatti lo svolgimento di cinque visite al mese per ogni medico fiscale, per un compenso mensile di 300 euro.
Ma quali sono, nel dettaglio, le richieste della FNOMCeO?
La costituzione, presso l’INPS, di un Polo Unico per l’effettuazione delle visite di accertamento medico legale, sia per i lavoratori pubblici che per quelli privati; la ridefinizione delle modalità di controllo sulle assenze per malattia dei dipendenti pubblici, della raccolta ed elaborazione dei dati relativi alle assenze stesse, e della remunerazione delle prestazioni; l’inserimento, in tali attività, dei medici che oggi prestano funzioni fiscali presso le Asl.
Infine, la FNOMCeO auspica l’istituzione di un Tavolo tecnico di confronto sulla materia, che veda il coinvolgimento del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di quello della Salute, di quello della Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, dell’INPS, oltre che delle Organizzazioni sindacali mediche e della Federazione stessa.
In allegato, il testo integrale dell’Audizione.
Autore: Redazione FNOMCeO