Realizzato dall’OMCeO di Pescara un evento ECM sulla Medicina di genere. A curarne la segreteria scientifica il Laboratorio per una Progettazione di Genere nella Salute dell’Ordine abruzzese, che ha voluto puntare su due specificità.
La prima tesa a creare maggiore interazione intorno al tema della medicina di genere, fra medici del privato e del pubblico, medici del territorio, ospedalieri e universitari. La locale università, la "G. D’Annunzio" di Chieti e Pescara, ha in Chieti quelle che erano le facoltà di medicina e psicologia. Con questo corso si vuole, anche grazie alla presenza di consigliere dell’OMCeO di Chieti, ipotizzare piccoli incontri aperti ai cittadini in quella che potrebbe essere area metropolitana.
La seconda specificità è insita nel punto di vista con il quale si vuole meglio comprendere la medicina di genere: non dalle cliniche né dalla farmacologia, ma dal punto di vista della fisiologia.
Fra i didatti del corso tre professori di fisiologia: Camillo Di Giulio e Vittore Verratti, della locale univesità di Chieti e Pescara, e Annamaria Aloisi, docente di fisiologia di Siena.
Con la presenza come moderatori di Luigia Cellini, Guido Cerolini Forlini e Sandra Rosini, si sono alternati alle relazioni Annarita Frullini, Biancamaria Guarnieri, Patrizia Ballerini e Sabina Gallina,Coordinatrice Nazionale Gruppo di Studio sulle "Malattie Cardiovascolari di Genere" della Società Italiana di Cardiologia.
Dieci anni fa, nel corso dell’incontro “Pari opportunità e salute: dalle leggi alle risorse” organizzato dall’OMCeO di Pescara con la Commissione Nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna e con la presenza dell’allora presidente FNOMCeO Giuseppe Del Barone, si presentò il volume, edito dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dalla Commissione Nazionale per la Parità e le Pari opportunità tra uomo e donna, “La mente, il cuore, le braccia e … guida alla salute delle donne”, a cura del gruppo di lavoro coordinato da Elvira Reale.
Si trattava di un primo approccio alle differenze di genere. I diversi capitoli erano titolati: Le malattie delle donne fra vecchi pregiudizi e nuove evidenze; Il corpo psichico, fisico, sessuato; Nuovi fattori di rischio: ambiente , violenza, lavoro; La valutazione del disagio nelle relazioni familiari e lavorative; Le donne i medici e le medicine.
Dalle differenze fisiologiche si è appreso come la permanenza ad alte quote mimi i meccanismi dell’invecchiamento, sia a livello respiratorio sia urinario, perché vi è correlazione fra esposizione ad ambienti ipossici e processi dell’invecchiamento. Nelle donne ad alta quota si sviluppano anche alterazioni di carattere ormonale. Naturalmente le differenze uomo/donna vanno oltre le differenze ormonali, ma queste devono essere ben conosciute e capite.
La plasticcità cerebrale si basa sulla sinaptogenesi ed è una ragione biologica delle differenze di genere: l’estradiolo aumenta la plasticità e la fluidità di membrana e il numero di collegamenti delle spine dendritiche nell’unità di tempo. Gli uomini hanno più cellule neuronali a disposizione, le donne più connessioni, gli uomini hanno una maggiore asimmetria di volume dei due emisferi. Nell’uomo è ridotto, rispetto alla donna, il volume del corpo calloso, il cervello femminile pesa di meno lavora di più e invecchia prima. Vi possono essere diminuzione di livelli ormonali con l’uso di morfina e farmaci analoghi.
Per valutare le disuguaglianze di salute una delle variabili è il genere e la dimensione sociale: sempre presente anche con un focus specifico di genere sulla salute della popolazione immigrata. Anche il capitolo intorno alla violenza contro le donne ha una forte rilevanza sanitaria, sia per le conseguenze immediate delle lesioni fisiche sia per gli effetti secondari.
Biancamaria Guarnieri, neurologa, ha parlato de "Il sonno di Lei, il sonno di Lui" dimostrando come quello di lei sia più spesso di cattiva qualità, con più sonnolenza diurna. La donna, rispetto agli uomini, soffre tre volte di più di insonnia e in menopausa ha maggiori disturbi respiratori nel sonno. La Guarnieri ha voluto ricordare Rita Levi Montalcini che in "Eva era africana" scriveva: “La differenza tra uomo e donna è epigenetica, ambientale. Il capitale cerebrale è lo stesso: in un caso è stato storicamente represso, nell’altro incoraggiato. Così pure tra popoli. È sempre un dato culturale. Per fortuna le donne stanno raggiungendo ciò che era stato loro precluso. Circa il 60 per cento di chi soffre la fame cronica, nel mondo, è donna. Ciò è dovuto al fatto che spesso le donne non hanno pari accesso alle risorse, all’istruzione e alla creazione di reddito, oltre ad avere un ruolo minore nei processi decisionali”.
Patrizia Ballerini, farmacologa della locale università, ha ricordato come i parametri alla base della farmacinetica siano diversi fra uomi e donna e che fondamentale sia la concentrazione effettiva in circolo. Ha affrontato il nodo della immissione in commercio dei farmaci generici. Ci sono studi, retrospettivi, del 2013 sulla variabilità della bioequivalenza (BE), in cui si dice che il generico deve avere un principio attivo disponibile nella circolazione ematica sistemica, in assenza di differenza nella velocità e concentrazione, quando il prodotto viene somministrato alla stessa dose, con ammessa una variazione di AUC, e Cmax. (AUC area sotto la curva della biodisponibilità del farmaco e Cmax concentrazione picco plasmatico.) In relazione a questi parametri si evidenzia come una elevata variabilità intrasoggetto nelle donne (CV) costringa ad un "pool size" più ampio. Come dire che il generico deve essere testato con sufficiente potenza statistica anche nella donna.
Patrizia Ballerini ha concluso l’incontro ricordando che un ratto maschio costa quasi la metà di una ratta femmina e ha aggiunto, citando Mary Woodward: "Se pensate che la ricerca sia costosa, provate la patologia".
Redazione portale
Il LABORATORIO PER UNA PROGETTAZIONE DI GENERE NELLA SALUTE dell’OMCEO
Autore: Redazione FNOMCeO