“Che Genere di Medicina è?” è il titolo del corso, promosso dall’OMCeO di Nuoro che intende promuovere la cultura della Medicina di Genere.
Il corso si svolgerà a Nuoro, sabato 20 maggio 2023 nell’ Aula conferenze “Donata Marchi” in Via A. Gramsci.
Nel corso è prevista la presentazione ed introduzione al corso di Maria Maddalena Giobbe, Presidente Ordine Medici Nuoro e relazioni di Franca Tegas, componente Commissione Nazionale FNOMCEO “Medicina di Genere”.
Si affronterà il tema dell’Odontoiatria di genere e quello del dolore con Cinzia Casu e Anna Guido Terapista del dolore.
Il cuore dell’evento sarà la lezione magistrale di Giovannella Baggio, President of the Italian Research Center for Gender Health and Medicine – Università di Padova che parlerà di Medicina di genere – specifica.
Nella sua relazione Giovannella Baggio dimostrerà come tutte le specialità debbano essere coinvolte nello studio della medicina di genere anche alla luce del Piano Formativo Nazionale per la Medicina di Genere, recentemente approvato e firmato dai Ministri della Sanità e del MIUR, documento che è una ulteriore importante tappa nella realizzazione a tutto campo della Medicina di Genere.
A cura di Annarita Frullini
Servono persone consapevoli e informate perché la “relazione di cura” si svolga con gentilezza ed efficacia.
La confusione che spesso rimane nonostante l’accumulo di informazioni può essere ridotta con la costruzione di un linguaggio comune fra curante e curato. Dalla buona comunicazione intorno alla medicina di genere, che si rivolge a uomini e donne, giovani e meno giovani, può partire un percorso terapeutico, rispettoso dei cittadini e degli operatori della sanità, che porti a rendere le persone “competenti” capaci di una maggiore comprensione delle tematiche sanitarie e di un miglioramento nella qualità della cura.
È con queste prospettive che il Centro Studi Strategie di Genere, che porta avanti un approccio interdisciplinare per la diffusione della salute e medicina di genere fra le aree mediche e le scienze umane, propone nell’aula consiliare del comune di Spoltore, in accordo con il Sindaco e l’Amministrazione Comunale, un percorso di dialogo e cura fra curanti e curati.
Sarà l’incontro fra la persona malata o in cerca di benessere, in grado di esprimere come percepisce malattia o disagio e il professionista della salute. L’incontro verrà aperto da un video di Giovannella Baggio e saranno presenti come relatori docenti dell’Università D’Annunzio, professionisti dell’ospedale e del territorio e una ricercatrice del CNR che parlerà delle diverse strategie per preservare la memoria.
Ai partecipanti sarà presentato un questionario per comprendere quanto i fondamenti della medicina di genere siano noti e quali argomenti si vorranno approfondire nei prossimi incontri.
A cura di Annarita Frullini
ARS Toscana organizza per l’11 maggio il Convegno “La salute di genere in Toscana”, in modalità mista, con presentazione del nuovo Documento ARS.
Obiettivo formativo
Le malattie, la loro prevenzione e le terapie farmacologiche sono state studiate prevalentemente su casistiche del solo sesso maschile, sottovalutando le peculiarità biologico-ormonali e anatomiche proprie delle donne. La medicina di genere è stata chiamata a limitare le disuguaglianze di studio, attenzione e trattamento che fino ad oggi sono state a totale svantaggio per le donne. Per ottenere questo obbiettivo la medicina di genere non deve essere una specialità a sé stante, ma un’integrazione trasversale di specialità e competenze mediche, affinché si consolidi una cultura e una presa in carico della persona che tenga presente le differenze di genere, non solo sotto l’aspetto anatomo-fisiologico, ma anche delle differenze biologico-funzionali, psicologiche, sociali e culturali, oltre che ovviamente di risposta alle cure.
Il nuovo Documento ARS sulla salute di genere in Toscana, i cui contenuti verranno diffusi durante il convegno rappresenta un importante aggiornamento epidemiologico e clinico sulla salute di genere in Toscana, a 10 anni dalla sua prima versione, ponendo sotto i riflettori molti aspetti relativi alla salute ed al ricorso ai servizi sanitari letti secondo l’ottica della differenza di genere.
Disponibile in allegato il programma dell’evento. Maggiori informazioni a questo link.
«È difficile trovare le parole in un momento come questo, quando i pensieri sono tutti rivolti alla famiglia della psichiatra Barbara Capovani che ha perso tragicamente la vita per mano di un soggetto privo di equilibrio psichico ». Così la dottoressa Paola Pasqualini, coordinatrice del gruppo di lavoro per la Medicina di genere della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (FNOMCeO), interviene sulla tragedia che ha colpito la comunità medica nei giorni scorsi. «Ci uniamo al dolore dei familiari e di tutte le persone che conoscevano la nostra collega, medico non solo esperto e capace, ma di una umanità solidarietà e fiducia nell’altro non comuni. “hon oi theoi philusin apothneskei neos – muor giovane colui che gli dei amano” dicevano gli antichi. Ma oggi no, non è accettabile morire così. Le promesse non bastano più, servono fatti concreti e rapidi dalle istituzioni, serve soprattutto una tutela superiore per la nostra categoria, specialmente per noi donne che, come riportano i dati, siamo quelle maggiormente colpite dalle aggressioni fisiche e verbali sul posto di lavoro. Ma, inutile nasconderlo, sappiamo che serve un cambio di rotta a livello sociale e culturale: le difficoltà della sanità pubblica ricadono sugli operatori che non lavorano più serenamente. Se non ripristiniamo la fiducia tra medico e paziente, leggi, precauzioni e prevenzione serviranno a poco. Fino a poco tempo fa venivamo chiamati “eroi”, oggi subiamo aggressioni fisiche e verbali quotidianamente. Si deve cambiare direzione. Lo dobbiamo a Barbara e a quanti prima di lei sono stati uccisi mentre svolgevano il proprio lavoro. Non vogliamo più piangere i nostri colleghi. Servono precauzioni ma anche una cultura della condivisione. La violenza non è accettabile. L’abbraccio del gruppo di lavoro va alla famiglia di Barbara Capovani e a tutti gli operatori sanitari vittime di violenza, perché sappiano che non sono soli.
Sabato 18 marzo si è svolto nella sede dell’Omceo di Pesaro il primo convegno locale sulla Medicina di Genere, con la responsabilità scientifica di Patrizia Collina, Coordinatrice della Commissione Medicina di Genere OMCeO Pesaro e Urbino.
Ha portato i saluti del Consiglio il Presidente Paolo Maria Battistini che ha seguito con il tesoriere Giovanni Del Gaiso tutta la durata del convegno.
Anna Maria Calcagni Presidente OMCeO Fermo ha coordinato lo svolgimento dei lavori.
Loreley Bianconi del Centro di Formazione Medicina di Genere OMCeO Rimini e componente del Gruppo di lavoro MdG della FNOMCeO ha illustrato lo stato attuale fra la normativa e le istituzioni. “Conoscendo e applicando la Medicina Specifica di Genere, la presa in carico dei bisogni sanitari dei pazienti diventa più facile perché questo approccio, di grande attualità, è multidisciplinare e interdisciplinare e garantisce equità ed appropriatezza ” Ha poi presentato il Centro di Formazione MdG Omceo Rimini, nato il 15 gennaio 2018 con delibera consigliare su proposta della Commissione MdG e Pari Opportunità. L’Obiettivo del centro è fare formazione, informazione, divulgazione, e favorire una formazione di professionisti della sanità. A distanza di oltre cinque anni questo seminare cultura di Medicina Genere Specifica in chi opera ogni giorno sul campo sembra essere efficace. Faremo in Aprile il prossimo convegno.
Laura Baffoni del Centro di Formazione Mdg di Rimini ha evidenziato come il genere sia un determinante di salute sia un fattore di discriminazione. Il genere stesso produce disuguaglianze che possono intersecarsi con altre disuguaglianze sociali ed economiche. Vanno evidenziato ancora oggi le conseguenze della scarsa rappresentazione del sesso femminile nella ricerca farmacologica. È necessario regolamentare la ricerca sui farmaci per un’equa rappresentazione dei due sessi.
Annarita Frullini – Gruppo di Lavoro FNOMCeO Medicina di Genere e Presidente del Centro Studi Strategie di Genere sottolineando come nella legge e nel piano attuativo si faccia riferimento a un approccio interdisciplinare tra le diverse aree mediche e le scienze umane si è soffermata sui documenti approvati dall’ Osservatorio sulla Medicina di Genere (OSMG ) dell’ISS. In particolare il documento “PROPOSTA DI INDICATORI PER LE DISEGUAGLIANZE DI SALUTE LEGATE AL GENERE” potrà essere usato nella programmazione/formulazione di interventi e ipotesi di azione, e nella valutazione dell’efficacia di politiche e interventi attuati. Gli indicatori di tale documento saranno correlati a quanto contenuto nel Nuovo Sistema di Garanzia (NSG) e nel Piano Nazionale della Prevenzione 20220- 2025. Tutto sembra condurci, con le parole di Silvio Brusaferro, a “Costruire il futuro della conoscenza biomedica alla luce delle differenze di genere.”
Tuttavia abbiamo ancora bisogno di leggi che partano dalla differenze tra uomini e donne, perché nel mondo “sono ancora molte le differenze di genere nella salute fisica, psichica e sociale del singolo e delle popolazioni “ e la mdg dovrà combattere la diseguaglianza e raggiungere l’equità.
Per raggiungere questi obiettivi serve ri- attualizzare saperi come le Medical Humanities e credere nel “ tempo della comunicazione quale tempo di cura” e sperimentare nuove competenze come l’urbanistica con prospettiva di genere e l’approccio One Health dove la salute globale del pianeta è importante tanto quella dei singoli individui.
Rita Chiari – Direttore U.O.C. Oncologia ATS Pesaro – Urbino – ha spiegato come in oncologia si possa imparare dalle differenze per migliorare l’assistenza e il trattamento di uomini e donne. “Ogni cellula è sessuata, ogni persona è sessuata. Il sesso è classificato come binario, il genere è un continuum.” Nei dati presentati – ha detto – farò riferimento alla dicotomia maschio-femmina.
I determinanti locali della carcinogenesi risentono dell’esposizione agli ormoni, al microambiente, al metabolismo cellulare e al sistema immunitario. Anche la composizione corporea in base al sesso è un fattore prognostico in alcuni tumori.
Riferendosi al cancro del polmone Rita Chiari ha evidenziato come due terzi dei decessi per questa neoplasia, in tutto il mondo, siano attribuibili al fumo, e che le donne che fumano hanno circa 25 volte più probabilità di morire di cancro ai polmoni rispetto alle donne che non fumano. Le fumatrici hanno anche maggiori probabilità di sviluppare il cancro ai polmoni rispetto agli uomini a parità di numero di sigarette.
I tumori della testa e del collo sono uno dei tumori maligni con il maggior squilibrio di genere, con diversa distribuzione dei siti tumorali. Anche i risultati del trattamento del cancro sono influenzati dalle differenze di sesso e genere con effetti sono modulati dall’età. E infine Rita Chiari ha presentato SEI, un progetto letterario di Medicina Narrativa nato dalla collaborazione tra scrittori e pazienti oncologici.
Leandro Provinciali – Docente Emerito di Neurologia dell’Università Politecnica delle Marche – per introdurci nelle Differenze di Genere del Sistema Nervoso ha illustrato la diversità anatomica e la diversità funzionale. Vi sono fra maschi e femmine umani differenze strutturali, differenze in termini di connessioni e di sostanza bianca e grigia negli emisferi. Tuttavia recenti ricerche hanno rivelano scarse differenze fra i cervelli degli uomini e quelli delle donne e le differenze mostrate in passato sono riconducibili a diversi approcci metodologici, allo scarso numero dei casi esaminati, ai metodi di calcolo del volume cerebrale, e all’età media del campione.
Sono ben documentati differenze di genere nei disturbi Psichici e nella malattia di Alzheimer.
Ha sottolineato Leandro Provinciali che l’Alzheimer non può essere attribuito alla maggiore longevità femminile. Anche se si ipotizza l’incidenza in età avanzata correlata con il calo degli estrogeni nessun trattamento sostitutivo premorboso è efficace nel prevenire la la malattia.
Michela Cottini – Cardiologia e UTIC, San Salvatore Centrale, Pesaro – ha illustrato gli effetti positivi e negativi degli estrogeni che rendono la presentazione clinica nella donna complessa e multifattoriale.
Ha sottolineato quanto sia importante conoscere le problematiche legate alla Circolazione Microvascolare per capire la tipologie di malattie cardiovascolari più comuni nella donna ( Angina microvascolare, Vasospasmo coronarico, Dissezione coronarica spontanea, Takotsubo). Ha evidenziato le caratteristiche fra Angina microvascolare VS Angina vasospastica.
Michela Cottini ha concluso sottolineando quanto deve essere fatto:
- considerare nella valutazione della donna cardiopatica sia i fattori di rischio tradizionali, sia quelli emergenti, sesso- e genere-specifici;
- istruire le donne in modo da aumentare la consapevolezza del rischio cardiovascolare e favorire il riconoscimento tempestivo dei sintomi e l’accesso precoce alle cure,
- istruire la comunità medica sulle differenze di genere ponendo attenzione sugli elementi clinici e anamnestici per riconoscere la presentazione atipica.
Numerosi gli interventi dei presenti. Annarita Frullini ha evidenziato quanta strada sia stata fatta in questi dieci anni nella conoscenza e nella diffusione della medicina di genere, a partire da quanto riportato nel numero 2/2013 della Professione dove si presentavano le prime iniziative sulla mdg negli ordini.
Annamaria Calcagni ha concluso evidenziando la numerosa partecipazione maschile e femminile e sottolineando come in questo primo evento a Pesaro sia emerso chiaramente che la salute dei cittadini dipenda da numerosi fattori e come diventi sempre più importante inquadrare il paziente in senso globale, cercando, con atti medici chiari e definiti, di accogliere non la malattia ma la persona malata.
Ha continuato Annamaria Calcagni “Noi vorremmo a livello regionale realizzare un gruppo di lavoro, un coordinamento ordinistico per la medicina di genere con tutti gli Omceo della regione Marche. Presto lo presenteremo.”
A cura di Annarita Frullini
Osservatorio Medicina di Genere, cresce la sensibilità della comunità scientifica alle differenze nell’approccio alla ricerca biomedica, licenziati due documenti per promuovere l’equità di genere nella ricerca
La ricerca sempre di più si declina al maschile e al femminile. Nella comunità scientifica crescono le azioni finalizzate a connotare un approccio alla ricerca capace di descriverne le ricadute nelle differenze di genere. Secondo il primo dei documenti approvati dall’Osservatorio dedicato alla Medicina di Genere (MdG), che si è riunito ieri all’Istituto Superiore di Sanità in sessione plenaria, in cui sono descritte le principali attività di un campione di Società scientifiche e Associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie, oltre la metà di esse (53%) ha istituito gruppi di lavoro specifici sulla MdG e ha organizzato sessioni specifiche nei propri convegni (53%), mentre survey specifiche sono state predisposte dal 31% delle Società coinvolte e il 9% ha pubblicato rubriche e opuscoli divulgativi sulla tematica.
I due documenti di indirizzo approvati nella seduta sottolineano la necessità di tener conto dei determinanti di sesso e genere nei protocolli di ricerca così come negli aggiornamenti delle Linee Guida Nazionali. “Questi dati indicano che nella comunità scientifica cresce la consapevolezza dell’importanza di costruire il futuro della conoscenza biomedica alla luce delle differenze di genere – afferma Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – Il lavoro dell’Osservatorio, oltre che a monitorare che avvengano azioni in questa direzione, sarà importante nel creare una base comune di lavoro per la realizzazione concreata della medicina di genere in tutti gli ambiti socio-sanitari in cui questo approccio è in grado di fare la differenza”.
Il secondo testo licenziato ieri consiste in un documento di indirizzo con indicazioni pratiche e concrete per predisporre protocolli di ricerca pre-clinica e clinico-epidemiologica che tengano conto dei determinanti di sesso/genere. Tra i principali quesiti necessari per la predisposizione di un protocollo di ricerca: quali sono i principali fattori alla base delle differenze di sesso e genere? Ci sono differenze tra le cellule maschili e femminili? In un laboratorio di ricerca come si devono coltivare le cellule per non interferire su queste differenze? Come si devono stabulare gli animali per evidenziare differenze di sesso? Quali sono i modelli da utilizzare per capire i meccanismi alla base delle differenze? Queste sono solo alcune delle domande a cui, in modo sintetico e concreto, nel documento si cerca di dare una risposta per facilitare il lavoro dei ricercatori e per costruire un paradigma comune perché la ricerca proceda sempre nel rispetto delle differenze.
In allegato l’ultimo numero della Newsletter sulla Medicina di Genere, ideata e sviluppata dal Centro di Riferimento per la Medicina di Genere-Istituto Superiore di Sanità, dal Gruppo Italiano Salute e Genere (GISeG) e dal Centro Studi Nazionale su Salute e Medicina di Genere.
La “Medicina di genere: nuova sfida per il futuro” maratona di due giorni organizzata a Catanzaro, nella Casa delle culture, in modalità sia residenziale sia Fad, dal locale OMCeO e dalla FNOMCeO, ha registrato grande successo sia per il numero degli iscritti, sia per la risonanza sulla stampa locale.
L’Ordine dei medici di Catanzaro, attraverso la Commissione di Genere, con Vincenzo Antonio Ciconte presidente OMCeO e Caterina Ermio responsabili scientifici, ha organizzato questo percorso formativo presentando sia le tematiche internistiche con differenze di genere note sia i possibili sviluppi futuri della medicina di genere.
“Riteniamo che il futuro sia medicina di genere, medicina di precisione, medicina personalizzata” ha detto Ciconte. Caterina Ermio ha precisato “Questo è il primo evento sulla Medicina di Genere della Commissione della Medicina di Genere dell’Ordine dei Medici di Catanzaro. Ne seguiranno altri per il grande interesse suscitato.”
Il corso suddiviso in sessioni ha visto affrontare argomenti di medicina interna e neurologia, già consolidati nella cultura della medicina di genere.
Nella sessione finale si è parlato di ambiente e tossicità, prevenzione ambientale e azioni positive, con una tavola rotonda multidisciplinare, dove hanno dialogato i presidenti degli ordini professionali – Medici, Ingegneri, Architetti, Chimici e Avvocati – perché “il problema della Medicina di Genere è un problema che coinvolge il genere, e il genere vuol dire anche avere un ambiente idoneo per la salute. Un confronto importante per capire e trasmettere la consapevolezza che la salute è un bene comune e va trattato come tale”.
La tavola rotonda ha spaziato su argomenti innovativi come il benessere legato ai modelli architettonici, e una nuova cultura dei materiali. Presente anche riflessioni sulla salute nell’agenda ONU 2030 e lo sviluppo urbano sostenibile declinato secondo la parità di genere.
Il corso nel complesso ha visto il contributo di una trentina di esperti di grande competenza, alcuni nomi noti a livello nazionale e altri espressione della realtà calabrese che negli anni ha tanto approfondito la medicina di genere.
Di grande utilità la sinergia creata con altre regioni del sud nell’affrontare tematiche di genere.
Caterina Ermio ha promesso la pubblicazione delle relazioni, nel portale dell’OMCeO di Catanzaro.
Saranno tutte da ascoltare e riascoltare. Forse varrà la pena di cominciare in ordine sparso ascoltando quelle relazioni che, fuori dai circuiti consolidati di esperti in medicina di genere, hanno mostrato con competenza e passione, nuove possibili prospettive di sviluppo per la medicina di genere:
Epigenetica e Genere di Marcella Pia Renis di Catania
Farmacologia e Genere di Luca Gallelli di Catanzaro
Depressione e Genere di Cristina Segura Garcia di Catanzaro.
L’OMCeO di Milano è diventato provider per corsi Fad Asincroni nel 2022.
Dice il Presidente Roberto Carlo Rossi: “Per l’Ordine si è trattato di un logico complemento della nostra presenza sul campo, che data ormai alcuni decenni, quale provider nazionale degli eventi ECM.”
Fra le Fad asincrone del 2022 il corso «La medicina di genere: la personalizzazione della cura» attivo con crediti Ecm fino al 31 12 22.
“Abbiamo avuto sempre un riscontro eccellente con i temi sulla MdG. – continua il presidente Rossi – In molti ci hanno spinto alla creazione di questo evento FAD dopo che la MdG, argomento da Noi già affrontato, sia in convegni residenziali, sia con una Fad sincrona, aveva stimolato l’interesse specifico tra i Colleghi.
Abbiamo scelto di offrire formazione anche a medici iscritti in altri Ordini perché informazioni e cultura non devono avere confini. Anche in questo caso il riscontro ottenuto ci ha gratificato e confermato la bontà dei nostri intendimenti.”
Va segnalato che i corsi FAD sincrone e FAD asincrone, una volta usciti dal circuito formativo Ecm restano visibili nella piattaforma dell’Ordine, come il corso del 2021 La medicina di genere nello studio del medico di famiglia.
Luciana Bovone, responsabile della Formazione per l’OMCeO di Milano presenta e conclude il corso «La medicina di genere: la personalizzazione della cura» realizzato grazie a dodici donne medico. “Ho chiamato a raccolta colleghe con le quali avevo condiviso esperienze professionali, che sapevo essere cultrici della Medicina di Genere. – dice Luciana Bovone -Hanno tutte differente estrazione, e questo nel modulo proposto è stato motivo di grande arricchimento. La nostra Fad ha contribuito a diffondere la Medicina di Genere (che preferisco chiamare Medicina genere-specifica), cultura che dovrà essere sempre più applicata nella quotidiana attività clinica e sempre più insegnata nel percorso di studi universitario.
Franca Di Nuovo nella sua introduzione invita a lavorare con un orientamento sesso-genere, perché vi siano politiche sanitarie corrette, appropriate ed eque.
Marina Pizzi nel modulo Risposta di genere ai farmaci presenta Vigibase il database dell’Oms che nel periodo 1967/2018 ha monitorato i farmaci con oltre 18 milioni di rapporti che hanno consentito di comprendere le diverse risposte ai farmaci nei due sessi.
Piera Angelica Merlini – Cardiologia e Medicina di Genere – punta ad ottenere una riduzione della mortalità cardiaca nelle donne, che rimane più alta rispetto a quella maschile, nonostante una sempre più uniforme applicazione delle linee guida, attraverso una maggiore focalizzazione sui fattori genere specifici.
Daniela Perani ha affrontato le differenze di genere nelle Malattie neurologiche, mostrando come sia grande l’interazione del sesso con tutti i fattori coinvolti nella fisiopatologia delle malattie neurologiche.
Cristina Colombo – patologie psichiatriche – ha evidenziato la prevalenza, mediamente doppia, di depressione maggiore, distimia, disturbi d’ansia nel genere femminile verso i disturbi della condotta e dell’impulsività più frequenti nel genere maschile.
Barbara Papazian ci mostra come Bpco-asma, una volta patologie appannaggio del sesso maschile oggi rilevanti anche nel sesso femminile e diverse nelle forme di manifestazione.
Patrizia Rovere Querini affronta il tema dell’Immunologia: chiave di volta per le differenze di genere sia quantitative che qualitative. Queste differenze di funzionamento del sistema immunitario si sono evidenziate con il Covid-19, malattia con diversi spettri di gravità e diversa incidenza tra uomini e donne.
Gabriella Farina ci mostra come i tumori non siano democraticamente distribuiti, essendo minore il rischio di ammalarsi e morire per le donne. Nel 2021 si è confermata per per entrambi i sessi la diminuzione già registrata negli anni passati. La mortalità rimane minore per le donne e globalmente in Italia migliore rispetto al resto dell’Europa.
Annamaria Masu ci conferma che le patologie tiroidee, spesso patologie autoimmuni, sono prevalentemente femminili con donne in età adulta molto più soggette alle malattie tiroidee rispetto agli uomini.
Valeria De Grazia ci conduce nel dolore cronico e le differenze di sesso e genere.
Il dolore cronico ha una maggiore incidenza nella popolazione femminile (56 %) in tutte le fasi della vita. La vulnerabilità femminile al dolore, spiegata da diversi meccanismi, comporta una limitazione delle abilità fisiche e delle capacità di movimento e necessita di una valutazione multidimensionale e multidisciplinare.
Roberta Gualtierotti ci introduce nella metodologia della Ricerca: è necessaria un’attenta revisione della letteratura, e il riportare sempre il sesso delle cellule, dei tessuti, degli animali o degli umani studiati. Se nella ricerca si utilizza un solo sesso, è necessario spiegarne la motivazione e discutere sempre le possibili implicazioni di sesso/genere nei propri risultati.
Luciana Bovone, nel concludere il corso, ha ricordato come sia etico superare gli stereotipi sia nel sociale sia nelle scienze mediche. Sesso o genere fanno la differenza in Medicina e lo abbiamo appreso anche dall’esperienza del Covid-19. Sempre più dobbiamo parlare di Medicina genere-specifica, perché il genere è un determinante di salute e la Medicina di Genere un obiettivo strategico per le organizzazioni sanitarie.
Articolo a cura di Annarita Frullini
Medica, psicoterapeuta, specialista in Ostetricia e Ginecologia
Si è svolto sabato 12 novembre 2022 nella Sala Convegni dell’OMCeO di Fermo, il convegno MEDICINA di GENERE con il patrocinio della FNOMCeO, del Comune, della Provincia di Fermo e di ASUR (Azienda Sanitaria Unica Regionale delle Marche Area Vasta n 4).
Anna Maria Calcagni, nel presentare il corso ha detto: “La MdG per questo Ordine è un argomento nuovo ma realizzeremo presto, in rete con altri ordini, studi e pratiche sulla MdG perché colleghi di diversi settori, imparino ad osservare e curare con attenzione di genere. Dopo la fase pandemica, che ha segnato medici e popolazione tutta, vogliamo trasmettere il desiderio di avere visioni e ripartire tutti riprendendo entusiasmo per la vita.”
Il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, ha ringraziato l’OMCeO sempre attivo nelle iniziative di sensibilizzazione verso l’intera cittadinanza, tanto da aver spinto l’amministrazione comunale ad attuare collaborazione virtuose, inserendo nelle sue attività incontri e campagne di prevenzione.
Roberta Chersevani ha ricordato come la medicina di genere, si fondi come legge su un solo articolo inserito nella legge sul riordino delle professioni sanitarie e sulla sperimentazione clinica di medicinali, dopo lungo iter parlamentare.
Elena Ortona ha presentato la Medicina di Genere, obiettivo strategico della sanità pubblica, fra norme legislative e Istituzioni di riferimento
Lo stato di salute e di malattia sono influenzati da aspetti biologici legati al sesso e da fattori che dipendono dall’ambiente e dallo stile di vita legati al genere. La MdG vuole garantire ad ogni persona la migliore cura possibile, rafforzando i concetti di centralità del paziente e personalizzazione delle terapie. Per migliorare appropriatezza ed equità degli interventi di prevenzione, diagnosi e cura presso l’ISS è stato creato un Osservatorio dedicato alla medicina di genere con sei gruppi di lavoro (percorsi clinici, ricerca e innovazione, formazione universitaria e aggiornamento del personale sanitario, comunicazione e informazione, farmacologia di genere, diseguaglianze di salute legate al genere). L’impegno delle istituzioni è fondamentale perché la pratica della MdG si diffonda.
Teresita Mazzei nel suo intervento sulla Farmacologia Genere-specifica ha ricordato che le donne assumono molti farmaci in quantità maggiore rispetto agli uomini, forse perché le donne vanno maggiormente dal medico sia per sé sia per la famiglia. Forse perché le donne hanno la necessità di guarire in fretta, avendo un carico familiare da accudire.
Le donne rispondono in maniera diversa rispetto all’uomo ai farmaci per differenze fisiologiche, anatomiche e ormonali. Vi è un profilo farmacocinetico diverso fra uomini e donne per assorbimento, distribuzione, metabolismo ed eliminazione dei farmaci.
Le reazioni avverse a farmaci (ADRs) si verificano più frequentemente nelle donne, l’uomo è più fragile nelle infezioni batterica e virali. Abbiamo ancora un lungo percorso per arrivare a linee guida genere-specifiche e a cambiamenti posologici.
Carolina De Vincenzo ha ricordato come nell’OMCeO di Campobasso si sia partiti già nel 2016 con un percorso di alfabetizzazione di genere, per poi affrontare tematiche più specialistiche.
Cecilia Politi ha spiegato quanto sia fragile il cuore delle donne.
In Italia una donna su due muore di malattia cardiovascolare. Lo Scompenso Cardiaco, la Fibrillazione Atriale e la Malattia Coronarica sono le principali responsabili di questa mortalità. Tutte e tre queste patologie colpiscono le donne in maniera altrettanto significativa degli uomini, ma presentano differenze nella fisiopatologia, nella sintomatologia, nel quadro clinico, nonché nelle opzioni terapeutiche disponibili e più adatte a ciascun genere. Solo la conoscenza di queste differenze può evitare la sottostima del rischio, la mancata diagnosi o il suo differimento e quindi un inevitabile ritardo nella tempistica terapeutica ritenuta ottimale e anche il sottotrattamento. Tutti questi elementi accanto alla mancata percezione del rischio cardiovascolare nella donna, condizionano la sopravvivenza e la qualità della vita in una popolazione come quella femminile considerata erroneamente “protetta” dalle malattie vascolari.
Anna Ruggieri ha presentato le differenze di genere nel COVID.
Le donne sviluppano risposte immunitarie, sia innate sia adattative, verso gli antigeni virali più intense rispetto al sesso maschile. Anche con il Covid gli uomini hanno mostrato una ritardata attivazione della risposta innata antivirale rispetto alle donne, e il sesso femminile ha attivato una risposta antinfiammatoria più precoce. Nel Covid la linfopenia e l’elevato apporto neutrofili/linfociti, più frequenti negli uomini rispetto alle donne, sono associati a un esito peggiore.
Dai nostri dati – dice Ruggieri – emerge che il sesso è una variabile biologica capace di influenzare la scelta di appropriati biomarcatori di progressione della malattia Covid -19.
Vi è la necessità di personalizzare in base al sesso l’assistenza dei pazienti Covid -19 dal momento del ricovero in ospedale. È necessario ottimizzare i programmi di sorveglianza sanitaria tenendo conto delle differenze di sesso nel Covid anche per la fase vaccinale e per la valutazione dei titoli anticorpali. L’analisi della risposta anticorpale al vaccino Covid 19, disaggregata in base al sesso, fornirà informazioni utili per ottimizzare i programmi di sorveglianza sanitaria.
Laura Bonanni ha affrontato il tema Neurologia e Genere mostrando dati epidemiologici:
la malattia di Alzheimer è due volte più frequente nelle donne rispetto agli uomini, l’ictus cerebrale ischemico ha prognosi peggiore nelle donne, la demenza a corpi di Lew e la sclerosi laterale amiotrofica è più frequente nei maschi. I fattori di rischio cerebrovascolari sono ancora una volta: ipertensione dislipidemia e diabete. L’ictus nelle donne – dice Laura Bonanni – è un problema di salute pubblica riconosciuto a livello mondiale. Spesso le donne sottovalutano problematiche, e pensano che il dolore faccia parte della normalità. Ancora oggi abbiamo per le donne, più anziane quando si affacciano alla patologia, e con maggiori comorbidità, delle differenze di accesso al percorso ictus, con un ritardo nella gestione dello stroke. Sono quindi necessari nuovi dati e cambiamento di pratiche.
Annarita Frullini ha evidenziato come nella Legge Istitutiva del 2018 e nel Decreto attuativo del 2019 si parli “di un approccio interdisciplinare tra le diverse aree mediche e le scienze umane “.
Quindi Salute e Medicina di Genere, ossimoro, fra competenze scientifiche e umanistiche, con diversi saperi e diverse pratiche, declinate nei contesti ambientali, urbanistici ed economici. Quasi immediato anche il pensare alle Medical Humanities, da decenni sviluppate nei nostri Ordini con diverse forme: dalla scrittura alla musica, dalle arti figurative alla fotografia, dal teatro al cinema. Vale la pena di riprendere la solida esperienza stratificata negli Ordini in questi campi ricordando di usare un linguaggio comprensibile. Perché come spiegò Marco Masoni a Siena nel 2017 “la capacità di comprensione di un documento da parte di un individuo è 2-3 gradi inferiore al grado di istruzione.” La MdG può essere variabile in tutti i campi: anche nell’Intelligenza Artificiale, sostenuta da algoritmi che debbono aver presente il genere nella loro costruzione. L’IA può essere partecipata sia da chi la usa sia da chi la crea, tenendo in mente l’algoretica (algor + etica), valori, principi e norme in un concetto coniato da Paolo Benanti per evitare, nelle macchine, la sola logica binarie del sì e del no. Frullini ha proposto: “Ritorniamo a una medicina che sia arte e scienza, meglio ancora a una medicina di genere declinata in tutti i saperi. E che veda una partecipazione creativa di operatori e fruitori nella costruzione della salute.”
Simona Piergallini ha concluso il convegno. “Oggi abbiamo visto come possiamo migliorare la pratica nei nostri studi, e come la conoscenza della MdG possa aiutarci in un confronto interdisciplinare. Ci lasciamo all’inizio di un cammino verso una maggiore equità, uguaglianza ed appropriatezza dei mezzi diagnostici e terapeutici.”