Medicina difensiva: le proposte dell’Università Cattolica per arginare il fenomeno

Report n. 56/2010

MEDICI : PRESCRIVONO ESAMI O RICOVERI INUTILI

Lo ammettono gli stessi dottori, che lo fanno per evitare contenziosi con i pazienti. Ma così si spendono soldi e si provocano disagi inutili. Sono sempre di più i medici che prescrivono consulti superflui, più esami del necessario o ricoveri al posto di interventi in ambulatorio. La pratica, nota come “medicina difensiva”, serve a evitare contenziosi legali con il paziente. Ora gli esperti dell’Università Cattolica di Milano hanno raccolto in un volume le loro proposte per superare questo fenomeno, causato soprattutto dal timore del medico di ripercussioni legali.

Il libro nasce dagli sforzi del Centro Studi `Federico Stella´ sulla giustizia penale e la politica criminale (Csgp) della Cattolica, su proposta e con la consulenza della Società italiana di Chirurgia. L’indagine fotografa il fenomeno in Italia: quasi otto medici su dieci (77,9%, su più di 300 chirurghi intervistati) hanno assunto un atteggiamento di medicina difensiva nell’ultimo mese di lavoro. Tra questi, sette su dieci (69,8%) hanno proposto il ricovero di un paziente che si poteva gestire in ambulatorio, il 58,6% ha richiesto un consulto non necessario ad altri specialisti e il 26,2% ha escluso da alcuni trattamenti dei pazienti “a rischio”. A utilizzare la medicina difensiva sono soprattutto i dottori più giovani: tra i 32 e i 42 anni vi fa ricorso il 92,3%, contro il 67,4% di quelli tra 63 e 72 anni.

Secondo gli esperti del Csgp, che comprendono chirurghi e giuristi, “un sistema professionale come quello medico, a rischio continuo di indagine penale, non è un sistema più attento e diligente, ma un sistema che riduce i rischi di chi agisce cercando maggiori tutele formali, a scapito dell’utenza”. Da qui la loro proposta di riforma legislativa, che “organizzi sistemi per la registrazione e gestione degli errori medici, al fine di aumentare la sicurezza del paziente e di ridurre il rischio”, ma anche che “tratti dal punto di vista normativo le criticità del sistema sanitario, e che permetta a tutti i livelli di poter imparare dai propri errori”, senza che i medici abbiano l’ansia costante di una causa legale.

Come intervenire contro il dilagare di atteggiamenti di medicina difensiva?
Il rischio della medicina difensiva è che l’obiettivo prioritario della tutela della salute del paziente venga subordinato alla minimizzazione del rischio legale. Sarebbe necessario un intervento legislativo che ripristini un equilibrio tra l’esigenza di salvaguardare gli operatori sanitari da iniziative giudiziarie avvertite come arbitrarie e ingiuste e la necessità di tutelare i diritti dei pazienti che si ritengano danneggiati da episodi di medical malpractice.

Se si vogliono evitare errori sanitari, ”è necessario liberare i medici della paura di doverne rispondere penalmente e civilmente. E’ necessario riformare la gestione del rischio clinico, altrimenti si continuerà a non dare risposte concrete nè ai pazienti nè ai medici”, ha commentato il Ministro della Salute Ferruccio Fazio, durante il seminario sulla responsabilità professionale nell’attività sanitaria, organizzato dalla nostra Federazione . ”Il problema del rischio clinico – ha detto – è grave sia in termini di salute pubblica che in termini economici, visto che la medicina difensiva si mangia ogni anno 15 miliardi di euro, in esami inutili e dannosi per il paziente. Inoltre i rimborsi per chi è stato danneggiato sono lentissimi, arrivano in media dopo sette anni e solo al 10-20% delle persone”.

Roma 04/06/2010

Autore: Redazione FNOMCeO

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