Si terrà venerdì 15 Aprile il Convegno organizzato dall’OMCeO di Piacenza su un tema centrale del dibattito medico-sanitario: le problematiche giuridico-deontologiche e le responsabilità del lavoro d’equipe. Il Convegno è suddiviso in due parti, una metodologica-giuridica e l’altra di più diretta osservazione dell’esperienza sul campo.
«Il convegno – spiega la Dott.ssa Anna Maria Greco, Vice Presidente dell’OMCeO di Piacenza – intende approfondire la responsabilità sanitaria
dell’attività d’equipe a tutela del paziente e degli stessi operatori, con la
consapevolezza che la cura, la
continuità della cura e l’assistenza
richiedono una riorganizzazione del
sistema in cui il coordinamento tra i vari attori è requisito imprescindibile
per far fronte alla medicina dei nostro tempo, garantendo nel contempo la
sostenibilità dei principi di universalità e solidarietà. Lavorare in equipe
significa confrontarsi quotidianamente,
discutere e condividere obiettivi nel rispetto dei diversi ruoli professionali. Confrontarsi significa anche condividere la
responsabilità delle cure. La cura oggi
non è più rappresentabile con l’immagine del rapporto tra paziente e medico “di
fiducia”, ma si manifesta in modo radicalmente diverso. Il continuo progresso
della medicina ha determinato, quale naturale conseguenza, la produzione di una
conoscenza non più dominabile da un unico operatore, rendendo necessario
l’allestimento di un’organizzazione multidisciplinare. Quando si parla di
responsabilità dell’equipe medica si aprono una serie di problematiche di
carattere giuridico e questo perché l’equipe è costituita da professionisti
legati tra loro da rapporti che devono saper coniugare la necessaria assunzione
delle proprie responsabilità con la
volontà di ispirare il rapporto con gli altri operatori a modelli di collaborazione e di ascolto».
Sarà presente il Segretario FNOMCeO Dott. Luigi Conte con un intervento dedicato al confronto tra i codici deontologici e alla loro valenza giuridica: «Sulla base dell’art. 66 del nuovo Codice di Deontologia Medica, articolo che
riguarda il rapporto con le altre professioni sanitarie, "il medico si
adopera per favorire la collaborazione, la condivisione e l’integrazione
fra tutti i professionisti sanitari coinvolti nel processo di
assistenza e di cura, nel rispetto delle reciproche competenze, autonomie e correlate responsabilità", oltre a sostenere "la formazione interprofessionale, il miglioramento delle organizzazioni sanitarie nel rispetto delle attività riservate e delle funzioni assegnate e svolte e l’osservanza delle regole deontologiche". In questo quadro, al fine di tutelare la salute individuale e collettiva, va infatti sottolineato che il medico esercita attività basate sulle competenze, specifiche ed esclusive,
previste negli obiettivi formativi degli ordinamenti didattici dei
corsi di laurea, integrate e ampliate dallo sviluppo delle conoscenze in
medicina, delle abilità tecniche e non tecniche connesse alla pratica
professionale, delle innovazioni organizzative e gestionali in sanità,
dell’insegnamento e della ricerca. Ci sono poi altri articoli del CDM
che individuano i capisaldi delle competenze specifiche ed esclusive del
medico (la diagnosi, la terapia, la prescrizione, il consenso
informato): individuazione che si è avvertita come necessaria per
ovviare all’eterogeneità
della matrice giuridica in materia e per il conseguente rischio di
permeabilità a sovrapposizioni di competenze con altre professioni
sanitarie,
soprattutto in contesti organizzativi che, sostanzialmente, mirano ad un
trasferimento di atti e procedure solo in ragione dei minori costi dei
fattori produttivi. Oggi, superando posizioni del passato, la Suprema
Corte ha ritenuto di riconoscere natura giuridica alle norme deontologiche:
sia alla luce dell’inserimento delle stesse nell’ordinamento giuridico
professionale perché integrano l’articolo 38 del DPR 221/1950, sia in
forza della consistenza giuridica delle stesse sanzioni disciplinari
previste dalla legge».
Autore: Redazione FNOMCeO