Medi@Sud: reportage dal Sud del Mondo

MedI@ inaugura oggi i Reportage, realizzati grazie alla collaborazione con SudSanità, rivista trimestrale dedicata alla Sanità meridionale e alle esperienze sanitarie di cooperazione con il Sud del mondo. Massimo Caruso, “inviato speciale” per la nuova rubrica Medi@Sud, è stato a Maputo, in Mozambico, per indagare sulla drammatica ed endemica diffusione del virus Hiv, responsabile dell’Aids, che colpisce soprattutto donne e bambini.

L’undici virgola cinque per cento dei mozambicani, di età tra i quindici e i quarantanove anni, è sieropositivo. Questa percentuale sale al tredici virgola uno per cento nelle donne, con un picco del sedici virgola otto per cento in quelle tra i venticinque e i ventinove anni. Corollario sono l’infezione dei neonati, che interessa il due virgola tre per cento dei bimbi tra zero e undici mesi, e la morte del cinquanta per cento dei bambini sieropositivi entro i due anni, se non curati precocemente.

Parlare di Aids in Mozambico vuol dire parlare di un’epidemia grave, endemica, trasversale, che coinvolge le fasce più deboli. E vuol dire parlare anche del ruolo della donna, in una società che la vede in posizione subalterna e di debolezza, e della relazione tra madre e figlio.

Che fare? L’attività congiunta delle ONG presenti sul territorio (spicca la Comunità di Sant’Egidio, Programma DREAM, e "Medici con L’Africa" CUAMM) e dell’UNICEF, con compiti, quest’ultima, di affiancamento strategico all’azione governativa, ha permesso il miglioramento della situazione rispetto a dieci anni fa. Ma molti passi restano da compiere. Quali? Potete leggere il reportage, in versione integrale, cliccando qui.

Autore: Redazione FNOMCeO

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