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Monitor: l’articolo di Amedeo Bianco sulla Conferenza ECM

Mentre a Cernobbio si stanno tenendo i lavori della terza Conferenza nazionale per l’Educazione Continua, l’Agenas ha pubblicato il numero 28 del suo trimestrale, Monitor (scaricabile gratuitamente qui). Tra gli interventi del periodico, si segnalano quelli del ministro Fazio (Educazione continua in medicina:una sfida culturale per la qualità del sistema formativo), di Maria Linetti (Provider: le novità in cantiere), di Luca Coletto (La formazione continua ECM: dall’Accordo Stato-Regioni del 5 novembre 2009 al consolidamento del sistema). Offriamo ai nostri lettori l’intervento integrale di Amedeo Bianco, che a Cernobbio è presente come chairman di alcune sessioni, in qualità di vice-presidente della Commissione Nazionale.

Ecm: la costruzione di un modello di formazione coerente con il sistema sanitario italiano

La Commissione nazionale Ecm porta quest’anno a Cernobbio i frutti di un anno di lavoro intenso: il nuovo Accordo Stato Regioni migliora il precedente, trovando un punto di equilibrio tra i due sistemi di accreditamento, nazionale e regionale.
Il doppio sistema di accreditamento è una palestra in cui si sperimenta la possibilità di realizzare, su un terreno di sintesi e di sinergie, sia il rispetto delle specificità delle singole Regioni sia la coerenza del sistema nel suo complesso.
La sfida culturale che abbiamo affrontato sta nella capacità di sviluppare forme di federalismo maturo efficace ed efficiente. Si tratta di rispettare l’esigenza regionale di orientamento, anche attraverso regole normative connesse alle proprie specificità organizzative, trovando un punto di equilibrio con la coerenza al sistema nazionale, anche perché il riconoscimento dei titoli è comunque a livello nazionale. Per far sì che i sistemi regionali competano tra di loro verso l’alto e non verso il basso, occorre tenere saldo un asset omogeneo di requisiti e criteri per l’accreditamento, in modo di dare ai professionisti una garanzia sulla qualità e l’efficacia della formazione.

Credo che il percorso compiuto in questi anni sull’Educazione continua in medicina sia stato tutto orientato alla costruzione, in termini concreti e reali sia pure con tutte le difficoltà che abbiamo visto e che vediamo, di un sistema di offerta di attività formative che fosse coerente allo sviluppo del sistema sanitario. Le attività formative, che già prima venivano svolte in ragione dei codici deontologici e della responsabilità di ogni singolo professionista, sono state ricondotte ad un sistema di formazione capillare, che guardi da una parte ai bisogni del singolo, sulla base del profilo delle sue esigenze e competenze, e dall’altra ai bisogni delle organizzazioni sanitarie, perché la formazione continua è elemento essenziale per la qualità delle prestazioni, per il miglioramento delle organizzazioni e dei processi assistenziali, di prevenzione e di cura.

Intorno a queste esigenze si sono costruite le particolarità e le specificità del sistema Ecm italiano, che discuteremo insieme a Cernobbio. Il primo elemento caratterizzante del nostro sistema è sicuramente l’idea del dossier formativo, individuale e regionale, che è già in sperimentazione avanzata in alcune realtà. Uno strumento che disegna, complessivamente, il percorso di aggiornamento e studio compiuto, rivelandone la coerenza e anche le eventuali criticità.
L’altro elemento specifico è la messa in rete delle anagrafiche dei professionisti e la certificazione presso le autorità di Ordini e Collegi, dei crediti di ogni singolo professionista. Questo metodo ha realizzato una mappatura straordinaria delle attività formative svolte, visto che coinvolge complessivamente circa un milione di professionisti, dandoci la possibilità di avere una banca dati di tutte le attività realizzate.
Il terzo punto caratterizzante è quello di aver affrontato in modo maturo il rapporto tra autonomia e indipendenza della formazione e sponsorizzazioni, ovvero il rapporto tra sponsor e provider. Nel nostro sistema tutto questo avviene nell’ottica della trasparenza, attraverso un contratto pubblico. C’è un area di convergenza gli interessi dell’industria e la formazione: le aziende farmaceutiche o biomedicali hanno prodotti di qualità, innovativi, che hanno una loro forza propositiva e che quindi è utile che entrino in un circuito di comunicazione e di formazione. Per lo sponsor che voglia invece soltanto promuovere i suoi prodotti restano i consueti canali di informazione, al di fuori dell’Ecm.
Quarto tema proprio dell’Ecm italianaè quello legato allo sviluppo delle attività di ricerca sui temi della formazione, che svilupperemo proprio a Cernobbio. Questo filone di ricerca deve essere profondamente mirata a obiettivi di aggiornamento delle attività formative, di valutazione e misurazione dell’impatto della formazione sulla qualità dei servizi e deve avere come obiettivo la creazione di una cultura di innovazione delle metodologie didattiche, per rispondere in modo sempre più appropriato alla domanda, notevole anche sotto il profilo quantitativo, “imparando” anche dalla valutazione degli outcome della formazione.

Malgrado la soddisfazione per il lavoro compiuto fino ad oggi, non possiamo però nascondere le criticità che il sistema Ecm ancora presenta.
Sicuramente, ed è la più rilevante delle criticità, il sistema ha delle asimmetrie tra domanda e offerta, perché segue in parte una logica di mercato e il mercato ovviamente si orienta là dove ci sono legittimi interessi da soddisfare.
La cabina di regia del sistema può però contare su una mappatura accurata dell’offerta e, di conseguenza, offrire risposte alla domanda di formazione “inevasa”.
Proprio in questa prospettiva la Fnomceo, ma anche l’Ipasvi, quest’anno ha messo a disposizione attività formative a distanza, potenzialmente aperte a tutti gli iscritti, in grado di coprire il 50% dei crediti formativi richiesti, a titolo gratuito. Non credo che questo sia sufficiente a risolvere il problema, ma dimostra che non è impossibile farlo. Stiamo lavorando a questo in modo sistematico, e per l’anno prossimo proporremo diversi eventi formativi in materia di deontologia, oltre a progetti legati alla buona gestione del servizio sanitario.
Inoltre per cogliere i bisogni dei singoli professionisti o delle singole strutture esistono altri strumenti. Il primo è la formazione sul campo aziendale, dove tutti gli obiettivi legati al miglioramento della qualità dei processi possono essere affrontati organizzando incontri di audit clinico, peer review, gruppi di lavoro, revisione dei casi clinici, dei processi ecc.
Altra possibilità da sviluppare, soprattutto per rispondere al bisogno di formazione e di aggiornamento dal punto di vista tecnico professionale, è quella che ha come attori le Società scientifiche, per coprire sempre più questa fetta di bisogno formativo che attiene allo sviluppo delle competenze in ogni singola area specialistica o ultra specialistica.
Una gamma di offerta, da sviluppare certamente ma già molto variegata, nella quale ogni medico e ogni professionista della sanità può trovare risposta alla sua esigenza di formazione, per il miglioramento della propria qualità professionale e quindi dell’intero sistema sanitario.

di Amedeo Bianco
presidente Federazione Nazionale degli Ordini

Autore: Redazione FNOMCeO

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