Napoli, professione e benessere

"Quando si parla di benessere lavorativo, bisogna parlare di temi reali, anche dolorosi. Ciò significa ad esempio farsi carico dei problemi di chi lavora a Napoli e provincia, pensiamo soprattutto ai colleghi giovani costretti ad andare fuori regione perché il nostro territorio non è piu in grado di assicurargli una professione decente. Significa anche registrare con speranza il messaggio recentemente lanciato del presidente della Regione Caldoro, che si batte per lo sblocco delle assunzioni: anche questo è benessere lavorativo". Sono parole concrete quelle con cui Bruno Zuccarelli ha introdotto nei giorni scorsi il convegno "Il benessere lavorativo nell’esercizio della professione medica e odontoiatrica", promosso dall’Ordine dei Medici di Napoli.

Fortemente voluto e realizzato dal Comitato unico di Garanzia con la forza propulsiva di Carolina Ciacci e Sandra Frojo, il workshop ha affrontato il tema del benessere professionale, intrecciandolo con la diffusione di un questionario dell’Ordine provinciale sullo stesso tema e approfondendo contemporaneamente i temi variegati della soddisfazione/insoddisfazione lavorativa in base al genere, quindi incrociandolo con una visione in cui la "professione al femminile" ha espresso fatiche ed aspettative sul proprio vissuto.

"Occorre ridare speranza ai tanti colleghi che oggi vedono la sanita a tinte fosche", ha continuato Zuccarelli, ripreso anche nel suo saluto dall’onorevole Raffaele Calabrò che ha ricordato che "soprattutto in Campania la sanita’ ha vissuto e vive soprattutto per merito della professionalità e della dedizione della classe medica,spesso costretta a lavorare in condizioni davvero impensabili"

Condizioni che sono state variamente analizzate negli interventi pomeridiani, dove si si sono alternati esperti di psicologia clinica (Alida Iabella, efficace nella sua disamina dell’essere medico in rapporto alle problematiche di  Stress, burn out e mobbing), di organizzazioni sociali (la docente della Bocconi Paola Profeta, che ha approfondito le determinanti differenziali espresse dal Global Fender GAP index, la legge 120/2011 e l’attuale ruolo delle istituzioni nel permettere pari dignità lavorativa, in special modo nelle posizioni apicali) e penali (Giovanna Napoletano, del tribunale di Napoli, che ha presentato fondamenti giuridici e casi di stalking, persecuzioni su base sessuale e mobbing). 

Mentre Annarita Frullini, coordinatrice dell’Osservatorio della professione medica al femminile della FNOMCeO, ha inquadrato correttamente le basi storiche e operative dei Cug, evidenziandone il pregresso storico e culturale (i Comitati, pur recenti – sono datati 2010 – sono il frutto di un percorso che intreccia ragionamenti sulle pari opportunità, sul benessere lavorativo, ma anche sull’efficacia delle relazioni equivalenti e proprio per questo sono strettamente connessi agli organismi indipendenti di valutazione delle performance), Agostino Sasselle ha spostato l’attenzione dalle parole ricche di genere a quelle di relazione, ricordando che il "medico soddisfatto e’ quello che riesce a mantenere un rapporto alto con improprio paziente. Al termine dell’Alleanza terapeutica c’è sempre la necessita di mettere insieme esseri umani"

Il convegno napoletano ha anche vissuto una lunga parte di tavola rotonda, animata da un panel di medici e odontoiatri che hanno provato a rispondere alla domanda: la professione medica è ancora affascinante? La risposta è stata (inevitabilmente)  "si", con alcuni distinguo ed alcune considerazioni critiche. Antonietta d’Onofrio (pediatra): " perche il rapporto fiduciario con le famiglie non e’o mai venuto meno". Carmine Anzisi (dentista): ", anche se spesso esser percepiti come liberi professionisti ci fa sentire troppo professionisti sul mercàto e poco come elementi fondamentali del sistema salute". Clara Imperatore (specialista ambulatoriale): ", a patto che si crei una maggior collaborazione tra tutti i colleghi sul territorio". Matteo Laringe (MMG): "Sì perche siamo al centro del sistema delle cura, ma non sempre gli litri attori del sistema se lo ricordano". Adele Bartolucci (continuità assistenziale): "Sì, ma assicurando standard lavorativi diversi e una maggior considerazione del lavoro che svolgiamo, spesso ingrato…". Maria Ludovica Genna (dirigente al Caldarelli): ", rendendo possibile a tutti un rapporto con i pazienti nuovamente basato sulla fiducia e sulla qualità del rapporto umano e professionale".

Intervenendo in rappresentanza del Comitato centrale della FNOMCeO, il vicepresidente Maurizio Benato ha sottolineato come oggi sia divenuto quanto mai importante e centrale l’aspetto formativo della classe medica: "Da un lato come FNOMCeO siamo impegnati sui tavoli istituzional per affrontare con piu precisione il tema del fabbisogno reale di medici, nella loro suddivisione per specialità. Ma dall’altro sappiamo anche che il medico del futuro ha punti di contatto con il medico del passàto, ma anche tante differenze. Oggi le tecnologie, le nuove richieste del cittadino-paziente, sempre piu portatore di diritti, la mutazione dei vàri modelli di assistenza, ci costringe a ripensare la professione. Sapendo che sulle basi di Humanitas, devono sorgere elementi di ars medica e ars tecnica nuovi e rispondenti ad un epoca che ci spinge a pensare in modo nuovo allo stesso netto dica e di relazione interpersonale"

Ragionare in questi termini, cosi come ha mostrato il convegno organizzato a Napoli, significa uscire da una visione nostalgica ed anche dal dubbio recriminatorio. Domandarsi cosa sia oggi il benessere nella professione medica, è domanda che provoca e che chiede di mettersi in movimento, cosi come ha sottolineato Benato: benessere è oltrepassare la soglia del proprio equilibrio nella societa che cambia e catapultarsi in un confronto nuovo, dal quale (probabilmente) emergerà il medico del futuro, uomo o donna, di medicina generale o specialista, ospedaliero o ambulatoriale. In ogni caso il punto di arrivo è un professionista integrato con gli altri professionisti, cosciente della propria centralità, non vessato dalla burocrazia e in grado di orientare modelli di cura, ben oltre le problematiche della sostenibilità. 

Il messaggio che viene da Napoli è soprattutto quello di animare il dibattito, con il coinvolgimento di tutti i soggetti. Quasi duecento persone hanno applaudito la sfida. Conclusione e saluti del convegno sono stati affidati al presidente Zuccarelli, che ha sottolineato sempre e comunque la necessita di entrare nel "merito concreto della professione, per dare risposta ai problemi del benessere della professione. Finche’ non sapremo dare risposta alle migliaia di medici precari, a colleghi stimati che rimangono appesi ad un filo professionale, anche dopo un paio di decenni di ars medica, allora non avremo davvero preso sl serio e fino in fondo la promebltica contemporanea dell’essere medico".

Un messaggio alle istituzioni, alla politica e al paese. Perché non ci si nasconda piu dietro un dito.

Autore: Redazione FNOMCeO

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