Lo afferma Roberta Chersevani, presidente della Federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo), commentando la notizia dell’arresto del responsabile. "Anche la sola comunicazione di episodi di aggressività, in questo momento e in questo contesto, rischia di fomentare l’aggressività stessa – afferma Chersevani – e, quel che è ancora più grave, a far credere a coloro che sono contro i vaccini di essere nel giusto e a spaventare i genitori che sono solo disorientati".
La Fnomceo lo scorso aprile ha rivolto un appello al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, chiedendo ‘una particolare attenzione al tema della violenza sugli operatori sanitari’.
"Questo paese – si legge nella mozione della Federazione -, non può lasciare soli i medici, spesso le donne medico, che garantiscono un punto di accesso sensibile e vitale al Ssn
La chiave per combattere la violenza sugli operatori sanitari è la comunicazione tra il medico e il paziente, ma spesso ai ritmi attuali non c’è il tempo materiale per attuarla. Lo afferma Roberta Chersevani, presidente della federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo), commentando il caso del padre che ha aggredito un medico a Cosenza.
"Premetto che la violenza non va mai accettata, non si può arrivare a gesti simili – afferma Chersevani -. Quello che fa arrivare a questi estremi le persone è che si sentono abbandonate, o non sufficientemente riconosciute, magari è una lunga lista d’attesa o una malattia di cui non hai una diagnosi e quindi hai paura. Tutto ciò che crea più ansia e più paura crea una risposta, ma se la comunicazione viene tarpata, se secondo i ritmi attuali la possibilità di condividere l’esperienza viene menomata perchè non ho il tempo di spiegare a questa persona la situazione ecco che si arriva a questi atti. Si dà la colpa al medico, ma gli si toglie il tempo di dare la comunicazione in tempo corretto, e non si può fare in trenta secondi. Il tempo impiegato a comunicare è tempo di cura".
Nel caso dei vaccini, osserva la presidente Fnomceo, c’è un eccesso di informazione. "Ci sono tante informazioni che ti confondono, ci si può informare di tutto ma senza capire da dove e senza saper giudicare della qualità dell’informazione, con inoltre le cosiddette ‘echo chamber’ in cui troviamo persone che la pensano come noi e che confermano le tesi che più mettono paura – sottolinea -. In più si è incrinato il rapporto con il medico, che una volta era ‘paternalista’, e questo non lo vogliamo più, ma abbiamo perso anche qualsiasi fiducia nell’operatore sanitario. Non c’è più razionalità, si segue solo l’istinto".
Autore: Redazione FNOMCeO