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No alle pratiche mediche utilizzate in Tunisia per provare l’omosessualità maschile

La Fnomceo si associa all’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Torino e all’Ordine dei Medici tunisino nel condannare le pratiche mediche utilizzate in Tunisia per provare l’omosessualità maschile.

“Concordo con le affermazioni e le considerazioni del Presidente dell’Omceo di Torino, Guido Giustetto, riferite ad accertamenti crudeli e lesivi della dignità della persona messi in atto in Tunisia – afferma il Presidente della Fnomceo, Roberta Chersevani -.Oltre agli articoli da lui menzionati, ricordo anche l’articolo 3 del nostro Codice Deontologico, che, tra i doveri del Medico, sancisce proprio il rispetto della libertà e della dignità della persona, senza discriminazione alcuna. Mi associo alle espressioni di solidarietà del Presidente Giustetto verso i colleghi medici tunisini che, in più occasioni, si sono pronunciati contro queste pratiche brutali”.   

COMUNICATO STAMPA
I MEDICI DICONO NO ALLA PRATICA DEL TEST ANALE
Appello dell’OMCeO di Torino ai colleghi tunisini

Assurdo e inaccettabile che in moltipaesi si puniscano ancora gli atti  omosessuali. Ma ancora più assurdo èche in un paese come la Tunisia la prova di "colpevolezza" (quandoinvece la legge prevederebbe la flagranza del reato) sia la pratica deltest anale ovvero un’ispezione del retto finalizzata a prelevarne campionie stabilire l’attività sessuale per intercettare i casi di orientamentoomosessuale. Questa pratica medica dovrebbe avvenire solo in caso di vittime diaggressioni sessuali per provare la violenza e dopo aver ottenuto l’esplicitoconsenso della persona interessata. I test anali per accertare atti omosessualisono totalmente infondati dal punto di vista scientifico e di fatto finisconoper violare anche la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenticrudeli, inumani o degradanti ratificata proprio dalla Tunisia nel1988. La Commissione Internazionale di lotta contro la Tortura delleNazioni Unite ha infatti considerato questa pratica una “tortura” perché violal’integrità fisica delle persone con lo scopo di verificare la loro verginità ol’eventuale consumazione di rapporti anali, aldilà dei casi di violenza.

Esprimiamosolidarietà ai medici tunisini – afferma ilPresidente dell’Omceo di Torino Guido Giustetto- che in più occasioni si sono pronunciati contro questa pratica brutalee contraria al Codice deontologico professionale che tutela la dignità delpaziente come principio inviolabile. Il nostro codice di deontologia agliarticoli 51 e 52 ricorda che il medico è tenuto al rigoroso rispetto deidiritti del paziente e in nessun caso collabora, partecipa o presenzia aesecuzioni capitali, ad atti di tortura, violenza o a trattamenti crudeli,disumani o degradanti.

Inaccettabile per l’Ordine dei mediciche questo esame venga eseguito sotto indicazione di un magistrato per presuntoreato di omosessualità e venga considerato una prova attendibile pur essendodestituito, come già più volte ribadito dalla comunità medica, di ogniriscontro scientifico con queste finalità.  Nel 2015 per esempio sui noticasi di arresto e tortura di giovani tunisini il Consiglio nazionaledell’Ordine tunisino aveva aperto un’inchiesta per violazione del codicedeontologico contro il medico legale che aveva effettuato il test analeconsiderato "un esame medico-legale non consentito e non giustificato,che colpisce la dignità e l’integrità fisica e mentale della persona esaminata.Un attacco palese all’integrità fisica che rientra nel quadro dellatortura fisica"

Siamo vicini ai nostri colleghi dell’Ordinedei Medici tunisino nel loro sforzo di far cancellare  l’uso di questotest – continuaGiustetto. Pensiamo che anche  leistituzioni, tanto nazionali quanto internazionali, debbano impegnarsi per ladefinitiva abrogazione di questa irrazionale e vessatoria procedura.

L’intervento del Presidente dell’Omceo di Torino sarà in occasione della giornata dedicata allaTunisia nell’ambito del Festival LGBT.
Conferenza stampa venerdì 6 ore 12 Cinema Massimo

Ufficio Stampa OmceoTorino

Autore: Redazione FNOMCeO

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