Nobel per la medicina: ecco la storia completa

Report. n. 49/08


I NOBEL DELLA MEDICINFA DAL 1901 AL 2008


Dopo aver presentato il “Nobel rosa” il Centro Studi e Documentazione intende per evidenti ragioni di “pari opportunità”, completare il quadro dei Nobel in Medicina



Tra il 1901 e il 2008 sono stati conferiti 110 Nobel per la medicina, gli studiosi e gli scienziati coinvolti sono stati circa 200; non sono stati conferiti negli anni dal 1915 al 1918, nel 1921, nel 1925 negli anni 1940/41/42 la nazione che ha ottenuto in assoluto più Nobel per la medicina è l’America, seguita dall’Inghilterra, dalla Germania dalla Francia e dall’Italia con sei Nobel. Il premio Nobel per la medicina e la fisiologia è stato previsto nel testamento di Alfred Nobel del 1895 ed è stato assegnato per la prima volta nel 1901 alla Germania (Emil Adolf Von Behring) per gli studi sulla sieroterapia contro la difterite.
La maggior parte dei premi Nobel viene assegnato dalla Accademia Reale Svedese, mentre quello per la medicina viene assegnato dal Karolinska Institutet.
Nell’impossibilità di citare le benemerenze scientifiche di tutti i 110 Nobel ci limiteremo ad una breve carrellata dei più importanti, soffermandoci però su sei Nobel italiani conferiti a Camillo Golgi  nel 1906, Daniel Bovet nel 1957, Salvador Luria nel 1969, Renato Dulbecco  nel 1975, Rita Levi Montalcini 1986,Mario Capecchi nel 2007.


Nel 1919 ricordiamo il Belga Jules Bordet per la sua scoperta relativa al sistema immunitario; nel 1923 Frederick Grant Bauting (Canada) e John James Richard Macleod per la scoperta dell’insulina; nel 1930 l’Austriaco Karl Landsteiner per la scoperta dei gruppi sanguigni umani; nel 1945 gli inglesi Alexander Fleming, Ernst Boris Chain e il canadese/australiano Howard Walter Frorey per la scoperta della penicillina; nel 1952 l’Americano di origine russa Selman Abraham Warksman per la scoperta della streptomicina il primo antibiotico efficace contro la tubercolosi; l’Americano Peyton Rous per la scoperta dei virus tumorali; nel 1979 l’Americano Allan M. Cormack e l’inglese Godfrey N. Hounsfield per lo sviluppo della TAC; nel 2003 l’Americano Paul C. Lanterbuz e l’inglese Peter Mansfield per le loro scoperte sulla risonanza magnetica (RMN).


I PREMI NOBEL PER LA MEDICINA ITALIANA


˃ Camillo Golgi
nato nel 1843 a Corteno in Val Camonica, si laurea in medicina a Pavia nel 1865 con una tesi “sull’eziologia delle malattie mentali” discussa con il famoso criminologo Cesare Lombroso. Ha ideato il “Metodo di Golgi”, la rivoluzionaria “reazione nera”. Questo metodo permetteva di colorare selettivamente le cellule nervose e la loro struttura organizzata. Nel 1898, i sui studi sulla cellula lo portarono alla scoperta dell’Apparato Complesso di Golgi, uno dei componenti fondamentali della cellula, cinquanta anni prima dell’invenzione del microscopio elettronico, che la confermerà in pieno. Fece anche importanti scoperte nel campo della malariologa, formulando la “Legge di Golgi”. Scoprì anche le terminazioni nervose dei tendini, dette corpuscoli del Golgi e compì importanti studi sui reni e sui bulbi olfattori. Fu Cattedratico prima e Rettore poi dell’Università di Pavia; propose la costruzione del Policlinico S.Matteo  e lottò strenuamente perché l’Ateneo pavese mantenesse ed accrescesse il suo secolare prestigio. Come detto nel 1906 fu insignito del Premio Nobel per la medicina ex aequo con Santiago Ramon y Cajal, per gli studi sulla istologia del sistema nervoso. Nel 1956 il paese natale cambiò il proprio nome da Còrteno a Còrteno Golgi. Nel 2006, centenario del Nobel, vi è stato inaugurato il Museo Golgi e dedicato un percorso tematico: esso parte dal museo e arriva ad Aprica percorrendo la strada Valeriana, tragitto che Golgi amava percorrere durante la fanciullezza e, più tardi, nel corso dei suoi assidui soggiorni.

˃ Daniel Bovet
nato a Neuchatel nel 1907 e morto a Roma nel 1992, svizzero naturalizzato italiano, è stato un biochimico ed ha vinto il premio Nobel per la medicina nel 1957. I suoi studi e le sue ricerche nel campo della chemioterapia e della farmacologia hanno permesso di migliorare la qualità e l’efficacia di molti medicamenti, in particolare dei sulfamidici, degli antistaminici, dei simpatolitici (con nuove medicine per ridurre la pressione arteriosa, le alterazioni del sistema nervoso simpatico e degli stati di ansia).
Nel 1929 cominciò a lavorare all’Istituto Pasteur di Parigi, prima come assistente, poi come direttore del Laboratorio di Chimica Terapeutica. Qui conobbe Filomena Nitti,figlia del’ex Presidente del Consiglio Francesco Saverio Nitti la quale diventerà sua moglie oltre che sua stretta collaboratrice. Nel 1994 Bovert scoprì la pirilamina, il primo farmaco antistaminico, antagonista competitivo dell’istamina; nel 1947 iniziò la ricerca dei sostituti sintetici del curaro, nello stesso anno, divenuto cittadino italiano, si trasferì a Roma e fondò il Laboratorio di Chimica Terapeutica presso l’Istituto Superiore di Sanità. Nel 1964 divenne docente di farmacologia all’Università di Sassari, nel 1969 rientrò a Roma come direttore del Laboratorio di Psicobiologia e Psicofarmacologia del CNR e tra il 1971 e il 1982 fu docente di Psicobiologia all’Università di Roma.

˃ Salvador Luria
nasce a Torino nel 1922 e muore a Lexington nel 1991. E’ stato un biologo italiano ma naturalizzato statunitense; i suoi studi pionieristici sui fagi hanno contribuito alla nascita della biologia molecolare.Allievo dell’istologo G. Levi a Torino, nel 1940 si stabilì negli USA dove iniziò a lavorare sulla genetica del virus e dei batteri conseguendo risultati fondamentali (sui meccanismi di mutazione e riproduzione del DNA) per i quali solo nel 1969 ricevette il Nobel, condivise con Delbruck e Hershej (i tre formavano il cosiddetto “gruppo del fago”).
Dal 1947 cittadino americano, insegnò a Bloomington e al MIT, dove condusse importanti ricerche in diversi campi della biologia molecolare (sui meccanismi di infezione dei virus, sulle membrane cellulari), dedicandosi poi anche alla ricerca sul cancro.

˃ Renato Dulbecco
nasce in Calabria nel 1914 ma la sua vita si svolge tra Torino e Imperia.
A soli 16 anni si iscrive alla facoltà di medicina all’Università di Torino ove incontra due futuri Nobel, Luria e la Montalcini. Scoppiata la 2° guerra mondiale viene mandato prima sul fronte francese e un anno dopo su quello russo (1942). Nel 1947 lascia l’Italia per gli Stati Uniti chiamato da Salvador Luria all’Università di Bloomigton nell’Indiana.
Passa poi all’Istitute of Technology di Pasadena dove si applica allo studio dei virus patogeni degli animali. Nel 1955 riesce ad isolare il primo mutante del virus della poliomelite, scoperte che serviranno poi a Sabin per la preparazione del vaccino.
Nel 1958 inizia ad interessarsi di ricerca oncologica, studiando virus animali che provocano forme di alterazione nelle cellule. La scoperta più importante è la dimostrazione che il DNA del virus viene incorporato nel materiale genetico cellulare, per cui la cellula subisce un’alterazione permanente.
Nel 1972 lascia gli Stati Uniti e si trasferisce in Inghilterra presso l’Imperial Cancer Research Fund Laboratories di Londra dove continua gli studi di oncologia.
Nel 1975 grazie alla sua scoperta in materia di interazioni tra virus tumorali e materiale genetico della cellula è insignito del premio Nobel per la medicina insieme a David Baltimore e Howard Temin.
Dal 1986 è attivamente impegnato nel progetto GENOMA UMANO del quale è stato uno dei promotori.

˃ Rita Levi Montalcini
nata a Torino nel 1909, da genitori colti borghesi di origine ebraica, è un’importante neuroembriologa. Ha ottenuto il Premio Nobel per la Medicina nel 1986 per la scoperta e l’dentificazione del NGF, nerve growth factor, una proteina in grado di stimolare la crescita  delle fibre nervose. Viene considerata la “Signora della Scienza” per lo stile che la contraddistingue.
A vent’anni decise di studiare medicina. Il professore Giuseppe Levi, famoso istologo con cui collaborerà tutta la vita, la diede una buona base di biologia e le insegnò l’arte della ricerca scientifica.La giovane si specializzò poi in neurologia e psichiatria, finché le leggi antisemite interruppero la sua carriera di medico e di assistente universitaria. Per questo motivo, nel 1939, accettò un posto di ricercatrice a Bruxelles, ma l’anno successivo, quando l’esercito tedesco occupò anche il Belgio, dovette nuovamente fuggire. Tornata in Italia, allestì nella sua stanza un laboratorio di fortuna dove poté continuare le ricerche neurobiologiche.
Nel 1944 lavorò come medico in un campo profughi, ma si rese conto che quel lavoro non era adatto a lei, in quanto non riusciva a trovare il sufficiente distacco dal dolore dei pazienti. Finita la guerra riprese quindi la sua attività di ricerca presso l’Università di Torino. Si occupò dello sviluppo del sistema nervoso nell’embrione del pollo e della differenziazione dei centri nervosi e su questi argomenti pubblicò numerose Memorie. Nel 1947 accettò l’invito a recarsi negli Stati Uniti offertole dal professor Victor Hamburger e lavorò per quasi trent’anni nel laboratorio della Washington University di St. Louis  occupandosi dello sviluppo del sistema nervoso.
Insieme alla ricercatrice tedesca Herta Mayer dimostrò biologicamente l’esistenza di un “fattore di accrescimento” delle fibre nervose, il cosiddetto NGF (nerve growth factor)e, nel 1954,  in collaborazione con il biochimico Stanley Cohen, arrivò all’isolamento e all’identificazione di tale sostanza: una proteina che viene sintetizzata da quasi tutti i tessuti e in particolare dalle ghiandole esocrine.Dopo aver dimostrato che, trattando alcuni topi con un siero anti-NGF, questi presentavano gravi problemi neuroendocrini, dovuti ad alterazioni irreversibili dell’ipotalamo, Rita Levi-Montalcini lo utilizzò per controllare la crescita dei tumori delle cellule nervose. Le sue ricerche pionieristiche furono il punto di partenza  per la scoperta di numerosi altri fattori di accrescimento che giocano un ruolo importante nello sviluppo degli organi e dei tumori e oggi si sta considerando la possibilità  di impiegare lìNGF nella cura delle malattie neurologiche.
Nel 1958 la scienziata ottenne una cattedra presso la Washington University di St. Louis dove lavorò fino al suo pensionamento avvenuto nel 1977.Il Premio Nobel per la Medicina fu per lei una grande soddisfazione. La scienziata ne devolse una parte alla comunità ebraica per la costruzione della nuova sinagoga a Roma.

˃ Mario Capecchi
nato a Verona nel 1937 è un genetista naturalizzato statunitense.
Fino all’età di otto anni ebbe una vita drammatica a causa dell’arresto della madre inviata, quale prigioniera politica, a Dacau; ricongiuntosi con lei nel 1945, l’anno seguente si imbarcarano per gli Stati Uniti ove vennero accolti in una comunità quacchera vicino a Philadelfia da un fratello della donna docente di fisica a Princeton la stessa dove lavorava Albert Einstein.
Dopo aver conseguito la laurea in chimica e fisica, si laurea biofisica all’università di Harvard dove ha avuto, come relatore della sua tesi, uno degli scopritori del DNA, James Watson vincitore del Nobel per la medicina nel 1962.
Il premio Nobel per la medicina 2007 è stato assegnato a lui insieme ai colleghi Martin Evans e Oliver Smithies per le possibilità di introdurre modifiche genetiche nelle cavie di laboratorio attraverso le cellule embrionali.
Questa scoperta ha molte applicazioni per la medicina clinica. Infatti attraverso di essa si può costruire qualsiasi modello di malattia genetica umana in animali da laboratorio, studiarne l’evoluzione e verificare l’efficacia di potenziali terapie contro la stessa.


P.S. Come sempre chi fosse interessato ad approfondire, la documentazione completa è a disposizione presso il Centro Studi e Documentazione della FNOMCeO

Roma, 29/10/2008

Autore: Redazione FNOMCeO

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