Omaggio della FNOMCeO a Fabrizio Pulvirenti

Il Presidente Bianco gli ha donato una targa di memoria, a nome di tutta la FNOMCeO, e la spilla della Federazione, già prima consegnata ai nuovi Presidenti di Ordine, ricordando che “oggi, dopo questa sua missione, la Federazione non conta 106, ma 107 Ordini”.
Già il mese scorso, l’Ordine dei Medici di Enna (vedi) aveva omaggiato il medico con un riconoscimento particolare per l’eccezionalità della sua opera.

Dr. Pulvirenti, cosa si può dire ai giovani medici che vogliono seguire il suo impegno professionale?
Ai giovani medici va un messagio di solidarietà. Bisogna però fare attenzione a non scambiare volontariato e volontarismo: se si decide di andare nei paesi in via di sviluppo o teatro di conflitti è giusto affidarsi alle grandi ONG. Non ci si improvvisa volontari o operatori sanitari e quando si parte per una zona di guerra bisogna sempre avere le spalle ben coperte da una organizzazione già rodata e che funzioni bene. Partire all’avventura espone e rapimenti, uccisioni e un volontario che viene rapito fa più male che bene all’attività. Emercency ha una capacità organizzativa eccezionale e con un enorme lavoro di logistica mette gli operatori nelle condizioni di lavorare in assoluta sicurezza. Inoltre non schierarsi dall’una o dall’altra parte, con le due o più fazioni che spesso sono presenti, è garanzia di una buona medicina e di una buona sanità.

Ci sono caratteriche particolari che un medico, un operatore sanitario, deve avere per scegliere questa professione che è una missione nella missione?
Direi di no. Credo che la cosa importante sia la reale propensione verso gli altri. Quella solidarietà che io ho provato sulla mia pelle quando si è diffusa la notizia del mio contagio in Sierra Leone. A quel punto si è cercato sangue del mio gruppo e lo si è cercato tra quelle persone che si erano salvate e che anche io avevo contribuito a salvare da Ebola; in quel momento, non appena sono partite le telefonate, il 100% di coloro che sono stati interpellati si sono presentati per la donazione. Questa, secondo me, è la concretezza della solidarietà di un popolo che ha molto poco. I sierraleonesi vivono in media con 1 euro al giorno ma hanno saputo dimostrare il significato vero della parola solidarietà.

 

Autore: Redazione FNOMCeO

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