Iniziato il 9 giugno, il ciclo di incontri "Le 5 pratiche a rischio di inappropriatezza di cui medici e pazienti dovrebbero parlare", prosegue nei giorni 10, 17, 24, 25 giugno e 1 luglio presso la sede dell’OMCeO di Cagliari.
In allegato il programma completo degli eventi e, di seguito, il razionale:
Nonostante sia universalmente riconosciuto che la medicina debba basarsi su prove scientifiche di efficacia (EBM), molti trattamenti farmacologici e chirurgici largamente diffusi nella pratica medica non apportano benefici per i pazienti, anzi rischiano di essere dannosi. Perciò è nato il progetto “Fare di più non significa fare meglio” – Slow Medicine: il presupposto è che la spinta all’utilizzo appropriato e senza sprechi delle risorse disponibili non possa che partire da una assunzione di responsabilità da parte dei professionisti della salute e in primo luogo dei medici, in alleanza con pazienti e cittadini.
Il progetto, sempre in fieri, ha visto l’attiva partecipazione di Societa Scientifiche e Associazioni professionali, ognuna delle quali ha definito una lista di cinque pratiche (esami diagnostici o trattamenti) che:
• sono effettuate molto comunemente in Italia;
• non apportano benefici significativi ai pazienti ai quali vengono generalmente prescritte;
• possono esporre i pazienti al rischio di subire effetti dannosi.
Alcune delle Società Scientifiche che hanno aderito al Progetto presentano gli esami e i trattamenti a rischio di inappropriatezza individuati, che sempre più dovranno essere oggetto di aperto dialogo nella relazione tra medico e paziente, per facilitare scelte informate e condivise. Lo scopo dell’evento è di migliorare la qualità e la sicurezza dei servizi sanitari attraverso la riduzione di pratiche (esami diagnostici e trattamenti) che, secondo le conoscenze scientifiche disponibili, non apportano benefici significativi ai pazienti ai quali sono generalmente prescritte, ma possono, al contrario, esporli a rischi, nonche un uso piu appropriato e più equo delle risorse disponibili e una maggiore sostenibilità economica e ambientale dei servizi sanitari.
Autore: Redazione FNOMCeO