OMCeO Milano. La prima volta dell’Arcivescovo nella “Casa dei Medici” di Milano

La prima volta dell’Arcivescovo nella “Casa dei Medici” di Milano
Delpini e Rossi: “La sanità non deve più lasciare soli i malati”


“Nessuno sia solo”. È il messaggio che l’Arcivescovo di Milano, Monsignor Mario Delpini, ha scelto per le celebrazioni diocesane della giornata mondiale del malato dell’11 febbraio. Concetto che ha ribadito oggi durante la visita pastorale nella sede dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, la prima nella storia di Milano di un vescovo metropolita. Ad accoglierlo, oltre al padrone di casa, il presidente Roberto Carlo Rossi, anche i consiglieri e il presidente della Federazione Nazionale, Filippo Anelli, giunto da Roma, e il presidente dell’Associazione Medici Cattolici di Milano, Alberto Cozzi.

“Mai come in questi tre anni – afferma il presidente Rossi – la sofferenza dei nostri pazienti e dei loro famigliari è diventata anche nostra, condivisa, quasi intima, sia per le condizioni in cui ci siamo trovati ad operare, sia per le perdite che hanno colpito tutti noi. Professionisti, amici, famiglie. Il concetto di cura e assistenza – prosegue Rossi – ha vissuto dunque un percorso drammatico anche per i medici, per i quali un aiuto morale, etico e religioso, è stato certamente importante. Una vicinanza totale e assoluta alla classe sanitaria, che si è trasformata in due documenti davvero originali e bellissimi”.

Rossi fa riferimento alle due lettere scritte dall’Arcivescovo ai medici: “Stimato e caro dottore…” e “Dovrebbero farle un monumento”. Nella prima missiva, scritta nel 2019, in epoca pre-Covid, l’Arcivescovo si rivolgeva “anche a quelli – scriveva Delpini – che si professano non credenti, per la dedizione di molti medici, di qualsiasi credo, che si rendono disponibili anche oltre gli orari definiti per le emergenze, per i più poveri, perché non manchi una prossimità sollecita ai loro pazienti”. Dopo quei due documenti, così sentitamente vicini alla classe medica, oggi, per la prima volta nella storia di Milano, un Arcivescovo viene a visitare la casa dei medici ambrosiana. Non è quindi un caso che a farlo sia proprio l’Arcivescovo Delpini. “Non possiamo che essere orgogliosi, onorati e felici di questa visita – precisa Rossi – che giunge proprio il giorno prima della giornata mondiale del malato”.

“Grazie a voi tutti – ha aggiunto l’arcivescovo Delpini – coloro che hanno attraversato o attraversano i giorni difficili della malattia, se riescono ad alzare lo sguardo dal ripiegamento spontaneo su di sé, si accorgono di essere curati, accuditi, accompagnati da chi con delicatezza, competenza e umanità dedica la propria vita ad offrire sollievo, guadagnandosi la loro riconoscenza. Esprimo la mia ammirazione – ha proseguito – il mio stupore per l’impegno profuso dai voi medici e per quello che insegnate a me e a tutti nella pratica della cura dei malati. Tutti, infatti, riconosciamo nel vostro servizio – ha concluso -, quella sintesi di competenza e di attenzione alle persone che ha qualcosa di unico e di splendido, di quotidiano e di straordinario, di bello e di eroico”.

Questo è un ‘comune sentire’, allo stesso tempo laico e religioso, che traspare anche dalle parole di Filippo Anelli, presidente FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri): “Agli uomini di Chiesa ci lega, in generale, una comunanza di intenti e di sentire – racconta –. Condividiamo, infatti, l’anelito alla cura delle malattie e al sollievo delle sofferenze, nei confronti di ogni persona presente sul suolo nazionale. Un diritto fondamentale, quello alla tutela della salute, che è pilastro della nostra Costituzione e che è espresso dai principi del nostro Servizio sanitario nazionale: l’universalità, l’uguaglianza, l’equità. L’Italia ha scelto, per il suo sistema sanitario, un modello universalistico, per garantire, attraverso la solidarietà contributiva, le fasce più deboli. Oggi questo meccanismo di solidarietà si è inceppato, cresce il ricorso al privato, disegnando per il prossimo futuro una sanità a due vie, che riserva le cure migliori a chi può permettersi di pagarle. Questo contrasta con i principi del Codice di Deontologia medica ma anche con l’articolo 3 della Costituzione e con quelli di giustizia sociale – l’uguaglianza, il rispetto della persona, la solidarietà – predicati dalla Chiesa”.

Un concetto ribadito anche da Alberto Cozzi, presidente Associazione Medici Cattolici Italiani di Milano (AMCI): “La visita dell’Arcivescovo Delpini nel laico Ordine Professionale sottolinea oggi l’urgenza di una rinnovata identità nella figura del medico, ancora capace di prossimità umana, attenzione spirituale, dedizione gratuita e universale nei contesti impoveriti e lacerati della società d’oggi. Essa segnala inoltre alla società e alle Istituzioni l’esigenza di una ritrovata concordia e di un dignitoso riconoscimento del medico all’interno di una relazione di cura, vero fulcro dell’assistenza sanitaria”.

“Ecco perché ora – conclude Rossi – dobbiamo guardare avanti con maggiore consapevolezza e far si che la lezione avuta dall’emergenza sia da insegnamento per il futuro. Il SSN è definanziato, mancano i professionisti sanitari in tutte le categorie senza distinzione. Mancano tra i medici, tra gli infermieri, tra il personale assistenziale. Una carenza drammatica che va colmata non tra un mese o tra un anno. Va colmata subito, creando le condizioni perché le giovani generazioni tornino ad amare questo lavoro che richiede tantissima fatica, dedizione e passione”.

Autore: Redazione

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