“La salute non è a una condizione di perfezione ma l’incrocio di genetica e determinanti sociali, che cambiano a seconda del momento storico e del contesto in cui si vive. Istruzione, quartiere di residenza e reddito sono la cerniera tra il nostro benessere e la malattia. Senza una buona strategia di politica sanitaria e interventi strutturali, la salute rimarrà un miraggio. E come disse Sir Michael Marmot in un convegno patrocinato dall’Omceo di Palermo ‘le disuguaglianze di salute sono evitabili, è una scelta dello Stato su cosa e dove intervenire’. A noi professionisti spetta il compito di segnalare gli ostacoli più profondi che allontanano l’obiettivo di universalità ed equità delle cure favorendo il dialogo tra professionisti e istituzioni”. Lo ha detto il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo Toti Amato, componente del direttivo della Fnomceo, aprendo i lavori della sessione Salute su “Diseguaglianze e ordini professionali a confronto” organizzato ieri dalla “Consulta per le libere professioni” tra la Camera di Commercio di Palermo (mattina) e il Teatro Politeama (pomeriggio).
Ad accogliere le istanze dei 40 ordini professionali che compongono la Consulta: Alessandro Aricò (assessore regionale delle Infrastrutture e Mobilità), Edy Tamajo (assessore regionale delle Attività produttive), Roberto Lagalla (sindaco di Palermo), Alessandro Albanese (presidente Camera di commercio Pa-En), Maria Letizia Di Liberti (dirigente generale del dipartimento della Famiglia e delle Politiche sociali.
Nella sessione pomeridiana, il presidente Amato ha rappresentato le istanze dei nove ordini dell’area sociosanitaria (ordine dei fisioterapisti, tecnici sanitari, ostetrici, veterinari, farmacisti, psicologi e assistenti sociali).
“Siamo un Paese con molti anziani e molte disparità sociali, culturali e territoriali – ha detto Amato -. Il primo scoglio su cui s’infrange l’obiettivo universalistico di salute sono le liste di attesa. Ad oggi, quattro milioni di persone hanno rinunciato a curarsi per i tempi di attesa estenuanti o per mancanza di un patrimonio da permettere l’esborso out of pocket”.
“La vita si prolunga nella salute e la salute sostiene la vita che è il cardine di tutti i diritti costituzionali – ha sottolineato – . Dovremmo perciò trovarci di fronte ad una sanità efficiente e capace di garantire equità di cura. Ma così non è”.
Non lo è per i medici veterinari, guidati dal presidente Zumbo, che lamentano la privatizzazione delle cure, penalizzando nei fatti le fasce economicamente più deboli della popolazione. Non lo è per l’ordine dei fisioterapisti, guidato da Fiolo, e neppure per l’ordine dei tecnici sanitari di Palermo e Trapani, guidato dal presidente Macaluso, che chiedono modelli di presa in carico più efficienti e appropriati da mettere a sistema. Lo stesso è per l’ordine degli psicologi, presieduto da Gaetana D’Agostino, secondo la quale “le cure sono ancora un privilegio e non un diritto”. A conferma, il fatto che, per carenza di risorse, delle 22mila richieste di bonus psicologico solo un quinto dei pazienti è stato preso in carico “.
Passando al mondo dell’ostetricia, come ha rilevato il presidente dell’ordine professionale Lo Presti, i servizi assistenziali e territoriali sono di difficile accesso e inadeguati, e vanno potenziati. Una soluzione di equità è arrivata dal presidente dall’ordine degli infermieri Antonino Amato, ed è la telemedicina, a patto che “abbia standard tecnologici uniformi e accompagnati da una adeguata formazione”.
Infine, le difficoltà dei farmacisti, che attraverso il presidente Bilardo hanno chiesto una revisione dell’intero processo organizzativo per l’approvvigionamento di farmaci e dispositivi in zone disagiate dell’Isola, specie se a servirsene sono pazienti fragili o anziani.
Autore: Redazione