Libertà terapeutica e l’autodeterminazione del paziente, per una sempre maggior umanizzazione della medicina. Questi i concetti chiave emersi durante l’importante convegno “Etica e diritto nella prassi medica. Il bilanciamento delle autonomie nella relazione di cura nella criticità e nel fine vita”, organizzato dall’Ordine dei Medici di Parma, e che ha visto, oltre a una grande partecipazione di medici e odontoiatri, anche diversi avvocati interessati al tema.
Il Presidente Pierantonio Muzzetto, dopo i saluti del Procuratore della Repubblica di Parma Alfonso D’Avino, ha sottolineato come “In medicina il tutto si gioca su due piani, quello della sicurezza connesso ai risultati e quello delle responsabilità. In una visione al contempo giuridica ed etica, la sintesi va fatta sulla persona debole e malata, con un atteggiamento che richiami i valori fondamentali del medico, che non rappresentano soltanto i diritti, bensì i doveri, il rispetto della persona e la cura”.
A tal proposito la Presidente della IV Sezione della Corte di Cassazione Patrizia Piccialli è intervenuta sull’importanza del nuovo Codice Deontologico in riscrittura, anche per la formazione spirituale dei giovani medici: “Il Codice dovrebbe essere portato e commentato negli ospedali. Viviamo in un momento di cambiamenti epocali per la società e tra questi c’è l’intelligenza artificiale, che presto modificherà la sanità. Su questo è fondamentale sottolineare sempre l’importanza della libertà terapeutica. Il medico nell’utilizzare questa tecnologia deve sempre scegliere come e quando applicarla. Al centro dell’attenzione del medico è sempre la persona ed il bene per questa persona”.
A seguire Paolo Piras, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Sassari, ha fatto il punto sulla responsabilità del medico in caso di danno al paziente se ha agito in scienza e coscienza, mentre Andrea Nicolussi, Ordinario Diritto Civile Unicatt-Mi, è intervenuto sulla declinazione giuridica della relazione tra medico e paziente, con particolare riferimento all’autonomia e alle responsabilità relazionali nel rispetto delle persone.
Durante la giornata sono state citate talune sentenze della IV Sezione Penale della Cassazione in tema di consenso informato e sottolineata l’importanza della Legge 219 del 2017 che, all’articolo 1 comma 3, ha sancito il diritto del paziente di rinunciare e rifiutare le cure. La legge ha altresì sottolineato il dovere del medico di porre a conoscenza del paziente, in maniera chiara e dettagliata, le conseguenze del rifiuto e/o della rinuncia ai trattamenti terapeutici, prospettandogli anche la possibilità della evoluzione patologica della malattia sino alle conseguenze più gravi.
Gli esperti nazionali nel campo medico, giuridico e della bioetica, tra cui Claudio Buccelli, Professore Emerito di Medicina Legale UNINA, Lucio Romano, del CIRB – Centro Interuniversitario di Ricerca Bioetica, Carlo Rugiu, Presidente Omceo Verona, e Raffaele Coppola, Avvocato del Foro canonico e civile, della Curia Romana e del Tribunale apostolico della Rota, hanno fatto un focus sulla dignità del morire nella proporzionalità dei trattamenti, sulla posizione del clinico di fronte al rifiuto delle cure tra autodeterminazione del paziente, abbandono e ostinazione terapeutica e sul significato del curare e del prendersi cura nel rispetto della persona sofferente.
Dopo l’intervento di Carlo Maria Petrini, Direttore Unità di Bioetica ISS, sul ruolo dei comitati etici nella pratica clinica, si è aperta una tavola rotonda, con Maurizio Leccabue, Consigliere Omceo Parma, Claudio Lucia, Presidente Omceo Asti, Marco Ioppi, Presidente Omceo Trento, e Bruno Zuccarelli, Presidente Omceo Napoli, con un approfondimento sull’importanza della riacquisizione di un rapporto dialogico col paziente, per un vero consenso alle cure e la conoscenza delle reali necessità di salute della persona, rafforzando la relazione sia nelle criticità che nella terminalità.
Autore: Redazione