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OMCeO Parma: La proposta di legge sulla supposta immunità medica e gli emendamenti pro Aziende: di male in peggio

Il Presidente Muzzetto: “Scudo alle amministrazioni pubbliche e francobollo al medico: è crudele irrispettoso. Siamo davvero al colmo”. Che si ritirino queste proposte sprezzanti


Gli emendamenti che si stanno presentando nella discussione in Senato sulla conversione in legge del Decreto “Cura Italia”, se volevano ottenere qualcosa, qualcosa l’hanno ottenuto: stanno offendendo e irritando la categoria medica.

L’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Parma esprime grande rammarico per quanto sta accadendo, in particolar modo per le immunità che si stanno cercando di adottare a favore delle strutture sanitarie in caso di danni agli operatori e per il contentino ambiguo che si vuole elargire invece ai camici bianchi in prima linea.

<Si manca di rispetto alla dignità degli operatori tutti, medici e infermieri per primi. Non c’è rispetto per i sanitari contagiati, circa il 15%. Non c’è rispetto per i ricoverati in condizioni serie e soprattutto per quanti hanno dato la vita (già una ottantina) per questa battaglia, pur di salvare quella degli altri>, afferma il Presidente Omceo Parma Pierantonio Muzzetto.

Quello che si chiede è il ritiro degli emendamenti presentati dalla Maggioranza e dalla Minoranza e che, in pratica, prevedono una sostanziale immunità per le Aziende sanitarie e per i soggetti preposti alla gestione della crisi, per quanto di avverso si verifichi durante la pandemia e <in caso di danni agli operatori>.

<E’ vergognoso che il medico sia considerato solo una vittima sacrificale, mandato al fronte senza equipaggiamento, facendo leva sul valore antico della professione. Mentre si dimentica che per colpa di scelte scellerate, proprio i medici diventano il pericolo più grande, mettendo a rischio i nostri pazienti più fragili, col paradosso che da artefici di salute e vita si diventi strumenti di perpetuazione di malattia>, continua Muzzetto.

Agli errori di sottovalutazione, impreparazione, incapacità e cinismo, per non aver saputo proteggere quelli che ipocritamente vengono definiti <Eroi>, si aggiunge, secondo il presidente Omceo, l’insensibilità di una vasta parte politica che è riuscita a far mancare un sostegno concreto ad una categoria provata da una serie di inadempienze organizzative. <Mancando mascherine e tute si poteva riconvertire l’industria per produrle, seguendo le leggi belliche visto che, sebbene atipica, di una guerra stiamo parlando e tutti dicono a parole di esserne consapevoli. Una guerra senza boati o esplosioni, ma cadenzata da suoni acuti, striduli, bitonali, ritmati delle sirene e poi silenzio di morte>.

Considerati ancora una volta una <voce di spesa>, come lo è stata fino ad oggi la medicina derubata di risorse e di considerazione, evidenzia l’Ordine, in questa grave emergenza, come se non bastasse, si apprende che la Ragioneria dello Stato, posta di fronte all’autorizzazione della fornitura di dispositivi di sicurezza per i medici territoriali, l’ha bloccata in assenza di un giustificativo di spesa, ovvero, nel rinviare il parere del Ministero della Salute, si è espressa in maniera contraria per la mancanza di una relazione tecnica utile a quantificare gli oneri finanziari prodotti da questa modifica.

<Una follia. Uno sfregio che mortifica e vanifica il sacrificio di migliaia di medici e personale sanitario.

Uno sfregio che fa il paio con lo stato di preoccupazione, in relazione a una strisciante propaganda risarcitoria, qualora si attivasse un contenzioso da parte di pazienti e familiari per aver contratto infezioni ospedaliere, senza il pudore di tacere anche in questa fase d’epidemia da Coronavirus>, sottolinea con amarezza Muzzetto.

Ecco quindi che gli emendamenti al Decreto Cura Italia sono assurdi e a dir poco offensivi: <Fa specie che si prospetti un ipotetico scudo, una vera moratoria per gli amministratori, in caso di danno procurato da mancata fornitura agli operatori di protezioni adeguate, e invece una mini moratoria, non certo scudo ma semplicemente un “francobollo” di via, per quanto attuato in emergenza epidemica dai medici. A poco vale come esimente che ogni prestazione è eseguita in stato di emergenza per vera necessità, limitando la copertura ai soli casi in cui non vi sia dolo o colpa grave>.

Il discorso è che non vi sono sostanziali protezioni, ma si rimane con la spada di Damocle che, magari dopo che si sia dimenticato l’oggi, qualche perito possa sconfessare talune procedure seguite, o confutare l’uso di strumenti non validati sebbene funzionali a salvare delle vite umane. Una contraddizione nella contraddizione.

<La verità è che è grossa è la responsabilità amministrativa e gestionale centrale e, in vari casi, locale, in termini di organizzazione, approvvigionamento e distribuzione di DPI, non avendo il Governo provveduto, per stato di necessità come poteva essere in suo potere, alla riconversione da subito di aziende alla produzione di dispositivi di sicurezza. Di questo il mondo politico e gestionale dovrà pur rendere conto>, rimarca Muzzetto. Che non dimentica di ricordare l’ulteriore responsabilità d’aver reso paradossalmente i medici non solo unti e potenzialmente ammalati, bensì propagatori, quali untori, per colpa di scelte improvvide, così d’averli fatti diventare un pericolo per la collettività. Altro che definirli eroi.

<Duole dirlo ma, invece di proteggere chi è sul campo a combattere la malattia virale senz’armi, o con armi spuntate, e anziché dare sicurezza e protezione a chi sta male, il Sistema si affanna a strutturare normative che proteggano le scelte a danno di chi rischia sul piano del contenimento dell’epidemia, che non ha certo bisogno di riconoscimenti sulla carta o di proclami e belle parole. Dicendo di voler tutelare i medici di fatto oggi il Sistema li si sta punendo, ancora una volta senza motivo, con irriconoscenza. E siamo arrivati davvero al colmo>, conclude il presidente Omceo Parma.

Ufficio Stampa Omceo Parma

Autore: Redazione

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