Gli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, attraverso i rappresentanti della Medicina di Genere e delle Commissioni per le Pari Opportunità, esprimono seria preoccupazione per il precipitare della situazione in Afghanistan.
Come già dichiarato dal presidente FNOMCeO Filippo Anelli, è prioritario “Garantire i diritti civili, in particolare quelli dei più fragili, dei bambini, degli anziani, dei malati, delle donne. E permettere ai medici e agli operatori sanitari, alle colleghe e ai colleghi, di esercitare la loro professione in sicurezza e senza alcuna limitazione”.
Il motivo della nostra apprensione è legato, anzitutto, alle possibili ripercussioni su tutta la popolazione afgana e in particolare per quella che in questo momento costituisce senza dubbio la categoria sociale più esposta e fragile di fronte all’avanzata delle forze dell’integralismo islamico: quella delle donne e dei bambini. Donne e bambini che rischiano ora di veder calpestati e disconosciuti i più fondamentali diritti di libertà, dignità, uguaglianza. Donne e bambini la cui vita e incolumità fisica e psicologica sono ora seriamente messe a repentaglio, senza considerare naturalmente le inevitabili restrizioni delle libertà individuali. Quello a cui stiamo assistendo, purtroppo, è un brusco ritorno ad un Medioevo, dopo anni di flebile e timida speranza, dove ad essere colpite più duramente saranno proprio le donne. Chiediamo, in qualità di medici e odontoiatri, che le istituzioni internazionali mettano in campo tutti gli sforzi necessari e che venga attivato un attento e capillare monitoraggio delle condizioni di vita del mondo femminile all’interno del territorio afghano, al fine di evitare fenomeni di violenza, sopraffazione, maltrattamento e persecuzione per i quali sussistono al momento fondati timori. L’invito è a tenere la guardia alta e ad intervenire prontamente, con azioni dirette e di sensibilizzazione, per non doverci ritrovare sulla coscienza la vita di tante donne, madri, mogli, ragazzini e bambini innocenti.
Autore: Redazione