Per la Fase 2 dell’emergenza Covid-19 è indispensabile che siano predisposte adeguate misure preventive e protettive a favore degli operatori sanitari, in particolare una sufficiente fornitura di Dpi.
È la richiesta dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Torino, che fa proprie le preoccupazioni espresse da alcune commissioni ordinistiche (in particolare dalla commissione “Disagio lavorativo del medico”, con la collaborazione delle commissioni “Epidemiologia, prevenzione ed educazione sanitaria” e “Salute e sicurezza in ambiente di lavoro e di vita”) in occasione della graduale transizione alla riapertura delle attività, che avverrà in queste settimane.
Proprio nel momento in cui le disposizioni del lockdown si attenuano, e quindi occorre prestare la massima attenzione alle precauzioni, è fondamentale che i medici e gli altri operatori sanitari, che non possono lavorare in regime di distanziamento sociale ma devono operare in condizioni di prossimità e a contatto con le fonti di potenziale contagio, siano adeguatamente tutelati con ogni dispositivo di protezione individuale.
Questo è importante per i medici ospedalieri e per medici di famiglia e specialisti, nei cui ambulatori torneranno i pazienti e fra loro, presumibilmente, anche pazienti asintomatici ma in grado di estendere il contagio.
Occorre insomma evitare quanto si è verificato nella prima fase dell’epidemia, non solo in Piemonte ma a livello nazionale, dove gli operatori sanitari hanno pagato un prezzo elevatissimo: si stima siano 17.000 gli operatori contagiati in tutta Italia, con oltre 150 medici morti.
I medici hanno il compito rilevante di individuare tempestivamente i malati, avviare la procedura per i tamponi, isolare i pazienti e tracciarne i contatti. Tutelare i medici significa permettere loro di svolgere questa funzione e, oltretutto, evitare che essi stessi si trasformino in veicolo di infezione. Vuol dire, dunque, proteggere la salute e il benessere della collettività.
Autore: Redazione