«Oggi è un giorno che purtroppo ricorderemo in futuro: i dialoghi nauseanti riportati dalla stampa ci hanno immerso in un’atmosfera putrida». Il presidente dell’OMCeO veneziano e vicepresidente FNOMCeO Giovanni Leoni commenta così le notizie che arrivano da San Donà di Piave sugli abusi subiti a lungo da una quindicina di anziani ospiti della casa di riposo “Monumento ai Caduti”, per mano di alcuni operatori sanitari, ora finiti in manette o agli arresti domiciliari con l’accusa di maltrattamenti aggravati.
«Per prima cosa – aggiunge il presidente Leoni – mandiamo un grande abbraccio agli anziani vittime di questi soprusi ed esprimiamo la massima solidarietà ai loro familiari e parenti. Gli anziani sono la nostra memoria, la nostra storia, la nostra guida. Hanno lavorato per noi tutta la vita e dobbiamo a loro la nostra stessa esistenza.
Queste persone sono degne del massimo rispetto e protezione soprattutto quando le loro condizioni di salute le portano a non essere più autosufficienti. Un giorno, forse per alcuni non lontano, anche noi saremo come loro. Per chi è estremamente fragile essere ricoverato in una casa di riposo e doversi staccare dalla famiglia è già motivo di grande afflizione. Per questo dobbiamo dare ai nostri anziani le massime garanzie di sicurezza, attenzione e cura».
«Leggiamo in queste ore – sottolinea il presidente Leoni – di violenze fisiche e verbali da casa degli orrori. L’Ordine nasce come istituzione a tutela della qualità del servizio che i suoi iscritti forniscono ai cittadini e quindi siamo profondamente coinvolti in questa situazione come tutti coloro che hanno scelto nella vita una professione di aiuto.
Ringraziamo il collega medico che, con il coraggio della sua denuncia, ha contribuito alle indagini, le Forze dell’Ordine e la Magistratura per il loro lavoro. Ci affidiamo alla nuova Direzione dell’istituzione in oggetto per un reale e completo cambio di gestione».
«Chiediamo infine alla Magistratura – conclude il presidente Leoni – di fare al più presto chiarezza su questa vicenda e di considerare con la massima severità, nella certezza della pena, chi si è reso responsabile di una violenza vile contro esseri fragili e indifesi, i nostri nonni. Fatti del genere vanno fermati e puniti in modo esemplare affinché, in assenza del senso del dovere e della carità, intervenga la legge».
Autore: Redazione