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Osservatorio professione al femminile e gruppi provinciali: essere protagonisti di una visione trasversale

Il Presidente FNOMCeO, Amedeo Bianco, ha inviato una lettera ai presidenti OMCeO e CAO perché individuassero referenti per sviluppare, a livello locale, gruppi di approfondimento sulle tematiche di genere connesse alla nostra professione.

Nella lettera tratteggia tali gruppi come “aperti a colleghe e colleghi aventi funzioni di osservatorio dei fenomeni ma anche di laboratorio di proposte per una progettazione di genere nella professione e nella tutela della salute, per incentivare il senso di appartenenza alle nostre istituzioni ordinistiche e realizzare una più intensa partecipazione alla vita degli ordini e della Federazione, soprattutto delle professioniste donne".

Molti Ordini hanno risposto individuando gruppi con colleghi dei due generi, pronti a voler coniugare responsabilità e impegno, energie e inevitabili sconforti. In qualche caso, mi è stato detto, che di questa lettera non si era avuto visione e per questo desidero riproporla sullo spazio di questo portale, rivolta a quanti vogliano, attraverso i loro Presidenti, costituire nuovi gruppi di lavoro perché si consolidi quella rete di rapporti che ha avuto buona estensione nel 2007 dopo Caserta.

Già nel 2000 Aldo Pagni, allora Presidente della Federazione, aveva scritto: “La Commissione Nazionale Pari Opportunità della Federazione oltre a promuovere un’effettiva integrazione fra uomini e donne iscritti agli albi, tesa alla valorizzazione delle differenze di genere vuole creare una rete capillare che abbracci tutto il territorio nazionale".

Come si vede, l’intuizione di un lavoro sul tema del genere ha ormai una certa storia consolidata in seno alla Federazione, che rappresenta il mondo medico italiano. Il gruppo nazionale nato in seno alla Federazione degli Ordini nel corso degli anni ha assunto diversi nomi fino ad arrivare all’attuale denominazione: Osservatorio FNOMCeO della professione medica/odontoiatra femminile.

I gruppi locali che si stanno costituendo, possono scegliere obiettivi e priorità e il nome con il quale si sentono più assonanti. A Pescara, città dove vivo, lo abbiamo chiamato "Laboratorio per una progettazione di genere nella Salute", ma ovviamente un nome definisce ed esprime un insieme di sensibilità e sfumature che ognuno può sviluppare in modo differente e personalizzato. A partire dalla creazione di questo gruppo di lavoro, ogni realtà provinciale per progetti specifici potrà (e dovrà) inter-agire con altre professioni, sanitarie e no.

In questi anni, a livello locale, i gruppi, sono spesso cresciuti sviluppando attitudini e caratteristiche particolari. Presento un solo esempio: Ferrara, dove su imput di Debora Romano e Cristina Tarabbia la Commissione Pari Opportunità, è diventata Commissione Donne Medico, e dal 2008 si è dedicata alla Medicina di Genere. Sempre appoggiate dal Presidente e dal Consiglio, le molte colleghe della Commissione, dopo aver studiato e partecipato a convegni in Italia e all’estero, hanno organizzato, con il supporto di colleghi del territorio, incontri formativi indirizzati agli iscritti all’Ordine. Dal 2011 si sono realizzate pubblicazioni sul Bollettino dell’Ordine, scaricabili online (si veda: http://www.ordinemedicife.it/bollettino-on-line) su argomenti di Medicina di Genere. Cristina Tarabbia è diventata nel frattempo professore di Medicina di Genere alla facoltà di Biologia e il gruppo ha realizzato sul territorio, in collaborazione con il Comune e l’Azienda Usl, un progetto di prevenzione del rischio cardio-vascolare per le donne in menopausa.

Sono le storie reali e quotidiane, incarnate in persone, a dare significato al lavoro di questi gruppi. In quelli già esistenti si sperimenta come partecipazione attiva, talento e idee, possano creare gioco di squadra e soluzioni costruttive lungo tempi adeguati. In quelli che partono adesso, sarà opportuno, per sviluppare nuovi progetti, mettere in campo passione, tenacia e audacia, perché la creatività nasce da immaginazione e fantasia ma ha bisogno di metodo, volontà e rigore.

Ogni gruppo lavorerà “dimensionato” sulla realtà e sul territorio in cui vive, e attraverso la grande rete degli ordini provinciali potrà, in linea con il glocal, avere pensiero globale nell’azione locale. Tutto questo lavoro non sorge per creare mondi paralleli ma per promuovere integrazione e consentire di esprimere, al meglio, le proprie istanze, anche quelle legate alla mancate applicazione di leggi, per operatori e fruitori, in questa nostra sanità, non considerato bene comune irrinunciabile e messo, troppo spesso, a rischio.

Nella sua lettera il presidente Amedeo Bianco scrive anche: "Questi gruppi non potranno che operare in piena sinergia e condivisione con i rispettivi Consigli di Ordine e realizzare tutte le armonizzazioni necessarie con le FNOMCeO e il suo Osservatorio Nazionale".

L’Osservatorio, come tutti i gruppi di lavoro della Federazione, concorda linee progettuali e operative con il Presidente e il Comitato Centrale perché istanze/proposte abbiano giusta collocazione all’interno del nostro essere organo ausiliario dello Stato. La sua mission si declina cosi nel presentare la visione di genere come trasversale in tutti gli argomenti della Federazione.

Verso i gruppi degli Ordini Provinciali vorrebbe allora poter coinvolgere e ascoltare, includere e mediare, rappresentare e connettere, per promuovere non sintesi, ma punti di incontro, configurandosi come un open call per individuare, insieme, soluzioni proponibili.

Per questo, sette anni dopo Caserta, vorremmo nel 2014 realizzare un nuovo incontro reale, che sarà fattibile, se volendolo, lo costruiremo in molte. Ovviamente con la partecipazione di donne e uomini.

Autore: Redazione FNOMCeO

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