Padova 3: donne, salute, ambiente

Come può la medicina tutelare la donna, in quanto persona ma anche in qualità di garante della sopravvivenza della specie, nei confronti dei rischi ambientali?
La donna ha un ruolo di primaria importanza quale garante della sopravvivenza della specie per il suo ruolo biologico-riproduttivo. A questo ruolo non consegue spesso l’attribuzione di diritti e doveri di genere.


Ci può portare qualche esempio?
In molte società, il diritto all’istruzione e alla salute tra loro correlati soffrono di una pesante discriminazione di genere: le bambine non vengono mandate a scuola e ricevono minori cure mediche. In Italia, e nella maggior parte dei paesi occidentali, oggi la scolarità non è più un problema femminile, ma la salute delle donne non è ancora un diritto di cittadinanza paritario.Basti pensare che anche nel nostro paese le persone meno istruite sono le più vulnerabili e incontrano limitazioni di accesso a procedure efficaci e appropriate. Penso che i medici debbano mettere in atto tutte le azioni necessarie e imprescindibili per sensibilizzare i sistemi sanitari a riconoscere la salute delle donne nel loro ambiente.


Li vuole sintetizzare?
Certamente, metterei al primo posto questo: stimolare la comprensione e lo studio delle prospettive di genere a tutti i livelli del sistema sanitario. In secondo luogo, rimuovere attraverso le necessarie azioni politiche le barriere finanziarie, fisiche e culturali e impediscono l’accesso a una buona qualità delle cure.


Ci vuole fare qualche esempio?
Sì, vorrei fare riferimento alle tematiche relative a “nutrizione/ alimentazione”. Le donne hanno responsabilità di primaria importanza nell’allevare i figli e nel garantire risorse sufficienti a soddisfare i loro fabbisogni di cibo, salute e istruzione. Nei paesi in via di sviluppo, esse sono le principali responsabili della gestione di risorse domestiche essenziali: dal rapporto Unfpa 2001 le donne nell’Africa sub sahariana producono fino all’ottanta per cento degli alimenti, in Asia il cinquanta per cento, nell’America latina il quaranta per cento, in relazione al coinvolgimento nella coltivazione dei campi. Spesso sono le custodi delle conoscenze sulle modalità di coltivazione e conservazione, che si trasmettono, infatti, soprattutto da donna a donna . Ma tale contributo è sovente invisibile e porta alla “femminilizzazione” della povertà con conseguente stato di malnutrizione dei figli.


E nei paesi industrializzati, cosa succede?
Se dal mondo in via di sviluppo ci trasferiamo ai paesi industrializzati troviamo un forte aumento di peso con malattie metaboliche, che rende ancora una volta l’investimento sulla donna importante perché essa è la responsabile delle cure parentali.  Occorre. Pertanto, sviluppare opportune politiche sanitarie che mirino a sensibilizzare e valorizzare il ruolo primario della figura femminile, consapevoli delle conseguenze di tali aspetti sulle generazioni future. In tal senso la medicina può, ad esempio, tutelare la donna.



C’è, a suo giudizio, rapporto tra le patologie fetali dovute a fattori ambientali e lo sviluppo di malattie in età adulta?
Numerosi recenti studi hanno messo in evidenza la correlazione tra fattori ambientali e patologie fetali che possono poi a loro volta favorire lo sviluppo di malattie in età adulta.
Gli effetti dell’inquinamento dell’aria sulla salute possono in alcune situazioni portare a problemi di crescita del feto (basso peso alla nascita, ritardo della crescita intrauterina). Durante l’organogenesi, dai quindici ai sessanta giorni di età gestazionale, l’embrione è molto sensibile e l’esposizione provoca difetti morfologici maggiori. Dopo questo periodo il feto è meno sensibile alle modificazioni morfologiche, ma possono avvenire delle modificazioni a livello della capacità funzionale degli organi.


E quali sono i possibili effetti?
Possibili effetti immediati sono l’aborto, la morte endouterina del feto, i parti prematuri e le malformazioni gravi. Per quanto riguarda, invece, le conseguenze evidenziabili dopo mesi o anni, esse possono essere sia modeste cardiopatie congenite, come danni del sistema nervoso
centrale. Ma ci sono anche effetti evidenziabili dopo molti anni, ad esempio la carcinogenesi transplacentare (sviluppo di un tumore a seguito di un’esposizione ad agenti cancerogeni ambientali durante la vita intrauterina). Ed addirittura effetti evidenziabili nelle generazioni successive, anche se difficili da correlare, in quanto riguardano le mutazioni delle cellule germinali dell’embrione.


Ma come gli agenti ambientali possono raggiungere il concepito?O direttamente, attraverso il corpo materno, come le radiazioni, o indirettamente, attraverso la placenta, come gli agenti chimici.
Ed anche qui sarebbe interessante qualche esempio…
E’ molto importante valutare il rapporto tra gravidanza e ambiente di lavoro per lo studio dell’effetto diretto delle sostanze nocive sul concepito o sulla fisiologia riproduttiva dell’adulto. Le donne esposte a vibrazioni meccaniche a bassa frequenza (agricoltura, tessile, calcestruzzo…), a piombo (smaltatura in ceramica, fonderie, saldature elettriche…), a gas anestetici (anestesiste, veterinarie, infermiere e tecniche di sala operatoria, dentiste) al lavoro nei laboratori chimici, lavorazione della plastica possono avere un aumentato rischio di aborto spontaneo. E successivamente, durante l’allattamento, le sostanze passano dal sangue materno nel latte. Per questo motivo, sono stati riscontrati degli inquinanti nel colostro e nel latte materno. Fra questi si ricordano il cadmio, il DDT, il mercurio sia rganico che inorganico, il tetracloroetilene, il piombo, i policlorobifenili, i plibromobifenili, i pesticidi e gli insetticidi. l riscontro di queste sostanze è molto importante in quanto la suscettibilità del bbino nei primi mesi di vita è estremamente elevata, visto che l’assorbimento ntestinale nel neonato è molto superiore rispetto all’adulto. L’assunzione per via rale di sostanze chimiche altamente nocive porta come conseguenza importanti eficit nello sviluppo mentale e neurologico.


In conclusione, quindi, cosa si sente di affermare?
Tutto questo ha portato ad una sempre più profonda consapevolezza che l’esposizione  sostanze tossiche durante l’attività lavorativa e le crescenti alterazioni delle cndizioni ambientali in cui viviamo possono presentare dei rischi per la salute iproduttiva. E’, quindi, importante operare verso la salvaguardia delle avoratrici durante la gravidanza. A questo riguardo è utile ricordare che sono tate attuate delle importanti azioni legislative in modo che le donne gravide o in tà feconda vengano allontanate dai lavori che le pongono a contatto con le sostanze ncive: piombo, mercurio, benzene e cloruro di vinile, tanto per citarne alcuni.


 

Autore: Redazione FNOMCeO

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