Si svolgerà a Padova il 1° dicembre nell’Aula Morgagni del Policlinico Universitario un convegno dal titolo "Medici e professione: un futuro che affascina ancora?".
Il convegno avrà il Patrocinio del Centro Studi Nazionale su Salute e Medicina di Genere di Padova e della FNOMCeO per la quale saranno presenti rappresentanti della Federazione e di tutti gli Ordini del Veneto che hanno collaborato alla ricerca.
Nella segreteria Scientifica Antonella Agnello (Componente Consiglio Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri di Padova), Silvana Bortolami (Presidente Comitato Unico di Garanzia – Azienda Ospedaliera di Padova), e Luigi Fabbris (Professore Ordinario – Dipartimento Scienze Statistiche, Università di Padova). Ne parliamo con Antonella Agnello.
Dottoressa a Padova sarà presentata la Ricerca sulla Qualità di Vita dei Medici nel Veneto voluta da lei e dal presidente Benato, realizzata dal prof Luigi Fabbris. Può raccontarci il percorso che ha portato alla realizzazione di questa ricerca?
La ricerca svolta dalla Facoltà di Scienze Statistiche dell’Università degli studi di Padova in collaborazione con la Federazione regionale degli ordini del Veneto ed il Comitato Pari Opportunità interaziendale di Padova, è il risultato del questionario diretto a tutti gli iscritti agli Ordini dei Medici e Odontoiatri del Veneto.
Vi era nel novembre del 2010 una precedente indagine per i soli medici dell’Ordine di Padova.
In questo progetto sono state aggiunte diverse sezioni per definire un paradigma dei medici del Veneto con l’obiettivo di osservare la situazione professionale percepita dal medico. Una volta completata la stesura del questionario, lo si è informatizzato, testandone la facilità d’accesso, la comprensibilità delle domande e la semplicità nella compilazione. Ogni Ordine provinciale nel Veneto con un proprio Web master ha provveduto alla raccolta e alla gestione dei dati.
L’indagine si è svolta dal 24 giugno fino al 31 Ottobre del 2011. Era stata inviata in precedenza una lettera con l’’invito a partecipare all’indagine e le regole di compilazione del questionario. La rilevazione dei dati è avvenuta con metodo CAWI (Computer Assistence Web-based Interviewing) attraverso il software “LimeSurvey”.
Crede che questa ricerca sia inserita in un contesto particolare?
Il contesto in cui ognuno di noi opera tutti i giorni è molto cambiato e l’esercizio di una professione scelta per passione ha, per vari aspetti, momenti di sofferenza e disagio.
Anche l’aumento del numero di donne medico comporterà via via nuovi approcci organizzativi dei servizi sanitari. Nella ricerca la vita del medico in Veneto, è descritta dal punto di vista dal medico stesso. Per una volta, abbiamo lasciato il paziente sullo sfondo, per meglio comprendere l’idea che il medico ha della sua professione. Sui nuovi paradigmi professionali dei medici ci confronteremo con la prof.ssa Giovanna Vicarelli.
Quali informazioni avete cercato per capire le caratteristiche sociali e professionali?
Abbiamo indagato quanto le differenza per genere siano determinanti per la divisione dei ruoli e dei compiti, quanto le differenze tra medici e chirurghi abbiano prodotto incontri o scontri e quanto le differenze tra medici ospedalieri e medici del territorio siano superabili da una buona comunicazione.
Abbiamo chiesto al medico di descriversi in tre dimensioni fondamentali: i fattori di carriera più importanti, il rapporto con il proprio paziente e l’uso del proprio tempo lavorativo.
Cosa è emerso?
Abbiamo riscontrato dati attesi e dati non previsti.
Le donne medico sono molto più numerose nelle fasce di età più giovani: il 47.% della popolazione femminile non supera i 39 anni di età. La popolazione maschile fino ai 39 anni, raggiunge solamente il 19, % del totale, concentrandosi maggiormente nelle fasce d’età oltre i 44 anni dove troviamo quasi il 76% del totale della popolazione maschile.
C’è un progressivo rimpiazzo dei medici di sesso maschile da parte dei medici donne tra le fasce d’età più giovani che arrivano a rappresentare il 64% dei medici fino ai 34 anni ed il 59% tra i medici tra i 35 ed i 39 anni.
Abbiamo trovato dati che confermano come le donne rinuncino ad avere figli per motivi di carriera professionale mentre gli uomini, nella stessa situazione di sicurezza economica, sono più incoraggiati ad essere padri. Tutti hanno dichiarato di dedicare in media al lavoro quasi 10 ore giornaliere e concordano nel ritenere elementi fondamentale per la carriera di un medico la competenza professionale.
Tra tutti i medici intervistati, l’attività che prevale è quella clinica, segue l’attività relazionale e tutti lamentano che molto è il tempo che sono tenuti a dedicare all’attività amministrativa e gestionale. Interessante è il dato emerso per il quale, entrando nell’attività gestionale, la variabile sesso perde di significato.
Cosa desiderano i medici?
I medici sentono al primo posto la necessità di competenze comunicative: con i pazienti, i colleghi, il personale infermieristico. Ritengono necessaria una maggiore collaborazione fra i ruoli e una reale conoscenza di tutta la realtà lavorativa della quale sono parte. Sentono la mancanza di tempo come l’ostacolo principale per un aggiornamento costante.
Cosa si aspetta dal convegno del primo 1° dicembre?
Spero che il convegno sia un momento di riflessione sulla nostra amata professione perché possa avere ancora lo stesso fascino per i giovani che ha portato noi a sceglierla e che ancor oggi ci sostiene.
Autore: Redazione FNOMCeO