Sarà stato per la forza di un titolo, La previdenza: una tua responsabilità, oppure per la qualità (e quantità) dei relatori, sta di fatto che la sala congressi dello Sheraton di Padova si presentava gremita sabato 20 marzo. La scelta di Maurizio Benato, presidente dell’Ordine patavino e vicepresidente nazionale FNOM, di puntare sulla responsabilità nei confronti di se stessi (la sottolineatura sulla “tua responsabilità”) ha mosso centinaia di medici della città veneta che son venuti a questo convegno per incontrare l’ENPAM, per cercar di capire la situazione attuale del proprio Ente prevido-assistenziale e quindi per rispondere all’annosa domanda “ma i soldi che verso in previdenza, diventeranno mai una tranquilla pensione, e – se sì – di che dimensioni?”.
Il convegno progettato da Benato ha vissuto di due sostanziali e distinti momenti: la parte dedicata alle relazioni e il momento del dialogo istituzionale. Nella prima parte, moderata da Maurizio Scassola, presidente dell’Ordine di Venezia e con la presenza applauditissima di Eolo Parodi, presidente ENPAM e memoria storica della sanità del nostro Paese, si sono alternati al microfono Giovanni Pietro Malagnino, vice-presidente ENPAM, con una relazione sul metodo di costruzione della pensione, Claudio Testuzza, esperto di previdenza medica, sulla previdenza in ambito di dipendenza, e Luigi Daleffe sul Fondo Sanità, di cui è presidente. La relazione di visione complessiva è stata quella di Alberto Oliveti, consigliere dell’Ente, che ha sintetizzato caratteristiche dell’ENPAM, problematiche attuali e future (“gli elementi di complessità sono vari e vasti e potremmo così sintetizzarli: longevità crescente, recessione economica, possibili scelte politiche avverse, aumento dei pensionati, determinazione del flusso contributivo futuro”), sottolineando i valori di sostenibilità, adeguatezza e convenienza a cui si ispira l’attuale gestione, rimarcando autorevolmente il tema della sensibilizzazione dei giovani medici e terminando con le parole chiave con cui l’Ente guarda in avanti: “previdenza consapevole per un futuro sereno”.
Terminate le relazioni, dopo un breve dibattito con i medici in platea, il convegno della città di Galileo, Giustiniani e Sant’Antonio, ha visto lo svolgersi della tavola rotonda moderata dal presidente FNOMCeO: qui Amedeo Bianco, ha coinvolto in un dialogo sul futuro dell’ENPAM un tavolo di tutto rispetto che comprendeva i segretari di alcuni dei sindacati medici più i presidenti di molti degli ordini del nord-est. Il confronto a più voci ha approfondito soprattutto il tema della “casa comune”, provocazione lanciata da Bianco e raccolta in modi differenti da Carlo Lusenti dell’Anaao (“se non c’è è perché nel tempo abbiamo fatto scelte diverse, sarebbe bello che ora affrontassimo le cose con una visione d’insieme”), Roberto Lala dello Sumai (“un solo commento: occorre andare avanti con il percorso comune, superando le difficoltà di partenza”), Claudio Colistra della Fimp (“vediamo oggi più che mai quante sono le cose che ci accomunano”), Riccardo Cassi del Cimo (“già nella costruzione comune dell’ENPAM possiamo avviare la creazione della casa comune dei medici”) e Giacomo Milillo della Fimmg (“la casa comune già c’è: è la Federazione nazionale degli Ordini. Partiamo da questa casa facendola divenire sede di strategie coordinate in difesa di tutta la professione”).
Quest’ultimo spunto – FNOMCeO, casa comune – è stato trasformato da Bianco in una domanda ai tanti presidenti OMCeO presenti: “ve la sentite di essere garanti del dibattito e del confronto in un periodo come questo, particolarmente importante per il futuro del nostro Ente prevido-assistenziale?” Sulla questione sono intervenuti i presidenti Alberton (Verona), Chersevani (Gorizia), Noce (Rovigo), Cotrozzi (Vicenza), Rossa (Belluno) e Pandullo (Trieste), tutti sottolineando l’importanza della responsabilità pur nella considerazione del rischio di un crescente distacco tra medici e rapresentanza ordinistica. “Ci sentiamo di avere questo ruolo di garanti, ma la distanza tra medico e Ordine è un interrogativo che ci viene posto dalla realtà quotidiana”, ha detto Roberta Chersevani, “e il Centenario che quest’anno ci troviamo a celebrare come Fnom, ci invita forse a riprendere con maggior forza e a diffondere 100 anni di saggezza che gli Ordini oggi rappresentano”. Considerazione condivisa generalmente e rilanciata da Francesco Noce che, proprio riprendendo il tema del Centenario, ha poi sottolineato come il senso di appartenenza debba essere ripreso durante questo anno “e comunicato ai colleghi più giovani: questo è un modo in cui ogni Presidente può ritornare a interpretare il proprio ruolo in senso più pieno e completo”.
Negli interventi dei presidenti di Ordine sono riecheggiate le parole con cui Eolo Parodi aveva concluso il suo breve saluto ai convegnisti: “Ognuno deve mettere la sua pietra per costruire l’edificio ENPAM”. E proprio su questo stesso tema della “costruzione” dell’ENPAM, Amedeo Bianco ha rivolto l’ultima domanda ai sindacati: “Come vedete il cammino prossimo dell’Ente? Quali consegne vi sentite di condividere?” Risposte – “telegrafiche, massimo un minuto” – da parte dei segretari sindacali. Lusenti: “Dobbiamo guardare l’ENPAM pensando al futuro”; Collistra: “Certamente guardare al futuro, con l’intenzione che tutti siano rappresentati al suo interno”; guardare al futuro è essenziale anche per Lala, che aggiunge: “Sarà essenziale pensare al ruolo che in questo futuro dovrà avere l’Ente”; Cassi: “Lavorare per il futuro e allo stesso tempo lavorare per unire la categoria”; Milillo: “Lavorare per un Ente forte che rafforzi la professione e al cui interno lavorino componenti con ruoli diversi che siano forti nella loro complementarietà”.
Finale con un anticipazione da parte dell’Ordine di Padova, che ha distribuito ai presenti un questionario di percezione e soddisfazione professionale: i risultati saranno presentati a novembre, durante la Giornata del medico organizzata da Maurizio Benato nella città del Santo.
Autore: Redazione FNOMCeO