Nel nostro viaggio tra gli Ordini provinciali, questa volta andiamo in un’altra città toccata dal terremoto, Ferrara. Come è avvenuto a L’Aquila, anche qui l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri ha fatto la sua parte, e notevole è stato l’impegno dei medici per la ricostruzione. Se si va sul sito dell’OMCeO di Ferrara si può vedere che “a cinque mesi esatti dal sisma che ha piegato l’Emilia, si è celebrata sabato 20 ottobre 2012, in una Sala San Francesco gremita di gente, la dodicesima Giornata del Medico.
“Tra terremoto, tagli, ruberie, un trasloco dell’ospedale che non è un trasloco, ma un evento epocale – l’incipit del Presidente, Bruno Di Lascio – dobbiamo chiederci cosa lasceremo alle nuove generazioni e ringraziarle perché nonostante tutto scelgono di fare questa professione”. Futuro e territorialità, su questi binari si è sviluppata la mattinata, che ha visto la premiazione di chi si è laureato 50 anni fa e di chi, nel 2012, si è iscritto all’Ordine dei Medici di Ferrara. La benemerenza Medico D’Italia Carlo Urbani, è stata attribuita al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Ferrara. A ritirala, “a nome di tutti i vigili d’Italia, che in questi mesi sono stati a Ferrara”, è stato il comandante provinciale Cristiano Cusin. E’ stata invece l’assessore provinciale alla Pianificazione, Patrizia Bianchini, a ricevere simbolicamente le chiavi del modulo polifunzionale biblioteca/ambulatorio donato dall’Ordine alla Provincia affinché sia messo a disposizione della Colonna Mobile della Protezione civile dell’Emilia Romagna.
“Mi piace pensare che i libri siano la salute del cervello. All’interno – ha puntualizzato Di Lascio – saranno collocati circa 1000 volumi, frutto dell’appello lanciato alle case editrici dalla giornalista Camilla Ghedini. Ma anche strumenti sanitari, indispensabili in frangenti di emergenza”. I benefici della polifunzionalità li ha espressi l’assessore Bianchini, chiarendo che “uno strumento così concepito è il primo in Italia, forse il secondo in Europa”,. La targa Alberto Barioni, ritirata da Anna Codeluppi, è stata assegnata a tutti i medici che hanno profuso il loro impegno nella contingenza del sisma”.
Ma ecco come Bruno Di Lascio ha risposto alle nostre domande.
Quale è la sua valutazione sull’attuale situazione del Servizio Sanitario Nazionale e della politica nazionale in materia di Sanità?
Se vogliamo essere franchi, e in tal senso apportare un contributo vero al dibattito, dobbiamo ammettere che oggi, in Italia, manca una politica nazionale in materia di Sanità. E questo si traduce in un servizio sanitario nazionale vulnerabile, che trasmette incertezza sia a chi opera, quindi a noi professionisti, sia ai cittadini, quindi i pazienti. Noi non abbiamo un sistema sanitario nazionale, abbiamo 20 sistemi sanitari regionali, che dipendono tutti dal Ministero dell’Economia. E questo non può che creare confusione. L’interezza di scopo è solo nel mondo delle idee e non ha riflessi nella concretezza. Le iniziative sono dettate dall’istinto, hanno un valore di estemporaneità, manca una programmazione che abbia il requisito della lungimiranza. Faccio un esempio: si parla di federalismo, anche in sanità. Ma un tumore al polmone è uguale a Palermo come a Cinisello Balsamo, dove ai pazienti devono essere date le medesime garanzie in termini di prestazioni, tempi e qualità delle stesse. Ancora, si insiste a dire che pur a fronte dei continui tagli che vengono effettuati, invariata rimane l’efficienza dei servizi. Negli ultimi anni sono stati ‘eliminati’ gli ospedali a favore delle Case della Salute che stentano a partire e sembrano più che altro nosocomi da campo. Si deve smettere di lanciare proclami ingannevoli. L’Italia vive una grande crisi, che purtroppo si riflette anche in materia sanitaria, ma un conto è curare il risparmio, un altro è risparmiare sulle cure. Programmare significa che tutti gli attori della sanità non debbono fare il passo più lungo della gamba e soprattutto non cambiare strategia a seconda delle opportunità politiche. Perché la sanità, dovrebbe, e rimarco dovrebbe, continuare ad essere altro dalla politica.
L’Ordine da lei presieduto, su cosa è particolarmente impegnato ne prossimi mesi? Formazione, informazione, eventi, iniziative, aspetti specifici del territorio di sua competenza?
L’Ordine da me presieduto si muove costantemente su due binari: valorizzare la professione e i professionisti, con particolare riferimento ai giovani, cui stiamo consegnando immense responsabilità – penso agli specializzandi – senza il giusto riscontro né economico né di merito. E fare informazione e comunicazione. Ecco perché l’Ordine di Ferrara, ogni anno, a ottobre, organizza la Giornata del Medico, in cui vengono premiati, con premi di studio in danaro, i giovani colleghi che si sono distinti in progetti di ricerca scientifica; vengono insigniti di un piccolo riconoscimento tutti i neo laureati; ricevono benemerenze quanti vanno in pensione; vengono ricordati i colleghi scomparsi; viene consegnato il Premio Carlo Urbani a chi ha dato lustro, professionale e umano, alla categoria. Accanto, durante l’anno, manteniamo alto il livello dell’aggiornamento con iniziative di carattere formativo, a partire da corsi Ecm su temi ancora poco affrontati – come la scorsa primavera le patologie legate al fenomeno della migrazione – , convinti come siamo che l’emergenze si debbano prevenire prima che debellare. Ancora, partecipiamo al dibattito ‘politico’ locale dando un contributo di conoscenza tecnica, per evitare che la sanità, come troppo spesso accade, diventi un fortino politico.
Autore: Redazione FNOMCeO