Partorire in Italia: i numeri del Ministero della Salute

Report n. 34/2011    

PARTORIRE IN ITALIA: I NUMERI DEL MINISTERO DELLA SALUTE

Arriva alla settima edizione l’importante Rapporto del Ministero della Salute sull’evento nascita in Italia. La rilevazione 2008, con un totale di 551 punti nascita, presenta una migliore copertura rispetto agli anni precedenti: il 48% di schede in più rispetto al 2002, un numero di parti pari al 96,6% di quelli rilevati con la Scheda di Dimissione Ospedaliera (SDO) e un numero di nati vivi pari al 95,8% di quelli registrati presso le anagrafi comunali nello stesso anno.

Ecco in sintesi i risultati più significativi.

  • Più parti negli ospedali che nelle cliniche private

L’88,4% dei parti è avvenuto negli Istituti di cura pubblici, l’11,4% nelle case di cura e solo 0,2% altrove.
Naturalmente nelle Regioni in cui è rilevante la presenza di strutture private accreditate rispetto alle pubbliche le percentuali sono sostanzialmente diverse. Il 67,0% dei parti si svolge in strutture dove avvengono almeno 1.000 parti annui. Tali strutture, in numero di 210, rappresentano il 37,3% dei punti nascita totali. Il 9,11% dei parti ha luogo invece in strutture che accolgono meno di 500 parti annui.

  • Aumentano lievemente i nati da madri straniere

Nel 2008, il 16,9% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana (15,9% nel 2007). Tale fenomeno è più diffuso al centro nord dove quasi il 20% dei parti avviene da madri non italiane; in particolare, in Emilia Romagna, quasi un quarto delle nascite e riferito a madri straniere. Le aree geografiche di provenienza più rappresentative, sono quella dell’Africa (27,2%) e dell’Unione Europea (25,6%). Le madri di origine Asiatica e Sud Americana sono rispettivamente il 17,8% ed il 9,1% di quelle non italiane.

  • Le italiane partoriscono più tardi delle straniere

L’età media della madre è di 32,4 anni per le italiane mentre scende a 28,9 anni per le cittadine straniere. I valori mediani sono invece di 32,2 anni per le italiane e 28,2 anni per le straniere. L’età media al primo figlio è per le donne italiane quasi in tutte le Regioni superiore a 31 anni con variazioni sensibili tra le regioni del nord e quelle del sud. Le donne straniere partoriscono il primo figlio in media a 27 anni.

  • Nella quasi totalità dei casi la donna ha accanto il compagno

Nel 92,03% dei casi la donna ha accanto a sé al momento del parto (sono esclusi i cesarei) il padre del bambino, nel 6,7% un familiare e nell’1,25% un’altra persona di fiducia. La presenza di una persona di fiducia piuttosto che di un’altra risulta essere influenzata dall’area geografica.

  • Confermato il ricorso eccessivo al taglio cesareo

Si conferma il ricorso eccessivo all’espletamento del parto per via chirurgica. In media, il 37,8% dei parti avviene con taglio cesareo, con notevoli differenze regionali che comunque evidenziano che in Italia vi è un ricorso eccessivo all’espletamento del parto per via chirurgica. Rispetto al luogo del parto si registra un’elevata propensione all’uso del taglio cesareo nelle case di cura accreditate in cui si registra tale procedura in circa il 60,5% dei parti contro il 34,8% negli ospedali pubblici. Il parto cesareo è più frequente nelle donne con cittadinanza italiana rispetto alle donne straniere, nel 28,4% dei parti di madri straniere si ricorre al taglio cesareo mentre si registra una percentuale del 39,8% nei parti di madri italiane.

  • Troppi gli esami durante la gravidanza, prima visita più precoce per le donne italiane con scolarità medio-alta

Nell’84,6% delle gravidanze il numero di visite ostetriche effettuate è superiore a 4 mentre nel 73,2% delle gravidanze si effettuano più di 3 ecografie. La percentuale di donne italiane che effettuano la prima visita oltre la 12° settimana è pari al 4,4% mentre tale percentuale sale al 16,2% per le donne straniere. Le donne con scolarità bassa effettuano la prima visita più tardivamente rispetto alle donne con scolarità medio-alta: si sottopongono alla prima visita oltre la 12° settimana il 7,8% delle donne con scolarità medio-bassa, mentre per le donne con scolarità medio-alta la percentuale è del 3,3%. Per le donne più giovani si registra una frequenza più alta di casi in cui la prima visita avviene tardivamente (15,3% nelle madri con meno di 20 anni). In media, inoltre, sono state effettuate 14,7 amniocentesi ogni 100 parti. A livello nazionale alle madri con più di 40 anni il prelievo del liquido amniotico è stato effettuato in quasi la metà dei casi (42,71%).

  • L’1,14% delle madri ha fatto ricorso alla procreazione medicalmente assistita

Per circa 6.227 parti si è fatto ricorso ad una tecnica di procreazione medicalmente assistita (PMA), in media 1,14 ogni 100 gravidanze. La tecnica più utilizzata è stata la fecondazione in vitro con successivo trasferimento di embrioni nell’utero (FIVET), seguita dal metodo di fecondazione in vitro tramite iniezione di spermatozoo in citoplasma (ICSI).

  • I bambini nati morti corrispondono al 2,79 ogni mille nati (media europea 2,89 per mille)

Sono stati rilevati 1.543 nati morti corrispondenti ad un tasso di natimortalità, pari a 2,79 nati morti ogni 1.000 nati (media europea 2,89 per mille), e 4.517 nati con malformazioni. L’indicazione della causa è presente rispettivamente solo nel 18,9% dei casi di natimortalità e nel 53% di nati con malformazioni.

Roma 05/09/2011

Autore: Redazione FNOMCeO

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