Nella giornata di ieri, come riportato da agenzie e quotidiani, l’Ania ha comunicato i dati dell’incremento del contenzioso in ambito medico riferiti agli ultimi quindici anni. Sono dati impressionanti e preoccupanti, sia per mole, che per tendenzialità: più 357% del numero di contenziosi tra il 1994 e il 2009, con oltre 12.500 denunce relative a singoli medici.
Dati che sono stati commentati da Gabriele Peperoni, segretario nazionale FNOMCeO e coordinatore del Gruppo di lavoro sulla conciliazione in ambito medico: “Nel suo complesso i dati presentati confermano che ci troviamo di fronte ad un tema delicatissimo, da affrontare non in base ad una logica di difesa corporativa, bensì in base ad una visione complessiva, che tenga conto dei diritti dei cittadini, del contesto giudiziario ed assicurativo e di come tutto questo incida ed influisca sul clima nel quale si trovano ad agire i medici”.
“Abbiamo plaudito all’approvazione della legge 28 alla regolamentazione successiva”, ha proseguito Peperoni, “e continuiamo a farlo, perché vediamo in questo dispositivo una garanzia per il sistema complessivo. Riteniamo cioè che attraverso il meccanismo della conciliazione si possano imprimere sia dei correttivi alla tendenza espressa dai dati comunicati dall’Ania, sia un complessivo indirizzo per far uscire il contenzioso dal terreno dell’attacco virulento al mondo degli operatori sanitari”.
Ricordiamo che i due riferimenti normativi, il D.Lgs 4 marzo 2010, n. 28 e la regolamentazione prevista con successivo Decreto del Ministro della Giustizia 18 ottobre 2010, n. 180, sono stati oggetto di continui approfondimenti da parte della Federazione sia prima della sua pubblicazione, sia durante simposi e workshop giurisprudenziali (l’ultimo, con simulazione, tenuto a Como nello scorso aprile), sia durante un confronto congiunto medici-avvocati tenuto a Napoli. Proprio su questi temi la Federazione è stata poi ascoltata in audizione, il 21 giugno, presso la Commissione giustizia del Senato.
“Sappiamo che una parte del mondo degli avvocati osserva con preoccupazione, quando non con avversione, il percorso che la conciliazione sta facendo nel nostro Paese”, è la conclusione di Gabriele Peperoni, “ma siamo certi che il punto raggiunto con il decreto 28.2010 sia uno di quelli da cui non è ragionevole tornare. E continuiamo a nutrire la speranza che anche le opposizioni professionali più rigide possano rientrare nei binari di un confronto sereno e circostanziato che possa portare a correttivi in positivo, più che a tentativi di ritornare ad un passato che, come dimostrano le cifre dell’Ania, possono solo preoccupare l’interno sistema giudiziario e, in fin dei conti, l’interno sistema Paese”
Autore: Redazione FNOMCeO