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Per un’etica della razionalizzazione, verso la tutela della salute

L’Ufficio Stampa ha posto anche alcune domande a Maurizio Benato, vicepresidente FNOMCeO e moderatore della Tavola Rotonda “Razionalizzazione della spesa, responsabilità medica, tutela della salute”, che concluderà il Convegno de L’Aquila.


Dr Benato, la moderna Bioetica, in particolare quella degli USA, dove più è sentito il problema di una sanità legata alle disponibilità economiche, si è spesso occupata di gestione delle risorse per la salute.
Come può, da un punto di vista bioetico, la razionalizzazione della spesa conciliarsi con l’etica medica per la tutela del diritto alla Salute?


L’etica non è estranea all’economia sanitaria.
Io penso che non sia discutibile l’eticità di una appropriata allocazione di risorse nel sistema delle cure della salute. Anzi, è piuttosto l’etica che impone di definire nel concreto operare di questo sistema scopi che non possono che essere comuni. E scopo comune è lo stabilire quella parte della ricchezza di un paese da assegnare all’organizzazione dei servizi sanitari, al di sopra del pluralismo culturale e politico e degli approcci morali che ne conseguono, al di sopra delle inevitabili diversità dei contesti socio culturali, e sempre nell’ottica di un uso appropriato delle procedure e dell’accesso dei cittadini ad essi, perché la salute “non ha prezzo” ma costa.
La salute è un valore, conservarlo costituisce uno scopo comune.
Certamente dobbiamo essere guidati da saldi principi ispiratori: efficacia, equità e solidarietà.
Questo significa garantire solo prestazioni di efficacia dimostrata, garantirle in maniera equa, verificando l’accessibilità di fatto e non solo di diritto, anche tenendo conto delle esigenze provenienti dai settori svantaggiati della società.
Non mi nascondo che quanto ho affermato possa rappresentare un superamento del modello etico-classico, ossia quello della beneficialità assoluta per il paziente, in cui gli obblighi morali del medico non possono essere violati da aspetti congiunturali di opportunità o economici. Ma penso che il fine sociale del servizio sanitario possa giustificare una deroga al principio del diritto individuale alla cura, e che l’etica del tradizionale rapporto medico-paziente debba essere rivisitata, se vogliamo dare soluzioni alla enorme crescita della spesa sanitaria in funzione della tutela della salute, collettiva prima ancora che individuale.


E cosa prevede, in materia, il Codice Deontologico?


Il Codice prevede che le prescrizioni e i trattamenti devono essere ispirati ad aggiornate e sperimentate acquisizioni scientifiche, anche al fine dell’uso appropriato delle risorse, sempre perseguendo il beneficio del paziente.

Autore: Redazione FNOMCeO

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