Egregio Presidente,
leggo con amarezza l’articolo di Michela Marzano di Repubblica del 13 gennaio 2016 dal titolo “Il Passato in corsia”.
Trovo particolarmente grave il riferimento alla "…ragazza uccisa durante un aborto….”, frase che già giudica e condanna.
I medici non meritano questa semplificazione che assimila un tragico evento ancora tutto da chiarire, all’omicidio, alla soppressione criminale di una vita.
Tutti i giorni combattiamo per la sostenibilità, la qualità e la sicurezza e per offrire le migliori cure alle persone che assistiamo.
Come posso pensare che le affermazioni contenute in questo articolo contribuiscano a una corretta informazione, a migliorare il nostro Servizio Sanitario nazionale e la relazione con i nostri pazienti?
Ho letto con emozione le dichiarazione del dr De Simone che ha visto nascere e morire la giovane Gabriella.
Credo si debba partire da queste dichiarazioni per capire il senso vero del nostro lavoro di medici e il dramma che accomuna il medico alla persona che può subire un evento avverso e al dramma dei familiari.
Noi medici non chiediamo difese aprioristiche ma indagini corrette e conseguenti giudizi.
Vogliamo essere trattati come professionisti che pagano tutti i giorni assieme alle loro famiglie, la scelta di una vita dedicata alla salute del prossimo.
Affido questa segnalazione alla Sua competenza, autorità ed etica professionale perché sia garantita un’informazione corretta, seria e veritiera.
La saluto cordialmente
Roberta Chersevani
Autore: Redazione FNOMCeO