Polimeni: l’Odontoiatria italiana, alta professionalità e forte etica

Presidente del Collegio nazionale dei docenti di discipline odontostomatologiche, Antonella Polimeni è direttore di dipartimento all’Università La Sapienza di Roma. Anche a lei abbiamo chiesto di introdurre i lettori del portale FNOMCeO ai lavori degli “stati generali dell’odontoiatria”. Sarà lei, infatti, a rappresentare la formazione accademica in odontoiatria durante il dibattito tra le varie componenti associative e professionali (venerdì 16 dicembre).

Professoressa Polimeni: A Roma si terranno gli "stati generali" dell’odontoiatria. L’Odontoiatria italiana sentiva il bisogno di un momento di dibattito complessivo e di "ripartenza"?
In un momento cosi’ critico per il "sistema Paese" credo che un higlight di riflessione sia quantomeno opportuno anche per la nostra disciplina. Ogni momento di difficoltà va vissuto e gestito come un’opportunità per impostare nuove strategie da concordare, ovviamente, con tutti gli attori.

Lei crede che il mondo della formazione odontoiatrica in Italia esprima oggi professionisti di alta qualità? I cittadini possono essere tranquilli sulle competenze dei propri dentisti?
Mi sento di rispondere in maniera assolutamente affermativa. Gli Odontoiatri Italiani esprimono una qualità di ottimo livello ed i nostri cittadini possono riporre la massima fiducia nei nostri professionisti. E’ proprio il messaggio di fiducia che va maggiormente affermato (e divulgato) presso l’utenza, fiducia non solo relativamente alla qualità delle prestazione, ma anche riguardo all’eticità nelle scelte terapeutiche.

Il percorso di studi del dentista italiano, confrontato con il suo collega inglese, francese o tedesco, mostra caratteristiche specifiche e competenze particolari? Siamo "più avanti" rispetto a questi altri Paesi o dobbiamo imparare qualcosa?

Il percorso formativo dell’Odontoiatra Italiano, ormai portato a sei anni con l’applicazione della legge 270/2004, è un iter che non ha nulla da invidiare a quello di altri Paesi. Certamente l’introduzione dell’anno aggiuntivo dovrà essere funzionale ad implementare massimamente la componente professionalizzante che, in passato, non e’ sempre stata omogeneamente erogata sul territorio nazionale. L’obiettivo è quello di non avere livelli formativi "a macchia di leopardo".

Si paventa una liberalizzazione "selvaggia" della professione: cosa ne pensa il mondo dell’accademia?
L’Accademia si impegnerà per elevare sempre di più la qualità della formazione: questa è la risposta alla Sua domanda. Certamente ci preoccupano le iniziative di attivazione in Italia di nuovi corsi di Laurea in Odontoiatria da parte di soggetti non accademici che, utilizzando istituzioni fuori dal territorio nazionale, propongono il miraggio di un’offerta formativa aperta ad un numero di discenti incompatibile non solo con la legislazione vigente, ma anche con gli standard e requisiti che garantiscono la qualità della formazione.

Autore: Redazione FNOMCeO

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