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Politica. Stato delle tossicodipendenze nel nostro paese. I successi del passato, un’eredità per il futuro

Il 2 agosto scorso il Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha reso pubblica la Relazione annuale al Parlamento sullo “Stato delle tossicodipendenze nel nostro Paese”: la Relazione annuale 2017 sui dati relativi allo stato delle tossicodipendenze in Italia è il documento ufficiale governativo redatto, ai sensi dell’art. 131 del D.P.R. n. 309/90, dal Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

La fotografia della situazione registrata nel 2016 nasce da un lavoro sinergico svolto tra i Ministeri competenti e gli Enti ai quali la legge assegna compiti di prevenzione e contrasto alle dipendenze ed è in linea con le indicazioni dell’Osservatorio Europeo per le droghe e tossicodipendenze, European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA). (vedi)
Il documento, che offre un’istantanea della situazione della diffusione delle droghe in Italia a partire dalle informazioni istituzionali più recenti, è, oltre ad un importante atto istituzionale, anche un prezioso strumento nelle mani della classe politica e di tutti i soggetti sociali che sono impegnati nella lotta alle dipendenze. Il fenomeno viene descritto infatti attraverso il monitoraggio del mercato e delle varie dimensioni della domanda di sostanze stupefacenti, nonché delle risposte a livello nazionale in termini di prevenzione, cura e contrasto allo spaccio. La Relazione ha anche un’importante valenza scientifica in quanto è stata curata dal Dipartimento Politiche Antidroga con il supporto tecnico dell’Istituto di Fisiologia clinica del CNR.
La redazione di questo documento è frutto di un lavoro collettivo al quale hanno partecipato: Ministero dell’Interno; Ministero della Giustizia; Ministero della Salute; Ministero della Difesa; Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – MIUR; Regioni e Province Autonome – Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome; Istituto Superiore di Sanità – ISS; Istituto Nazionale di Statistica – ISTAT; Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Fisiologia Clinica (CNR-IFC); Esperti nazionali del PUNTO FOCALE NAZIONALE – REITOX.

Il documento
Oltre all’importanza istituzionale che caratterizza la Relazione, il documento è anche un punto di riferimento “tecnico” per tutti gli operatori: per quelli sanitari che cercano di tenere sotto controllo i devastanti effetti sulla salute della droga e per quelli impegnati nel contrasto alla diffusione delle sostanze. Uno degli ostacoli operativi più importanti è infatti per tutti la conoscenza del “mercato” delle sostanze voluttuarie che è il primo indispensabile passo per poter salvare la vita dei tossicodipendenti e per poter individuare, attraverso le logiche commerciali praticate, i gruppi criminali che danno vita a traffici illeciti tanto floridi da non conoscere crisi.
Negli ultimi anni le caratteristiche dello scenario nazionale e internazionale del traffico di stupefacenti hanno non a caso subito mutamenti radicali. Si sono infatti stabilizzati, e in taluni casi sono diminuiti, i consumi di alcune sostanze voluttuarie che avevano avuto molto successo fino a dieci anni fa: grazie ai brillanti risultati dei programmi di prevenzione e trattamento messi in cantiere è ad esempio diminuito anche l’impatto epidemiologico delle malattie infettive e la mortalità relativa correlata a quelle dipendenze.
Una parte di questi risultati positivi deriva però purtroppo dal fatto che i laboratori clandestini dello spaccio hanno immesso sul mercato un numero crescente di nuove sostanze psicoattive, che hanno una vita “commerciale” più breve rispetto a quelle del passato; questo consente di sostituirle in termini rapidi con prodotti per aggirare la lotta delle Forze dell’Ordine nella repressione dello spaccio e rendere quindi sempre altamente remunerativo il traffico. Non a caso nell’ultimo anno, a fronte di un aumento delle azioni di contrasto alla diffusione delle sostanze stupefacenti svolte in Italia dalle Forze di Polizia, è però diminuito il quantitativo delle sostanze sequestrate.

Cannabis e sostanze psicoattive di sintesi
La cannabis risulta nel documento istituzionale la sostanza psicoattiva più diffusa sia tra gli adulti che tra i giovani e i giovanissimi.
Si stima che un terzo della popolazione italiana ne abbia fatto uso almeno una volta nel corso della vita. Nel 2016 più di un quarto degli studenti delle scuole medie superiori l’aveva provata almeno una volta. Ma sempre più spesso non si tratta di “spinelli” bensì di prodotti derivati della cannabis, caratterizzati da un’alta (e intrinsecamente pericolosa) variabilità di principio attivo in ogni singola dose consumata.

I cannabinoidi sintetici, anche detti “Spice”, rappresentano infatti il più affollato e nuovo gruppo di sostanze tenute sotto sorveglianza in Europa. Questi prodotti, totalmente sintetici, a volte sono spacciati come mix di erbe e che, pur non contenendo cannabis, ne riproducono, a volte amplificandoli, gli effetti: questo mercato utilizza anche il Web come ambiente virtuale di spaccio e il fatto rappresenta di per sé una svolta particolarmente pericolosa per la salute pubblica. I prodotti sul mercato sono infatti molti e soggetti ad un turn-over molto accentuato che rende difficoltosa la scoperta della loro esistenza e quindi della loro pericolosità che a volte è molto alta.
Questa evoluzione di mercato somiglia molto a quella che caratterizza l’eterna lotta tra “topi d’appartamento” e fabbricanti di porte e serrature di sicurezza: appena uno di queste sostanze viene scoperta e quindi tolta dal mercato è subito disponibile una nuova sostanza di sintesi, molto spesso derivata da una di quelle appena individuata e messa al bando.
L’alta variabilità delle SPICE immesse nello spaccio, il fatto che questo genere di sostanze occupi il secondo posto tra i consumi degli studenti delle superiori e la velocità del loro turn-over “commerciale” rende particolarmente difficile l’individuazione del loro meccanismo farmacologico di funzionamento e questo complica ovviamente il quadro sanitario complessivo correlato ai consumi voluttuari, oltre che l’azione di repressione attuata dalle Forze dell’Ordine.
Un’altra vera e propria sfida alle politiche nazionali e sovranazionali di contrasto alla tossicodipendenza (una nuova e difficile sfida) è costituita dalla lotta alle NPS – New Psychoactive Substances: oppiacei e catinoni sintetici, ketamine, mefredone, fenetilamine… che imitano gli effetti di alcune sostanze illegali senza averne però le caratteristiche organolettiche che fino ad oggi hanno permesso di identificarle: caratteristica molto favorevole per questo commercio illegale, esaltata dall’alta diffusione di queste sostanze attraverso la piazza virtuale del Web.

Un successo: il trattamento medico-sanitario-sociale delle tossicodipendenze in Italia
Un dato sicuramente positivo che riguarda l’Italia è l’alto livello qualitativo del suo sistema per il trattamento medico-sanitario-sociale delle tossicodipendenze: la complessa e articolata rete pubblica e privata di strutture dedicate nella quale i SerD sono chiamati istituzionalmente ad occuparne una sorta di punto focale. Anche nel corso del 2016 sono infatti diminuiti sia i danni alla salute, sia i decessi, causati dall’uso di stupefacenti: diminuiscono in particolare i casi di epatite virale, di HIV e AIDS tra gli utilizzatori di sostanze assunte per via venosa.

Questo successo sembra però essere soprattutto una virtuosa eredità di un intelligente e capace impegno svolto nel passato; la nuova sfida da vincere riguarda infatti le nuove droghe e i nuovi consumatori di cui troppo poco ancora si conosce: una realtà complessa e sfuggente confermata anche dall’età media (39 anni) dei cittadini presi in carico dai SerD.

Sarà l’abbassamento dell’età media di questi cittadini la spia più attendibile per indicare che una nuova battaglia di questa guerra senza quartiere è iniziata.

Si tratta di una guerra che dura da decenni e che tutti dobbiamo impegnarci a vincere.

(Fonte: www.torinomedica.com)

Autore: Redazione FNOMCeO

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