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Post elezioni/2: voglia di ripartenza nelle Regioni del Mezzogiorno

Entrando nel merito del dopo voto nell’Italia del Sud, partiamo da una delle regioni cardine, la Campania. Per Stefano Caldoro, neo-eletto, sono sanità e lavoro le priorità: “Mettere i conti in ordine e arrivare a una razionalizzazione, in particolare della parte ospedaliera. Ma c’e’ soprattutto il problema di una sanità per il cittadino, perché il paradosso è che noi spendiamo di più che nel resto d’Italia e offriamo la peggiore assistenza. E’ evidente che siamo di fronte ad un grave spreco. Superare in tempi possibili, d’intesa con il Governo nazionale, la fase del commissariamento. In seguito – aggiunge Caldoro – analizzeremo i conti e lavoreremo a un progetto strategico per risanare e rilanciare la sanità. Partiremo dalle tante buone professionalità che ci sono, premieremo il merito, promuoveremo una virtuosa sinergia fra il pubblico e il privato”.
Quanto al tema del lavoro, il neo governatore dichiara: “In Campania non si deve perdere un solo posto di lavoro sulle grandi vertenze. Noi siamo stati classificati come l’ultima regione europea in termini di occupazione guadagnando anche in questo caso la maglia nera. Questo vuol dire anche che dobbiamo costruire dei profili professionali che servano al mercato del lavoro e quindi direttamente collegati al settore produttivo".

Nichi Vendola (centrosinistra) viene riconfermato presidente della Regione Puglia con il 48,69%, Rocco Palese (centrodestra) si ferma al 42,25%, Adriana Poli Bortone (Udc) all’8,71%, Michele Rizzi allo 0,35%. Queste le percentuali dei candidati governatori dopo lo scrutinio di tutte le 4.003 sezioni, secondo i dati resi noti dalla Regione. Vendola vince in Puglia, ma nel commentare il dato complessivo delle elezioni regionali, parla, senza mezzi termini, di sconfitta per il centrosinistra. Subito dopo la vittoria, Vendola non parla né di nuova Giunta, né di temi specifici, ma spazia sui temi della grande politica, visto che in molti vedono in lui il leader nazionale capace di affrontare il centrodestra alle elezioni politiche del 2013. “Io sarei più contento di sapere qual è il futuro del centrosinistra in Italia piuttosto che conoscere in così largo anticipo il nome del leader del futuro centrosinistra. Il problema è che il centrosinistra ancora una volta – ammette – conosce una sconfitta, tanto più pesante “perche’ avviene nel pieno della crisi del berlusconismo”. Vendola vincitore conferma le linee dl suo programma di governo per la Puglia nei prossimi cinque anni. Un programma nel quale grande attenzione è riservata ai giovani per i quali sono previste borse di studio annuali in Puglia, in Italia e all’estero, aiuti alle imprese che vogliono investire sui giovani, fondo garanzia per forme micro credito, nonché per politiche abitative vantaggiose per i giovani, rete di 170 laboratori urbani.
Per il lavoro, Vendola continuerà sulla strada delle politiche attive per il lavoro e processi di riqualificazione per sospesi e precari con particolare attenzione alle donne, bandi di sostegno alle imprese che assicurano lavoro stabile, rifinanziamento ammortizzatori sociali, azioni per istruzione, formazione e ricerca, servizi per gli studenti e Università, modernizzazione della formazione professionale, attraverso il controllo degli accreditamenti degli Enti e dei Centri di formazione, investimento, informazione e ricerca per lo sviluppo e rinnovamento della Regione.

Vito De Filippo (‘Uniti per la Basilicata’) è stato confermato presidente della Regione Basilicata con il 60,81 per cento dei voti, pari a 202.980 voti. Il Presidente punta tutto sul lavoro per aiutare le persone a ‘restare in Basilicata’. Principalmente combattendo la fuga di cervelli. Lo strumento legislativo principale sarà un Reddito-Ponte che consenta ai giovani di completare il proprio percorso formativo, individuando le occasioni di rimanere professionalmente in Basilicata attraverso un assegno annuale di 6.000 euro. In cambio il giovane si obbliga a partecipare a tutti gli eventi formativi ed informativi che la Regione gli proporrà. De Filippo punta anche su un’integrazione tra tutti gli strumenti necessari (formazione, servizi, orientamento, microcredito) per far emergere idee e svilupparle in progetti di impresa. Ad esempio 500 giovani verranno selezionati, assistiti e formati con l’obiettivo di portarli alla creazione di circa 50 nuove aziende innovative. Oppure e’ previsto un contributo di 10-12.000 euro per ogni giovane laureato lucano assunto a tempo indeterminato.

Con un salto ancora più a Sud, ci si imbatte nella Calabria di Giuseppe Scopelliti. Una delle situazioni più difficili da gestire: nel 2009 ha un risultato di gestione negativo di circa 120 milioni di euro che, tenendo conto del ribaltamento del 2006, 2007 e 2008, porta ad un complessivo disavanzo 2009 di circa 1.000 mln di euro. Il Piano di rientro è in ritardo sulla riorganizzazione della rete ospedaliera e il controllo della spesa farmaceutica. In Calabria, per migliorare il Servizio sanitario regionale, il neopresidente Scopelliti partira’ da tre misure: "Un serio monitoraggio del territorio per abbozzare le linee guida del nuovo piano sanitario regionale, trasparenza nella scelta dei direttori generali e soprattutto rispetto della persona attraverso una seria valorizzazione delle professionalità sanitarie presenti sul territorio”.
Nelle intenzioni di Scopelliti, cìè anche la volontà di non chiedere ulteriori sacrifici economici ai cittadini calabresi. “Se ci saranno le condizioni – spiega – farò di tutto per abolire il ticket sui farmaci. Pesa molto sui bilanci delle famiglie e incide poco sul deficit del settore. In questi mesi di campagna elettorale tanti cittadini, soprattutto giovani e anziani, mi hanno posto il problema. Valuteremo con attenzione la situazione con il governo”. Sul totonomine e sul prossimo assessore della Sanità, il nuovo governatore non si sbilancia. “Troppo presto per fare nomi. In ogni caso – conclude Scopelliti – stiamo già lavorando e mi dovrò incontrare con il resto della coalizione”. Ma il giovane Presidente calabrese, già da Sindaco di Reggio Calabria, aveva lanciato idee strategiche sul modo stesso di stare al centro del Mediterraneo. “Le Regioni del Mezzogiorno oggi – ha sostenuto ancora
Scopelliti – devono andare a Roma a ritagliarsi uno spazio in prospettiva. Se siamo il Sud dell’Italia e contestualmente l’estremo Sud dell’Europa, siamo baricentrici in questo grande scenario. Dobbiamo lavorare in questa direzione; dobbiamo costruire e coltivare questo sogno che può offrire nuove occasioni per la nostra economia per il nostro sistema imprenditoriale. Dobbiamo fare rete, attuando l’ultimo comma dell’art. 117 della Costituzione dove è riconosciuta alle Regioni la possibilità di stringere accordi con Regioni o altri Stati. La posizione baricentrica nel Mediterraneo – ha concluso Scopelliti – è una grande forza per noi. Rappresenta uno strumento straordinario per veicolare un’azione nuova e fondamentale per lo sviluppo delle nostre terre”.

Nel Lazio Renata Polverini Presidente e commissario per la Sanità
Ma la sfida più forte di queste elezioni regionali si è consumata nel Lazio. Lo scontro tra Renata Polverini ed Emma Bonino ha assunto una valenza che è andata oltre i confini laziali. Nel Lazio sono scesi in lizza i leader nazionali in sostegno delle rispettive candidate. Una situazione che, fino alla notte tra lunedì e martedì, sembrava pari e patta. Ma poi è prevalsa Renata Polverini, che, da subito e nonostante la settimana santa, si è messa in movimento “sul territorio”, come si usa dire. Intanto girando per gli ospedali, toccando così il San Giovanni-Addolorata, il San Camillo-Forlanini, il Bambin Gesù, in un tour che continuerà nei prossimi giorni, passando anche per il mercato ortofrutticolo di Latina e in altri luoghi di aggregazione dei cittadini. Intanto, tre giorni dopo il risultato elettorale, Renata Polverini ha incassato la nomina a commissario per la sanità nel Lazio. Farà la Presidente e il commissario. Niente assessore, pertanto, come si era capito già in campagna elettorale, quando aveva dichiarato più volte: “Della Sanità me ne occuperò direttamente”. E Ferruccio Fazio, il Ministro, le ha concesso subito il commissariamento, per mettere in sesto una situazione veramente difficile, com’è noto a tutti: la Regione Lazio nel 2009 ha un risultato di gestione negativo di circa 1.400 milioni di euro, e un disavanzo di gestione 2009 di circa 420 milioni.
Circa il Piano di rientro, la gestione commissariale ha messo in essere alcune iniziative con cui e’ stato possibile erogare una quota di 70 milioni di euro. Da affrontare i nodi dei protocolli d’intesa con le università, la mancata contrattualizzazione delle prestazioni e delle funzioni erogate dagli ospedali classificati e dagli Irccs privati, la riorganizzazione della rete ospedaliera, il ritardo nel processo di accreditamento definitivo. Allo stato delle cose, in effetti, davanti a Polverini si apre questo scenario: il decreto 96 del 29 dicembre 2009 individua una prima stesura dei cosiddetti ‘programmi operativi’ della sanità, collegati al mandato del commissario Elio Guzzanti. I tavoli ministeriali ne avevano chiesto delle integrazioni di tipo informativo o relativo ad alcune scadenze, ed è probabile che nei prossimi giorni – i programmi sono un documento snello e flessibile – si provveda a farle. Polverini dunque prenderà in mano questi ‘programmi operativi’ e li valuterà, e nonostante sia nelle sue facoltà proseguire con quegli strumenti (magari modificandoli), con ogni probabilità sceglierà invece di percorrere la via che porta alla proposta di un nuovo piano di rientro per uscire in seguito dal commissariamento. La tempistica, secondo gli esperti, dovrebbe portare da qui a sei mesi: il Piano andrebbe proposto entro giugno, poi ci sono trenta giorni per l’esame e quindici per l’approvazione definitiva. Un iter che con un governo amico potrebbe essere molto più lineare di quello, quantomeno tormentato, dei piani presentati negli anni passati dal centrosinistra. “Ho fatto una campagna elettorale – ha proseguito – in cui ho detto che non chiuderò nessun ospedale né taglierò altri posti letto. Questa regione è stata male amministrata: ci sono tanti sprechi da tagliare che possono dare sicuramente tante risorse”.
Polverini ha ricordato che il Lazio assorbe oltre il 60% del debito sanitario nazionale e che il debito costringe i cittadini a pagare le addizionali più care del Paese. “Per ridurre i costi – ha proseguito Polverini – istituirò un organismo di controllo e monitoraggio della spesa sanitaria e già con questo interverremo sugli sprechi. Poi ridurrò le Asl”. E nel frattempo chiederà al Governo il trasferimento alla Regione Lazio di tre miliardi per la Sanità, impegnandosi per togliere il ticket per la riabilitazione dei disabili: “L’introduzione di questo ticket è inaccettabile. Come ho già sostenuto più volte, oltre che con un carico fiscale pesante, i cittadini hanno pagato il deficit sanitario di questi anni con l’introduzione di ticket, i tagli dei posti letto, la chiusura degli ospedali e un servizio complessivamente molto al di sotto degli standard che potrebbe vantare: pensiamo ad esempio alle liste di attesa per gli esami. La nuova governance del settore – aggiunge la Polverini – permetterà di coniugare economicità ed efficacia e dunque l’obiettivo è anche quello di ridurre i ticket il più possibile”.
Particolare nel Lazio anche la gestazione della nuova Giunta regionale. Renata Polverini ha garantito che i nomi saranno scelti sulla base di criteri di competenza e professionalità. Ma non ci si può dimenticare che l’esclusione della lista PdL dalle elezioni non solo ha fatto confluire i voti sulla Lista Polverini, ma ha avuto l’effetto di lasciare fuori dalla competizione tanti big del PdL romano, una situazione della quale toccherà in qualche modo tener conto.

RU-486, alcuni Presidenti con la tentazione del ‘fai da te’
Ma in questi giorni post elettorali, lo scontro tra i Presidenti delle Regioni è sulla RU-486. Le differenze di posizione sono marcate tra i Presidenti di centrodestra e gli altri, con qualche distinguo anche nelle fila del PdL. Il rischio è che ciascuna Regione possa decidere per conto suo. Al punto che il Ministro Ferruccio Fazio e il sottosegretario Eugenia Roccella sono intervenuti ricordando il rispetto della legge 194 e il parere del Consiglio Superiore di Sanità del 18 marzo. “C’è una legge, se la leggano. E anche se sembra ovvio dirlo, tutte le leggi vanno rispettate”. Così il Ministro della Salute, che invita le Regioni “ad attenersi alle indicazioni del Consiglio Superiore di Sanità che prevedono, nel rispetto della legge 194, che la pillola Ru486 venga data in ricovero ordinario fino all’avvenuto aborto”.
Eugenia Roccella: “Sono favorevole alla ricerca di un protocollo unitario possibilmente condiviso con le Regioni, che cercheremo di mettere a punto al tavolo per le linee guida e il monitoraggio dell’uso della pillola Ru486”.
Ad esprimere la contrarietà alla RU-486, anche in regime di ricovero ospedaliero, erano stati Roberto Cota e Luca Zaia, mentre altri Presidenti si sono pronunciati in maniera diversa. Stefano Caldoro in Campania, Giuseppe Scopelliti in Calabria, Renata Polverini nel Lazio si dicono a favore della vita e sottolineano che la Ru486 deve essere prevista solo in regime di ricovero ospedaliero. Roberto Formigoni fa un distinguo tra la legge 194 sull’aborto, che ”va rispettata”, e la Ru486 che ”scarica sulla donna tutto il peso psicologico e fisico una esperienza traumatica”. E Vasco Errani: “Esistono le leggi dello Stato, e le leggi dello Stato devono essere applicate in tutte le Regioni”. Il Presidente della Toscana Enrico Rossi difende la scelta della Regione di aver dato “via libera all’acquisizione del farmaco dall’estero già prima che venisse autorizzato dall’Aifa. Sulla Ru486 – spiega – non c’è nulla da sperimentare visto che nel mondo veniva già utilizzata. Piuttosto, aggiunge Rossi, è necessario ridurre gli aborti con politiche di sostegno alle famiglie”. In Toscana, afferma, “li abbiamo ridotti di due terzi. Voglio sperare che il federalismo che ha in mente la Lega non sia proprio questo”, conclude riferendosi all’eventualità che donne si rivolgano alle strutture sanitarie toscane da altre regioni. Rossi infine aggiunge che la politica non deve intromettersi nel rapporto medico-paziente: “Starei attento a queste interferenze- commenta- C’è un rapporto, quello tra medico e paziente, che è decisivo in cui la politica non deve entrare. Altrimenti si va anche contro la Costituzione, non si può imporre il ricovero coatto”.
Una posizione, quest’ultima, che richiama quella degli Ordini dei Medici. Il Presidente FNOMCeO Amedeo Bianco: “Chi dice di non volere la RU486, al di là delle legittime preoccupazioni etiche e morali, mette in discussione la stessa 194. No a un eccesso di interferenze. La regola generale ci deve essere senza però essere invasivi nella normazione e lasciando spazio all’autonomia della cura”. 

Autore: Redazione FNOMCeO

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