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Presunti insulti omofobi in sala operatoria, Anelli (FNOMCeO): “Se provato, atto gravissimo, medico non può fare discriminazioni”

“ ‘Doveri del medico sono la tutela della vita, della salute psico-fisica, il trattamento del dolore e il sollievo della sofferenza, nel rispetto della libertà e della dignità della persona, senza discriminazione alcuna, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera’. Così recita, all’articolo 3, il nostro Codice di Deontologia medica, che antepone questo principio di curare tutti, senza discriminazioni dovute al sesso, all’identità di genere o all’orientamento sessuale, a ogni altro dovere o precetto. Se veramente un medico, in sala operatoria, ha mostrato fastidio verso un presunto orientamento sessuale del paziente, questo è un fatto gravissimo, perché, se così è stato, quel chirurgo ha, in quel momento, rinnegato, negando la sua premessa, i principi del Codice. Comprendiamo il possibile burnout dovuto al periodo, visto che il fatto sarebbe avvenuto il 25 marzo, nel pieno dell’epidemia di Covid-19, ma questa non può essere, in alcun modo, una scusante per affermazioni quali quelle segnalate”.

Così il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, FNOMCeO, Filippo Anelli, commenta la notizia, data oggi dalle principali testate, dei presunti insulti omofobi pronunciati da un primario del varesotto contro un paziente sedato e sottoposto a un intervento chirurgico.

Ufficio Stampa e Informazione FNOMCeO
informazione@fnomceo.it
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07/07/2020

Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO

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