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Prevenzione, Cooperazione economica e socio-sanitaria per combattere lo sfruttamento delle donne, dei bambini e la circoncisione fai da te

"La spartizione delle quote dei migranti deve essere equa e programmata, senza diversificazioni tra Stato e Stato. E’ questa la base di una politica Europa unitaria e determinante, che sia di fatto in grado di contrastare immigrazione illegale e terrorismo partendo dalla creazione di nuovi servizi socio-sanitari": sono le parole di Foad Aodi, fondatore  dell’Associazione dei Medici di Origine Straniera in Italia AMSI,  Membro della Consulta Salute Globale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO) e Focal Point in Italia per l’Integrazione per l’Alleanza delle Civiltà UNAoC, che seguono la recente dichiarazione di Federica Mogherini, Alto Rappresentante per la politica estera di Bruxelles, secondo la quale,  "possono scattare le procedure di infrazione verso gli Stati che non rispettano le regole. Muri e barriere sono contrari alle politiche dell’Unione Europea in materia di immigrazione e noi non ci lo aspettavamo mai che venissero dopo lo caduta del muro di Berlino".

Alle porte dello storico Convegno di AMSI accreditato con 6 Ecm per tutte le professioni, che si svolgerà a Roma la mattina di sabato 18 giugno,  presso la Clinica Ars Medica, con il coinvolgimento dell’On. Sandro Gozi, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega agli Affari Europei, di numerosi Rappresentanti delle Istituzioni, Autorità e Ambasciate, Professionisti della Salute italiani e di Origine Straniera, Aodi aggiunge: "Dopo  circa 16 anni di lavoro  costante a livello nazionale ed internazionale, continuiamo ad impegnarci per creare delle basi solide per costruire dall’Italia dei progetti Euro-Mediterranei di scambio socio-sanitario ed economico, agendo dove l’immigrazione ha origine ed attraverso le politiche di integrazione in Italia ed in Europa.  Ci proponiamo cioè di risolvere le questioni sollevate dai nostri colleghi, Professionisti della Sanità italiani e di origine straniera, che si trovano in Italia e nei quattro continenti. Per questa ragione, prima del programma scientifico rilanceremo i nostri progetti congiunti "Buona Sanità" e "Buona Immigrazione", con l’estensione dei seguenti argomenti di riflessione: Aggiornamento Professionale ed Ecm con approfondimento immigrazione, Sanità e salute globale; telemedicina; analisi e prevenzione delle patologie più frequenti contratte dagli immigrati soprattutto a livello psicologico e quelle  durante il loro viaggio in mare; violenza e sfruttamento delle donne  e dei minori stranieri non accompagnati; futura Commissione Europea sulla cooperazione economica di Uniti per Unire "ItaliArabiAfricaCinAmerica" (IAACA) e la circoncisione fai da te".

Sul  tema-circoncisione che sarà al centro del  convegno, il fondatore di AMSI ed Uniti per Unire concentra un appello rivolto al Ministero della Salute: "La popolazione musulmana in Italia è cresciuta con un tasso pari al 5% dal 2011; su 509 mila bambini nati in Italia nel 2014, il 19% sono stranieri dei quali il 12%  musulmani. Dai dati dello sportello Amsi – prosegue – sappiamo che il 95% dei genitori musulmani vogliono effettuare la circoncisione ai loro figli; oltre a loro,  consideriamo il tasso dei cittadini stranieri non musulmani o italiani che la effettuano per motivi igienici. Anche presso gli adulti la pratica è molto diffusa, come riscontriamo dall’Ambulatorio di circoncisione istituito dalla Asl RmF (Civitavecchia),  in collaborazione con l’Amsi, dove si effettua regolarmente la circoncisione per adulti, dei quali coloro che la hanno già effettuata hanno in media 30 anni. Ad oggi la sicurezza della circoncisione non è sempre garantita come dimostra la morte del piccolo Henry, il bambino di origine ghanese morto a Torino poche ore dopo essere stato circonciso in un contesto domestico, non tutelato. Degli oltre  11 mila atti di circoncisioni che sono stati effettuati negli ultimi due anni su una popolazione di un milione e sei di musulmani, e di circa  70 mila di convertiti, circa il 35 per cento si effettuano in modo fai da te, in strutture non autorizzate e dai falsi medici. Questi interventi arrangiati  provocano infezioni, setticemia e complicanze gravi. Urge  una soluzione a livello nazionale perché l’atto medico della circoncisione sia autorizzato presso tutte le strutture sanitarie, contrastando  la circoncisione fai da te,  le strutture clandestine, gli scontri domestici nelle coppie miste e l’aumento dei costi della  medicina difensiva".

(dal Comunicato stampa a cura di AMSI, Co-mai,  Uniti per Unire)

Autore: Redazione FNOMCeO

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