Prevenzione della depressione ed uso appropriato dei farmaci antidepressivi

Interrogazione e risposta del Governo: Prevenzione della depressione ed uso appropriato dei farmaci antidepressivi. Nella interrogazione si sottolinea che i dati del Rapporto Osmed 2014 diramati all’Aifa evidenziano come nel nostro Paese il consumo di antidepressivi è diventato una delle principali componenti della spesa farmaceutica, in aumento del 4,5 per cento rispetto al 2004. Il ricorso ai farmaci antidepressivi è maggiore soprattutto nelle donne. Le dosi giornaliere di medicinali prescritti sono aumentate del 2,3 per cento rispetto al 2011, mentre invece è diminuito l’utilizzo di antibiotici, grazie anche ad una opportuna campagna di formazione-informazione fatta sui principali media; il crescente consumo di farmaci antidepressivi induce a chiedersi quale sia la loro vera efficacia, e se la indicazione terapeutica sia sempre la più appropriata; è una domanda complessa, che risente sia di influenze culturali, come la teoria che la depressione dipenda prevalentemente da fattori biologici, sia da interessi economici che considerano i farmaci antidepressivi, prodotti come tutti gli altri che vanno collocati sul mercato e venduti. Si chiede quali investimenti si stiano facendo per la prevenzione della depressione, il cui costo personale e sociale appare sempre più rilevante, e quali iniziative siano state messe in atto per valutare l’appropriatezza della prescrizione dei farmaci e la valutazione degli esiti della terapia. Il sottosegretario Vito DE FILIPPO intervenuto in Commissione Affari Sociali nella seduta del 4 giugno 2015 risponde all’interrogazione rilevando che gli interventi di tipo terapeutico e di supporto psicologico, necessari in una serie articolata di forme, sono di competenza delle Regioni. Ad ogni modo sono da tenere presente alcune possibili iniziative nazionali da intraprendere. In particolare: prevedere la promozione di politiche di informazione della popolazione e di lotta allo stigma (nel 2005 era stato preparato un piano d’azione che non ha avuto seguito operativo), al fine di sostenere la persona depressa ed aiutarla a rivolgersi al medico di medicina generale e allo specialista;perseguire il miglioramento dell’appropriatezza delle diagnosi e delle cure in tutto il territorio nazionale, potenziando una rete tra i medici di medicina generale e i Centri multi-specialistici;  promuovere una riqualificazione professionale mirata dei medici di medicina generale con corsi di aggiornamento sulla depressione; attivare, in forma sperimentale, qualche percorso innovativo che si basi su linee-guida internazionali esistenti e validate, al fine di valutarne la trasferibilità. Il Sottosegretario fa presente che nel Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2010- 2012, in considerazione della molteplicità di attività nel settore, a livello regionale e locale, è stata proposta una ricognizione ragionata delle azioni di qualità nel settore della prevenzione e del riconoscimento precoce della depressione con l’obiettivo di produrre un compendio condiviso delle migliori buone pratiche, supportate da prove di efficacia basate su evidenze scientifiche, aprendo così un confronto che ha portato al miglioramento globale delle competenze programmatorie ed operative, sia a livello centrale che regionale e locale, al fine di migliorare le capacità di intervento dei responsabili delle politiche sanitarie e degli operatori dei servizi, con il diretto coinvolgimento di utenti e familiari. La psicoterapia anche se non può essere considerata un mezzo di prevenzione, è certamente un trattamento efficace. Inoltre, è stato dimostrato che l’esercizio fisico sistematico è in grado di ridurre i sintomi di una depressione lieve. L’esercizio fisico, inoltre, migliora le capacità cognitive, ricordando che nell’anziano la depressione può essere il sintomo d’esordio di una malattia neurodegenerativa. La scelta del farmaco antidepressivo o di un farmaco di un’altra classe per il trattamento della depressione (antiepilettici, antipsicotici), è una decisione clinica che dipende dalla valutazione complessiva dell’anamnesi e dello stato mentale del paziente. Paola BINETTI  in replica si dichiara soddisfatta del complesso delle risposta, esprimendo però il suo dissenso nei confronti di un approccio in cui prevale la medicalizzazione nei confronti di un disagio personale. Auspica che il Ministero della salute possa indirizzare le regioni verso una valutazione attenta dei costi e delle conseguenze di un uso eccessivo dei farmaci antidepressivi. Ritiene necessario una maggiore formazione della classe medica su questo aspetto ed un sostegno ai pazienti, consentendo loro di acquisire una maggiore consapevolezza del propria situazione di disagio

Autore: Marcello Fontana - Ufficio Legislativo FNOMCeO

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