• Home
  • News
  • Psichiatria: nuova tecnica per curare il Narcisismo

Psichiatria: nuova tecnica per curare il Narcisismo

Processo Psicoanalitico Mutativo (PPM) è una nuova tecnica creata da un’équipe di psichiatri, fondatori della Scuola dell’Accademia di Psicoterapia Psicoanalitica (SAPP), riconosciuta dal MIUR nel 2012. Il PPM è adottato come metodo nella cura di alcune patologie della mente. Tra esse, il narcisismo. E, proprio sul narcisismo, si è tenuto sabato 20 settembre, presso la SAPP, a Roma, un evento che ha coinvolto allievi della scuola e persone interessate all’argomento.

Piero Petrini, Direttore Sapp, Anita Casadei, Annamaria Mandese, Vice-direttrice della scuola, Annibale Bertola e Marina D’Angeli sono i professionisti (psichiatri, psicologi e psicoterapeuti) che hanno predisposto il progetto della Scuola, i diversi appuntamenti, compreso quello sul narcisismo, un fenomeno che è valutato in espansione. Le esperienze maturate nella cura di soggetti affetti da narcisismo sono state portate all’attenzione dei partecipanti all’evento di Roma, da cui sono emersi aspetti considerevoli circa le difficoltà incontrate dagli psichiatri nel trattare i narcisisti che si rivolgono a loro. In effetti, il fatto stesso che un narcisista pensi di avvalersi di uno psichiatra sarebbe già un passo in avanti nella cura della malattia. Ma non è detto. Spiega Piero Petrini: “Questi soggetti, a forza di sentirsi pieni di sé, a un certo punto cominciano a percepire che qualcosa non quadra, cominciano a vedere in modo strano il mondo che li circonda. Arrivano dallo psichiatra per questo”.

E poi? Annamaria Mandese parla della sua esperienza, della “difficoltà che lo psicoterapeuta incontra nel trattare un paziente narcisista. Ho avuto la sensazione, nel corso delle sedute di psicoterapia, che il (o la) narcisista elevasse davanti a se una lastra difficile da bucare”, perché “il comportamento del narcisista è in alcuni tratti analogo a quello dello schizofrenico”, precisa Petrini, facendo riferimento a Karl Jaspers, lo scienziato tedesco, medico, filosofo e psichiatra, scomparso nel 1969 e che fondò la psicopatologia fenomenologica.

“Quella lastra tra me, psichiatra, e il narcisista – sostiene Annamaria Mandese – è dovuta alla difficoltà che il narcisista incontra nel tenere una relazione”. La spiegazione sta in alcune caratteristiche comuni che si riscontrano in chi ha un disturbo narcisistico, illustrate da Anita Casadei: “Tutto è dovuto, niente è concesso. Il narcisista tende a sentirsi il migliore di tutti, cerca l’ammirazione degli altri ed ha di sé esasperata stima e altrettanta considerazione”. Il disturbo narcisistico spesso si associa a un disturbo antisociale, con comportamento “irrispettoso delle leggi e dei diritti degli altri, non prova senso di colpa per gli atti commessi, in genere è bugiardo, truffatore, inaffidabile e manipolatore” (SAPP).

“A noi capita così di trovarci di fronte a un soggetto narcisista che oscilla tra l’alta considerazione di sé e il sentirsi nulla. Il narcisista non collabora con un gruppo, per l’affermazione di sé deve avvertire le persone presenti in un determinato contesto come se fossero assenti. Come si accorge che invece le persone sono presenti davvero e magari hanno capacità di interlocuzione, il narcisista alza la lastra, crea barriere, perché lui non vuole interlocuzione, intende il rapporto con gli altri unidirezionale, da lui verso gli altri e blocca qualsiasi effetto di ritorno”. Con queste parole, Annamaria Mandese descrive la complessità dell’approccio con un narcisista anche se formalmente egli stesso ha espresso l’intenzione di intraprendere un percorso di psicoterapia. In genere si ferma prima. Piero Petrini riassume così: “L’uomo è un animale sociale. Il narcisista, invece, non sa stare in un gruppo, non lavora per un gruppo, ma vuole che il gruppo lavori per lui, preferibilmente senza discutere. Perché, se il gruppo avanza, anche velatamente, una critica, il narcisista lo molla, perché sente intaccato il proprio Io narcisistico”.

Dalla psichiatria alla sociologia, a un ragionamento generale sulla società attuale. Questo gruppo di psichiatri, psicologi e psicoterapeuti è fortemente impegnato anche nel sociale (alcuni di essi, oltre che far parte della SAPP, collaborano gratuitamente con Medici senza Frontiere) ed è inevitabile condividere alcune constatazioni: “Viviamo in una società nella quale è dilagante l’Io ipertrofico, una società intesa da molti come società dell’apparenza, in genere sono soggetti con poca sostanza. Conta più l’apparire che l’esistere, o meglio, alcuni pensano di esistere soltanto perché appaiono. La dilatazione dell’Io ipertrofico sta provocando guasti incalcolabili. Occorre recuperare la dimensione del Noi, il senso di appartenenza ad una comunità, a un’associazione, a un partito, a un’organizzazione dove il Noi prevalga sull’Io. Altrimenti non si va da nessuna parte”. Marina D’Angeli conclude: “E’ difficile, noi psichiatri dobbiamo ovviamente curare le persone ad una ad una. Sul discorso generale, è difficile correggere questi comportamenti errati così diffusi, ma occorre farlo. La speranza è che si possa farlo già nelle scuole, la speranza è che le nuove generazioni diventino migliori, in un tempo migliore rispetto a questo che stiamo vivendo. Nostro obbligo etico è provocare un cambiamento”.

A conclusione dei lavori, interessante il duetto tra Piero Petrini e l’attore Massimo Popolizio sul tema: “Il narcisismo dello psichiatra, il narcisismo dell’attore”.

Autore: Redazione FNOMCeO

© 2023 - FNOMCeO All Rights Reserved. Via Ferdinando di Savoia, 1 00196 ROMA CF: 02340010582

Impostazioni dei Cookie.