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PUNTO NASCITA DI LA MADDALENA: I FATTI E LE POLEMICHE

Fine febbraio 2017. L’Assessorato della Regione Sardegna all’Igiene, Sanità e Assistenza sociale annuncia la chiusura definitiva del Punto Nascita nell’Ospedale Paolo Merlo a La Maddalena, isola in prossimità della costa Nord dell’isola. Il provvedimento arriva dopo la chiusura temporanea deliberata a settembre dello scorso anno, quando nel centro medico era in servizio soltanto un’ostetrica su cinque per malattia. Ma il destino del Punto Nascita rimane segnato in ogni caso dalle ultime novità della normativa che regola l’attività di queste strutture: anche per i Punti Nascita in aree disagiate e insulari i parti annui devono essere almeno 500 e quello di La Maddalena non possiede i requisiti individuati dal decreto del Ministero della Salute nel 2015.

Come spesso avviene in Italia questo provvedimento regionale della Sardegna ha diviso l’opinione pubblica in due fazioni contrapposte. La chiusura da un lato ha scatenato le proteste della popolazione dell’isola che ha visto in testa 22 gestanti fare un appello alla Ministra della Salute; a queste persone si sono poi aggiunti politici, opinionisti di varia natura, compresi personaggi dello spettacolo che hanno molto seguito in TV.

A favore del provvedimento regionale si sono schierati la Ministra della Salute Beatrice Lorenzin, e molte società medico-scientifiche: di particolare peso sono ovviamente le dichiarazioni di AOGOI (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani) e SIGO (Società Italiana Ginecologia e Ostetricia) vedi

Le argomentazioni dei contrari ruotano su due aspetti principali:

il Punto Nascita chiuso comporta che solo in caso di emergenza i parti possano avvenire a La Maddalena e che dopo 2/3 ore avvenga il trasferimento in un altro ospedale, quello di Olbia, affrontando un viaggio di 20/25 minuti di traghetto più altri 45 minuti di tortuosa strada con due ambulanze separate, una per la mamma ed uno per il bambino, mettendo in pericolo le vite di entrambi;
la chiusura del punto nascita ha quindi creato una situazione di pericolo superiore a quello  della sua apertura.
Le ragioni di chi ha attuato la chiusura del Punto Nascita di La Maddalena si attestano sull’osservanza delle norme di Legge ma anche sulle evidenze scientifiche elaborate dall’OMS che sono state assunte integralmente da Assessorato Regionale e Ministero che operano in modo sinergico, convinti di agire in favore della tutela della salute delle future madri e dei nascituri.

L’Assessore alla Sanità della Sardegna, Luigi Benedetto Arru, è (dato fondamentale in questa polemica) un medico molto attivo ed apprezzato dal punto di vista medico-scientifico-professionale ed anche ex Presidente dell’OMCeO di Nuoro. Gli abbiamo rivolto alcune domande su questa vicenda.

Dott. Arru come risponde ai due principali rilievi di chi è contrario a questa chiusura: il disagio e il pericolo di natura soprattutto logistica?

La chiusura del Punto Nascita è stata decisa in seguito alla temporanea assenza per malattia di quattro ostetriche su cinque. La delibera della Giunta regionale di Riordino della Rete Ospedaliera del 2015 (non ancora approvata dal Consiglio Regionale) prevedeva la chiusura una volta attivato il servizio elisoccorso HEMS (Helicopter Emergency Medical Service). La chiusura è dettata dall’applicazione del Decreto Ministeriale 70 che prevede che i punti nascita debbano avere almeno 500 parti, soglia in deroga all’indicazione dei 1000 parti/anno.
Il Decreto Ministeriale segue le indicazioni dell’OMS.


È vero che in Sardegna non esiste un servizio di elisoccorso? In caso di emergenze gravi da dove arriverebbe l’elicottero per portare ad Olbia la partoriente?

In Sardegna esiste un servizio di elisoccorso frutto di una convenzione della Regione Sardegna con i Vigili del Fuoco, che mette a disposizione un elicottero, multifunzione, non HEMS, in servizio presso aeroporto di Alghero. È attualmente in corso il bando europeo per l’istituzione del servizio di elisoccorso con tre elicotteri HEMS situati nei tre principali aeroporti della Sardegna (Cagliari, Alghero, Olbia). Il servizio prevede tre tipologie di servizi e la principale è quella sanitaria HEMS. All’interno di questi elicotteri autoambulanza si potranno effettuare le principali operazioni salva vita per le patologie tempo-dipendenti; inoltre dovranno effettuare servizi di trasporto secondario da ospedale “spoke” ad “hub” (modello delle reti hub & spokes*) e nel caso della gravidanza avranno a disposizione culle termiche per trasporto della puerpera e del neonato.

Come possono essere in contrasto tra loro il pericolo per la sicurezza dovuto al mancato rispetto dei requisiti medico-scientifici di funzionamento della struttura e i possibili pericoli derivanti da una logistica “difficile”? Invece che un problema di sicurezza può essere un problema di comunicazione?

La proposta della Regione Sardegna è quella di formalizzare un percorso nascita, assicurando la presa in carico per tutti i nove mesi della gravidanza presso il Servizio territoriale e l’Ospedale Merlo, con corso di formazione al parto, ed assistenza ostetrica post-partum. Le donne in attesa verranno valutate per il rischio ostetrico, e dopo compiuta informazione invitate a partorire presso Punto Nascita di Olbia (oltre mille parti /anno). Verrà garantito l’accompagnamento fino ad Olbia ed l’ospitalità in albergo a carico del Servizio Sanitario regionale. Il tutto per garantire sicurezza e ridurre disagio spostamento.
In ogni caso l’Ospedale Merlo avrà un ginecologo ed un ostetrica per la gestione delle situazioni di emergenza.

Gli operatori sanitari coinvolti nella vicenda (ad iniziare dai medici) come stanno vivendo questa chiusura?

La Direzione Aziendale dell’Azienda Tutela della Salute (ASL unica territoriale) ha coinvolto attivamente i medici, analizzando quel che è stato offerto fino adesso, cercando di attuare una sintesi tra la loro esperienza nell’Ospedale Merlo e gli standard scientifici della gestione del parto, in particolare modo quando si manifestano complicanze.

Dott. Arru, quanto l’aiuta nel gestire questa vicenda essere medico ed ex Presidente di Ordine?

L’esperienza acquisita in ambito professionale e soprattutto l’esperienza come Presidente dell’Ordine mi hanno guidato anche in questa non facile gestione. Sicurezza, appropriatezza qualità delle cure sono i principi che seguo anche come assessore senza privilegiare alcuna valutazione economicistica, visto che nel caso specifico l’Ospedale Merlo produce SDO** (servizi) per 3.000.000 € e la Regione Sardegna lo finanzia con 13.000.000 €.

NOTE

* In questo modello sanitario di gestione dell’Emergenza si chiamano “hub” (come i grandi aeroporti internazionali) gli ospedali, inseriti nella rete territoriale di Emergenza, che offrono le cure con il massimo di eccellenza specialistica e “spoke”, i centri ospedalieri a media intensità di intervento che gravitano intorno agli “hub” seguendo il paziente attraverso la gestione delle condizioni cliniche e la loro stabilizzazione in vista di un trasferimento all’ospedale “hub” di pertinenza.
Al “118”, alle sue ambulanze ed eliambulanze, viene affidato il compito di garantire interventi e collegamenti tempestivi tra queste due tipi strutture mutuate dall’organizzazione dell’aviazione civile internazionale.
** vedi


Redazione FNOMCeO. A cura di N. F

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