È di poche ore fa l’annuncio della “temporanea sospensione” delle infusioni del trattamento “Stamina” agli Spedali Civili di Brescia, dopo che la scorsa settimana il Comandante Generale dei Nas, Cosimo Piccinno, nell’ambito di un’Audizione in Commissione Igiene e Sanità del Senato, aveva segnalato la presenza di un biologo abilitato alla professione, ma non iscritto all’Albo.
Ne dà notizia, in anteprima, l’Adnkronos Salute, che avrebbe “avuto modo di visionare” alcune mail scambiate tra il Commissario Straordinario dell’Azienda Ospedaliera, Ezio Belleri, e il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni.
Vannoni comunica quindi a Belleri l’invio della documentazione per avviare l’iter di iscrizione della biologa all’Albo.
“Nel frattempo – riporta Adnkronos – poiché negli incubatori sono già presenti cellele di tre donatori, per non fermare le infusioni Vannoni indica il possibile ingresso“ di una seconda biologa. Biologa che – sempre stando a quanto riferisce Adnkronos – “risulta rivestire la posizione di ricercatore presso la Società Medestea Biotech S.p.a”.
Ma facciamo un passo indietro: il 5 febbraio si svolge, in Commissione Igiene e Sanità, il seguito dell’Indagine conoscitiva sul “Caso Stamina”, iniziata il 29 gennaio. A comparire davanti alla Commissione è ancora il generale Piccinno. Il giorno dopo, fa il resoconto della sua audizione l’edizione bresciana de Il Corriere della Sera. Nell’articolo intitolato “I Nas, biologi Stamina non iscritti all’Albo”, interviene anche il presidente della FNOMCeO, Amedeo Bianco, commentando la ripresa dei trattamenti, a seguito di ordinanze “nominative” dei giudici..
“Le ultime richieste pervenute dai magistrati individuano ‘nominalmente’ i medici che devono ottemperare alle ordinanze – dichiara Bianco –. Fin quando non verrà ufficialmente svelato che siamo di fronte al nulla, ci troviamo ad affrontare un conflitto- ingorgo istituzionale di competenze”.
Lo stesso articolo dà notizia che la Fondazione Stamina è stata cancellata dall’elenco delle Onlus, e che ci sono accertamenti in corso sul “ruolo svolto dall’azienda farmaceutica Medestea e su eventuali rapporti tra questa e la trasmissione ‘Le Iene’", affermazioni riportate anche da un articolo de La Stampa. Il quotidiano torinese chiede poi, nel suo “Editoriale dei Lettori”, “Rispetto per i pazienti”, illustrando la codifica del protocollo per le “cure compassionevoli”.
Mentre La Repubblica evidenzia il “no” dell’Avvocatura di Stato alla nomina di Mauro Ferrari alla presidenza del Comitato ministeriale che deve valutare il metodo. Il Salvagente esce invece con un’inchiesta a tutto tondo, da Di Bella a Vannoni, dal titolo: “Stamina & Co. – Quando la scienza soccombe allo Show in prima serata”. Lo stesso fa il settimanale Left, titolando: “Attacco alla Scienza”. Left cita il libro, uscito il 9 febbraio, del medico Salvo Di Grazia, “Salute e bugie”, secondo il quale “nel caso di stamina e di Di Bella parliamo di sedicenti terapie che rivelano la debolezza della nostra politica che ha prestato loro ascolto. Non hanno nessuna base e validità scientifica. Si approfittano dell’ignoranza”.
A Stamina – e alle ordinanze dei giudici che avevano imposto ai medici di continuare le infusioni – è dedicato anche l’Editoriale di oggi di Guglielmo Pepe, Noi & Voi, che apre l’inserto Salute di Repubblica.
Pepe cita anche la precisazione di Amedeo Bianco, che in Commissione Igiene e Sanità avrebbe sottolineato come “i magistrati non abbiano validato alcuna terapia” ma solo imposto il proseguimento delle cure.
Sull’argomento era anche intervenuto, la settimana scorsa, il Segretario della FNOMCeO, Luigi Conte, su Doctor33.
Alla domanda di Marco Malagutti su quali armi avesse a l’Ordine per opporsi alle ordinanze dei giudici, Conte così ribatteva: “Il nostro Codice deontologico è complementare ma vige la legislazione corrente, in base alla quale quando c’è l’ordinanza del giudice è difficile sottrarsi”.
“Certo – continuava – ci si può appellare alla clausola di coscienza e astenersi nel rispetto delle proprie convinzioni etiche e scientifiche, così come all’impossibilità per il medico di attuare terapie “segrete” ma si tratta di terreni scivolosi. Il rischio palese, infatti, è quello del contenzioso giuridico”.
“Ciò detto – concludeva il segretario FNOMCeO, associandosi all’appello lanciato da Paolo Bianco, direttore del Laboratorio cellule staminali dell’Università La Sapienza di Roma – siamo anche noi contro la deriva della medicina giudiziaria. Forse sarebbe opportuna più prudenza da parte dei giudici e un maggiore rispetto delle altrui professionalità”.
Analoghe dichiarazioni Conte aveva rilasciato a Federico Finocchi di Adnkronos Salute, che gli aveva chiesto un commento su quanto dichiarato dal presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, che aveva riferito, il 4 febbraio, che agli Spedali Civili di Brescia era stato effettuato un carotaggio (il procedimento per ottenere le cellule necessarie per il trattamento) dietro un ordine nominativo ai medici da parte di un giudice.
“L’ordinanza di un giudice – aveva allora spiegato il Segretario FNOMCeO – che è emessa in nome del popolo italiano, ha valenza giuridica. Per cui, un ordine nominativo può obbligare il medico ad effettuare un determinato trattamento. In questo caso il medico può però appellarsi alla clausola di coscienza ed astenersi, nel rispetto delle proprie convinzioni etiche e scientifiche. Ma si tratta di un terreno scivoloso. E il rischio di un contenzioso giuridico è comunque dietro l’angolo".
Luigi Conte è anche stato intervistato ieri dall’Ansa, su tutt’altra questione: l’entrata in vigore dell’obbligatorietà, anche per gli studi medici, di accettare pagamenti elettronici, forse ulteriormente rimandata al giugno 2015. Dell’argomento, citando la Comunicazione della FNOMCeO, si occupa anche il nuovo numero di Sanità de Il Sole 24 Ore.
Sempre l’Ansa dà notizia del Vademecum sulla Responsabilità civile e sulle assicurazioni messo a disposizione dall’Osservatorio Giovani Professionisti della FNOMCeO. Domani, Renato Torlaschi approfondirà su Doctor33 l’argomento, insieme a uno dei coordinatori dell’Osservatorio: Domenico Montemurro.
Autore: Redazione FNOMCeO