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Quotidiano Sanità: Oliveti introduce gli “Stati generali” dell’Enpam

Il 4 e 5 novembre l’Enpam convoca a Roma i rappresentanti delle categoriemediche e odontoiatriche per affrontare i temi caldi della previdenza. Sono attese le lezioni di Mario Monti e Giuliano Amato, ma anche la discussione sulla ristrutturazione dell’Ente e sulla riforma dello statuto. Pubblichiamo l’intervista ad Alberto Oliveti proposta ai suoi lettori da Quotidiano Sanità:

Dottor Oliveti, chi avete invitato agli Stati Generali?
Vogliamo aprire il confronto sulle tre grandi riforme a cui stiamo lavorando: la riforma dei regolamenti della previdenza, la riforma della governance del patrimonio, la riforma dello Statuto dell’Enpam. Per questo abbiamo invitato tutti i portatori di interessi, sia interni alla professione che qualche illustre esterno. Mario Monti, Giuliano Amato e Massimo Angrisani ci offriranno le loro lezioni magistrali, sulle quali poi ognuno sarà libero di dare il suo parere.

Analizziamo una alla volta le tre riforme e gli orientamenti su cui vi state muovendo per ciascuna. Cosa vuol dire e come si realizza la riforma della governance del patrimonio?
Su questo abbiamo già avviato il percorso, elaborando un nuovo modello di governance sulla base delle nostre valutazioni e dei punti fermi che ci sono stati forniti dal lavoro scientifico realizzato dal professor Mario Monti, international advisor di Goldman Sachs, che ha esaminato 82 Casse di 12 diversi Paesi, a noi analoghe o per dimensioni o per finalità, fornendoci i riferimenti per una corretta governance. Noi abbiamo esaminato le sue indicazioni, le abbiamo fatte nostre e, come CdA, abbiamo elaborato un modello di governance del sistema. Sulla base di questo adesso stiamo cominciando a riempire le caselle, individuando i riferimenti personali e societari per indicare chi fa cosa.

Insomma, state decidendo chi  gestirà il patrimonio mobiliare e immobiliare?
Non vogliamo più distinguere tra mobiliare e immobiliare: il modello di governance vale per tutto il patrimonio, nei suoi vari assett.
In passato c’è stata questa grossa sbornia mondiale per prodotti complessi, opachi, strutturati che, secondo la finalità dichiarata, dovevano permettere di avere una forte diversificazione comprando un’unica scatola, ma che invece hanno dimostrato di avere grossi elementi di instabilità e inaffidabilità. Come sappiamo bene, è stato un fatto che ha toccato tutti i Paesi, e da noi anche molte istituzioni come i Comuni e le Provincie, mandando profondamente in crisi tutto il sistema di rating internazionale.
Imparando da questo, da adesso in poi vogliamo utilizzare un modello che si basi su procedure di comportamento, quindi processi ottimali in serie, perché questo permette di ridurre i rischi, riducendo la discrezionalità nelle scelte e l’errore umano.

Qualcosa che somiglia al Risk management in sanità?
La gestione del rischio viene dopo, la governance parte a monte delle scelte: una corretta asset allocation strategica, una corretta definizione delle strategie, il collegamento dinamico con le diverse tattiche necessarie a realizzare quelle strategie, la valutazione costante del rischio.
Poi vogliamo fare un controllo della gestione del rischio, separato, che valuti i risultati ex post, cioè i risultati della scelta operata.
Definito il processo, definita la separazione tra decisori e controllori e la separazione tra chi controlla la parte ex ante e chi controlla la parte ex post, poi dovremmo definire una corretta embricazione delle responsabilità. Le responsabilità politiche sono del CdA, ma si tratta di persone che hanno matrici culturali mediche e odontoiatriche che quindi devono essere messe nelle condizioni di fare scelte consapevoli e informate. Consapevolezza e informazione che gli devono essere date dai diversi livelli tecnici preposti, E tutto questo deve essere collegato ai sistemi di controllo interni ed esterni. Una volta definito questo complesso, dobbiamo identificare a chi affidare ciascun ruolo.

Niente più investimenti ad alto rischio?
È dimostrato che ciò che più vantaggioso nell’investire un patrimonio è la corretta diversificazione delle classi di attività. Più che prendere il meglio all’interno di una singola classe, conta definire bene e quotare bene le singoli classi di attività. Noi ci stiamo orientando a 16 classi di attività, di cui 4 ad area di rischio immobiliare e 12 ad area di rischio finanziario. All’interno di ognuna di queste classi potremo esercitare scelte: se interessarcene direttamente, se affidarle a gestori.

Passiamo alla riforma dello Statuto. Come state lavorando?

L’esigenza di partenza è quella di rafforzare la rappresentatività, mantenendo la legittima e doverosa rappresentatività degli Ordini professionali, ma anche trovando il modo di rappresentare il contribuente, attraverso le forme associative e sindacali.
Per capire gli orientamenti, una commissione paritetica Fnomceo – Enpam ha elaborato un questionario sottoposto a tutte le rappresentanze ordinistiche e sindacali, le cui risposte saranno poi valutate dal Consiglio nazionale per arrivare alla stesura di una bozza del nuovo Statuto, da discutere ulteriormente.

Leggi l’intervista integrale

Autore: Redazione FNOMCeO

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