Il chirurgo veneziano Salvatore Ramuscello è tra i delegati della FNOMCeO presso l’Uems, l’Unione Europea dei Medici Specialisti, organismo che ha sede in Bruxelles ed è attualmente presieduta dallo sloveno Zlatko Fras, Come già indicato in precedenti articoli del portale FNOM, la Uems è una realtà che ha già mezzo secolo di vita, e che si muove da anni per il conseguimento di un alto sistema di cure, sicuro e di alta qualità a tutti i cittadini dell’Unione Europea; lo studio, l’armonizzazione, l’accesso all’alta qualità professionale dei medici specialisti e della loro pratica clinica; la promozione di un libero movimento dei medici all’interno dell’EU. Un lavoro di grandi dimensioni, non sempre “premiato” dall’Unione Europea, dove rigidità e burocrazia rischiano di regnare sovrane, come lo stesso Ramuscello confessa in questa intervista…
Dottor Ramuscello, ci vuole aiutare ad entrare dentro l’Uems? Può aiutarci a comprendere meglio composizione e i suoi obiettivi?
L’Uems rappresenta i medici specialisti europei e si strutturata con due organismi: il council, composto con rappresentanti delle varie Federazioni mediche nazionali e le sezioni specialistiche, che valutano molti aspetti tecnici, e i cui rappresentanti sono nominati dalle società scientifiche approvati dalle Federazioni nazionali. L’obiettivo dell’Uems è presto detto: armonizzazione degli specialisti europei e omogeneizzazione verso l’alto. Come si raggiunge quest’ultimo obiettivo? Ad esempio attraverso la valutazione europea dello specialista. Alcune specialità già lo fanno, come cardiologia e reumatologia: non si tratta di un titolo legale, ma di una certificazione che inizia ad avere un suo peso e prestigio.
I temi su cui state lavorando con maggiore attenzione in questo periodo?
Si discute molto sul working time, sul problema dell’orario lavoro. Nell’Uems ci sono paesi come l’Italia in cui tutto è regolamentato, ma ci sono tante altre situazioni differenti. Stiamo cercando di comprendere il quadro globale perché la situazione è veramente complessa e critica. Poi c’è grande attenzione ai temi della libera circolazione dei professionisti, agli aspetti formativi, soprattutto post-laurea e alle esperienze di formazione sul campo.
Recentemente, la Uems ha tenuto una plenaria di grande importanza a Bruxelles: vuole sintetizzarci i lavori?
La Uems è un organo professionale che propone e verifica. Così nei recenti giorni di Bruxelles abbiamo lavorato sulla libera circolazione dei pazienti e dei problemi connessi, come rimborsi, responsabilità e garanzie giuridiche, ricadute sulle organizzazioni sanitarie. Ovviamente abbiamo dialogato anche sulla libera circolazione del professionista, che da molti Paesi viene vista con diffidenza: occorre stabilire elementi di riconoscimento attuali, in attesa di un possibile via libera europeo…
Quale è il frutto concreto di queste sedute?
Produciamo proposte documentali, che vengono poi indirizzate alle Federazioni e si trasformano in istanze presso l’Unione europea. Non restiamo di certo con le mani in mano…
Quale è il clima che si respira nell’Uems?
Il clima istituzionale per quel che riguarda l’Uems è compatto. Certo ci sono differenze, ma c’è una forte unione di intenti e di obiettivi. Quel che preoccupa è invece la politica, che è in controtendenza, espressione di un atteggiamento molto rigido. Noi cerchiamo di dare sempre nostro contributo, ma loro – invece – esprimono una forte rigidità ed una burocratizzazione sempre crescente. Il clima che viviamo, quindi, di sfiducia nei confronti della politica europea e delle istituzioni con cui entriamo in contatto. Registriamo molto spesso posizioni di compromesso che lasciano troppe cose immobili, stazionarie.
I prossimi appuntamenti sull’agenda?
Ci incontreremo a Napoli, in ottobre. Ci saranno con ogni probabilità le elezioni del nuovo board. Sarà un’occasione importante anche per la componente italiana…
Autore: Redazione FNOMCeO