Rapporto ISTAT su Università e lavoro

Report n. 25/09    

RAPPORTO ISTAT UNIVERSITA’ LAVORO

Nell’anno accademico 2007/08 si sono iscritti per la prima volta all’Università 307.146 giovani un numero sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente (308.082 cioè -0,3%). La gran parte delle immatricolazioni si è indirizzata verso i corsi di laurea triennale (83,4%), mentre il 15,5% sceglie i corsi di laurea a ciclo unico (MEDICINA-FARMACIA-LAUREE MAGISTRALI IN GIURISPRUDENZA ecc..). Per quanto riguarda in particolare il gruppo medico si sono immatricolati 26.459 giovani (27.913 nel 2006/07) che rappresentano 8,6% del totale, il chimico-farmaceutico rappresenta il 4,8%, lo psicologo il 3,2%.
Per quanto riguarda il fenomeno della femminilizzazione nell’anno accademico in esame le donne del gruppo medico sono decisamente più numerose 64,2% rispetto agli uomini 35,8% ci sono voluti ben 7 anni per giungere al sorpasso; infatti nell’anno accademico 2000/01 vi era ancora una prevalenza di maschi (52,5%) rispetto alle femmine (27,9%).
Nel 2007/08 le donne, in assoluto, fanno registrare un lieve incremento delle nuove iscrizioni (+0,8%) contro la flessione rilevata per gli uomini (-1,7%).
La maggiore propensione femminile allo studio accademico è confermata anche dal fatto che sono più le ragazze dei ragazzi ad iscriversi all’Università dopo il diploma di scuola superiore (74% contro 62%).
Per quanto riguarda il successo negli studi il gruppo medico si distingue nettamente e stacca tutti gli altri gruppi; infatti su 100 immatricolati nell’anno accademico 2001/02 si sono laureati entro il 2007 il 78,8% di studenti; ultimo il gruppo chimico farmaceutico con il 29,7% di laureati.
Anche per quanto riguarda le mancate reiscrizioni all’anno successivo (anno accademico 2007/08 rispetto all’anno accademico 2006/07) e i laureati fuori corso il gruppo si distingue con appena, rispettivamente il 3,5% ed il 18,5%.
Per avere un’idea i fuori corsi a giurisprudenza rappresentano l’82%.
Quanto alle prospettive lavorative nell’ambito del gruppo medico gli odontoiatri, più che i medici, hanno buone prospettive occupazionali nel 75,4% dei casi, mentre tra i laureati in medicina svolgono un lavoro continuativo soltanto in 24 casi su 100.
Per i corsi triennali la percentuale più alta di giovani impegnati in attività lavorativa di tipo continuativo dopo la laurea, riguarda soprattutto i laureati nei corsi delle professioni infermieristiche e ostetriche (il 72,4%).
Quanto poi alla coerenza tra titolo di studio e lavoro svolto questa aumenta con il crescere del livello di istruzione.
I laureati in corsi triennali dichiarano, infatti, di svolgere un lavoro per il quale era formalmente richiesto il titolo posseduto nel 65,8% dei casi, mentre tra i laureati in corsi lunghi la percentuale sale al 69%. Sono decisamente i giovani in uscita dai corsi lunghi del gruppo medico (con 99 laureati su 100 occupati in lavori che richiedono la laurea), chimico-farmaceutico (94 su 100) ed ingegneria (83 su 100) a vedere un maggiore riconoscimento del proprio titolo di studio.
Tra i laureati dei corsi triennali la quota di quanti sono impegnati in lavori che richiedono la laurea è particolarmente alta per i laureati nelle professioni sanitarie (94%), a notevole distanza seguono ingegneria e chimico farmaceutico (60%).
Gli aspetti più apprezzati sia tra i laureati nei corsi lunghi che tra quelli nei corsi triennali sono il grado di autonomia sul lavoro e le mansioni svolte (in entrambi i casi la percentuale sfiora il 90%). Il tratto economico e la possibilità di carriera sono invece, in assoluto, gli elementi meno gratificati.
Tra quanti hanno concluso corsi lunghi nel 2004, guadagnano di più i laureati del gruppo medico (1.881 euro) seguiti da quelli dei gruppi di ingegneria (1.466 euro) ed economico-statistico (1.360 euro).
Anche per quanto riguarda il titolo triennale ai primi posti della graduatoria degli stipendi si collocano i laureati nelle professioni sanitarie appartenenti al gruppo medico (1.414 euro) precedenti solo da quelli del gruppo difesa e sicurezza (1.648 euro).

P.S. Come sempre chi fosse interessato ad approfondire, la documentazione completa è a disposizione presso il Centro Studi e Documentazione della FNOMCeO

Roma, 21/05/2009

Autore: Redazione FNOMCeO

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