“Noi ci teniamo a dire che difendiamo il nostro Sistema Sanitario nazionale, equo, solidale e universalistico, ed è su questa strada che cerchiamo sinergie con i Cittadini e con le Istituzioni”.
Così Luigi Conte, Segretario della FNOMCeO, ha aperto il suo intervento alla presentazione del XVII Rapporto Pit Salute – “(Sanità) in cerca di cura”, presentato oggi a Roma dal Tribunale per i Diritti del Malato- Cittadinanzaattiva.
In cima alla lista delle oltre 24mila segnalazioni giunte nel 2013 ai Pit Salute nazionale e regionali e alle sedi locali dei Tdm, quelle riguardanti la lunghezza delle liste d’attesa. Seguono il peso economico dei ticket e dell’intramoenia, che rendono il Servizio sanitario pubblico sempre meno concorrenziale con le strutture private. In discesa, invece, le segnalazioni per presunti errori medici.
“Dal Rapporto Pit – ha commentato Conte – emergono dati inconfutabili di inefficienze ma anche alcune percezioni errate dei cittadini, superabili con un’informazione più accurata. Pensiamo alla chiusura dei piccoli ospedali, contro la quale la gente scende in piazza a volte senza sapere le motivazioni: l’opera di razionalizzazione è spesso frenata dalla ricerca di un facile consenso politico. Così finisce che il termine ‘razionalizzazione’ è spesso usato a parole, ma in realtà nasconde un razionamento delle risorse, che si manifesta, ad esempio, con il blocco del turnover. Così, per due professionisti sanitari che vanno in pensione, uno solo viene sostituito con un nuovo assunto. Oppure il razionamento si traduce nel porre un tetto a prestazioni, prescrizioni di farmaci e presidi. E poi gli ortopedici si trovano, a metà anno, a interrompere le prestazioni protesiche”.
“I responsabili di queste decisioni – ha concluso il Segretario della FNOMCeO – non sono visibili, mentre in trincea restano i medici, che sono l’interfaccia con i Cittadini-pazienti. E, proprio dal Rapporto Pit, emerge infatti un calo della fiducia nei primi recettori dei cittadini, i Medici di Medicina Generale, che si trovano costretti magari a negare una prescrizione. Anche l’appropriatezza delle cure, infatti, viene valutata a posteriori, dagli esiti degli esami: ma quale decisore si pone nello stato d’animo del medico che ritiene di dover prescrivere proprio quell’esame, per poter fare una diagnosi corretta?”.
Autore: Redazione FNOMCeO